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L’impatto della lignina del foraggio sul microbiota intestinale dei cavalli

Un’alimentazione personalizzata che tiene conto della componente batterica e del fattore temporale può ottimizzare il benessere e rendimento del cavallo.
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L’impatto della lignina del foraggio sul microbiota intestinale dei cavalli

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• Contenuto di lignina nel foraggio
• Microbiota intestinale e lignina
• Conclusioni

Stato dell’arte
Nonostante il contributo del microbiota equino nella digestione del foraggio, l’impatto del processo di lignificazione (aumento del contenuto di lignina tipico della maturazione del foraggio) sulla componente batterica stessa rimane poco chiaro.

Cosa aggiunge questa ricerca
Scopo dello studio è caratterizzare il microbioma intestinale di 6 cavalli alimentati con una dieta a basso contenuto di lignina (Medicago sativa L.) o ad apporto convenzionale per 9 giorni.

Conclusioni
La risposta batterica alla lignina è altamente inter-variabile con implicazioni nel panorama metabolico e di performance che rimangono tuttavia ancora da approfondire.

La risposta del microbioma intestinale equino alle variazioni nel contenuto di lignina introdotta con la dieta è altamente inter-variabile ed è correlata anche alla capacità digestiva dell’animale. Un’alimentazione personalizzata che tenga conto anche della componente batterica permetterebbe quindi al cavallo di ottimizzare la nutrizione per il suo benessere e rendimento. 

Lo dimostra lo studio di Andrea Gomez e colleghi della University of Minnesota (USA), recentemente pubblicato su Journal of Equine Veterinary Science.

Contenuto di lignina nel foraggio

L’alimentazione base dei cavalli è il foraggio, fresco di pascolo o essiccato (fieno). A cambiare tra i due è in particolare il contenuto di lignina ossia il secondo componente in ordine di abbondanza della parete cellulare vegetale.

Tanto più elevata è la sua presenza tanto minore è la digeribilità della fibra da parte del microbiota. I dettagli di questa relazione rimangono tuttavia fino ad oggi ancora poco noti.

In questo studio i ricercatori statunitensi hanno confrontato il microbioma fecale di cavalli (n=6, denominati An, Ba, Da, Fa, Be e Zi) alimentati per 9 giorni con foraggio (comune Medicago sativa L.) a ridotto contenuto di lignina (RL, circa il 9% in meno) o convenzionale (CON) (modello cross-over).

Di seguito i principali risultati ottenuti dai campioni collezionati durante i 5 giorni successivi ai periodi di trattamento.

Microbiota intestinale e lignina

Il passaggio da RL a CON (o viceversa) ha indotto cambiamenti batterici unici e dipendenti non solo dalla dieta ma anche dall’ospite. Non solo. Alterazioni sono state registrate anche in relazione ai giorni tra una dieta e un’altra indicando un intervento del fattore tempo. Vediamo qualche esempio.

  • il microbioma fecale dell’esemplare An che ha iniziato nel gruppo CON ha registrato cambiamenti di composizione drastici nel passare al regime RL con, tra gli altri, incremento significativo di numerosi ASVs (amplicone variante di sequenza) correlati ad Akkermansia. Di contro, in questo cavallo il regime CON è stato associato all’aumento di non noti ASVs dell’ordine Bacteroidales

Lachnospira e generi della famiglia Paraprevotellaceae hanno, ad ogni modo, mostrato la maggior distinzione di espressione in risposta alle due diete

  • risposta differente nell’esemplare Ba dove i taxa maggiormente discriminanti i due regimi dietetici sono risultati essere un non classificato Paudibacter e Solibacillus
  • nonostante le variazioni interindividuali, la maggior parte dei taxa ad aver registrato una variazione dieta-dipendente hanno mostrato associazione con funzionalità fibrolitiche o glicolitiche, entrambe primarie nella digestione delle fibre. Tra questi troviamo un non classificato Paludibacter,

Ruminococcaceae, Bacteroidales, Treponema, e Fibrobacter succinogenes al regime RL; Solibacillus, Acinetobacter lwoffii, e Methanocorpusculum al CON

Stabilite le differenze di microbiota, era ragionevole supporre anche altrettante alterazioni nel processo digestivo. Infatti:

  • la composizione batterica generale ha registrato differenze significative tra An, Da e Ba risultando inoltre correlata con alterazioni nelle capacità digestive (digeribilità apparente del materiale secco o DMD, e dimensioni del materiale fecale o FPS)
  • An e Fa in particolare hanno mostrato correlazione positiva tra il punteggio FPS e l’abbondanza di Akkermansia e Treponema in regime RL. Associazione inversa invece in Da e Ba
  • An ha inoltre mostrato associazione tra DMD e tratti del microbioma, non Fa

Conclusioni

In conclusione dunque, nell’impostare una dieta sembrerebbe importante considerare fattori individuali e temporali che potrebbero alterarne l’impatto e i risultati sull’ospite. 

Ulteriori e più mirate ricerche sono tuttavia necessarie al fine di capirne meglio le relazioni e ottimizzare così gli interventi.

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