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Periodontite nei gatti: sotto accusa il microbiota del cavo orale

Gatti con disturbi periodontali hanno un microbiota orale alterato rispetto ai controlli sani. Lo dimostra una ricerca pubblicata su Scientific Reports.
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Periodontite nei gatti: sotto accusa il microbiota del cavo orale

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Stato dell'arte
Periodontite e disturbi correlati sono piuttosto frequenti nei gatti. Nonostante l’eziologia prevalentemente batterica, la caratterizzazione del microbiota in condizioni di malattia è ancora poco chiara.
Cosa aggiunge questa ricerca
Scopo dello studio è stato confrontare il microbiota periodontale di gatti sani con quello di esemplari colpiti da periodontite cronica, periodontite aggressiva o gengivostomatite cronica.
Conclusioni
Il microbiota dei gatti con disturbi periodontali si dimostra alterato rispetto ai controlli sani, soprattutto in termini di abbondanza di certi taxa. Anche l’alpha diversity risulta maggiore.

In questo articolo

Gatti con disturbi periodontali presentano un microbiota locale alterato rispetto ai controlli sani. L’abbondanza relativa di certi taxa, nonché la biodiversità, risultano infatti significativamente differenti. Lo dimostra lo studio di Mariory Xavier Rodrigues e colleghi della Cornell University (USA), pubblicato recentemente su Scientific Reports.

La periodontite, una patologia infiammatoria del cavo orale, è abbastanza comune nei gatti domestici. La mobilità e l’eventuale perdita dei denti, nonché il dolore e il sanguinamento gengivale, impattano notevolmente la qualità di vita dell’animale. Mentre negli esemplari anziani la forma più comune è quella cronica, in quelli giovani si riscontra più spesso quella acuta o aggressiva. Le cause sono da ricercare prevalentemente tra la popolazione batterica, oltre che nella presenza di precedenti stati infiammatori come una gengivostomatite. Nonostante ciò, una caratterizzazione precisa del microbiota locale e del suo ruolo eziopatologico sembrerebbe ancora in via di definizione, in quanto esistono solo dati preliminari. A tal proposito, i ricercatori americani hanno esaminato e confrontato 139 campioni subgengivali prelevati da 44 gatti di cui 6 controlli sani, 20 gatti con periodontite cronica (PC), 11 con periodontite aggressiva (PA) e 7 con gengivostomatite (GS). Di seguito i risultati.

Dall’esame della distribuzione batterica a livello di phylum è emerso che, nel complesso, Bacteroidetes, Proteobacteria, Firmicutes, Spirochetes e Fusobacteria sono i più abbondanti. Nel dettaglio:

  • tra tutti, con un’abbondanza media del 32,88% Proteobacteria è risultato il phylum prevalente nel gruppo di controllo, percentuale scesa al 21,27% nel gruppo PC, al 13,42% in quello PA e al 9,82% nel restante GS
  • di contro, Bacteroidetes ha mostrato maggiore espressione nei gruppi patologici rispetto ai gatti sani, con livelli massimi in quello GS (40,56%) seguito da PA (35,62%) e CP (33,17%). Analogo trend anche per Fusobacteria e Spirochaetes.

Continuando poi il confronto del microbiota a livello di genere:

  • Treponema è il genere più abbondante tra i gatti malati, sebbene con espressione significativamente più elevata rispetto ai controlli solo nel gruppo PC
  • Snowella ha una maggiore espressione nel gruppo PA rispetto ai gruppi GS e PC
  • l’abbondanza relativa di Filifactor presenta differenze significative tra i sani e il gruppo PA
  • Peptostreptococcus ha fatto registrare una marcata differenza di espressione tra controlli e gruppo GS e tra PC e GS
  • Candidatus Tammella presenta invece differenze tra controlli e PA
  • Enhydrobacter, Moraxella e Capnocytophaga sono risultati i generi più abbondanti tra i gatti sani
  • rispetto al gruppo PA, per i generi Enhydrobacter, Moraxella, Bergeyella, Corynebacterium e Comamonas è stata registrata un’abbondanza significativamente maggiore nei controlli; rispetto a PC, è stata rilevata un’espressione più elevata di Corynebacterium e Capnocytophagasempre nei controlli
  • nel gruppo GS sono risultati molto più espressi rispetto ai controlli Moraxella, Capnocytophaga, Bergeyella, Dichelobacter, Bibersteinia, Actinobacillus, Comamonas e Myroides.

Da ultimo, i ricercatori hanno valutato alpha- e beta-diversity dei vari gruppi, dimostrando che:

  • l’alpha diversity sulla base dell’indice Chao1 è risultata più alta nei gatti malati rispetto ai controlli, mentre nessuna differenza sostanziale è emersa confrontando questi ultimi tra loro. Di contro, l’indice di Shannon ha evidenziato una differenza di biodiversità anche tra i gruppi con patologia raggiungendo valori maggiori nel GS sia rispetto ai controlli sia nei confronti di PC
  • la condizione clinica ha dimostrato di incidere sulla beta-diversity producendo cluster di OTUs diversificati tra i gruppi.

In conclusione, questo studio rafforza le evidenze finora disponibili delineando però in maniera più dettagliata le caratteristiche del microbiota subgengivale dei gatti con periodontite, cronica o aggressiva, o gengivostomatite. Ulteriori approfondimenti sono tuttavia necessari al fine di comprendere al meglio il ruolo della componente batterica in queste patologie, con finalità terapeutiche e/o di prevenzione.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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