Specifici probiotici nei cani riducono la disbiosi intestinale indotta dagli antibiotici 

I risultati di un recente studio supportano il ruolo dei probiotici nel ripristinare l'equilibrio batterico e migliorare la salute digestiva dopo l'interruzione dovuta alla terapia antibiotica.
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Specifici probiotici nei cani riducono la disbiosi intestinale indotta dagli antibiotici 

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Stato dell'arte

Nonostante un numero significativo di veterinari prescriva probiotici orali insieme agli antibiotici sistemici per proteggere i cani dalla disbiosi intestinale, gli effetti degli antibiotici e dei probiotici in questi animali non sono stati studiati in modo approfondito e il trattamento ottimale per la disbiosi intestinale rimane incerto.

Cosa aggiunge questa ricerca

Lo studio, condotto all’Università di Seul, ha voluto valutare se l’integrazione con probiotici per un periodo di 2 settimane stabilizzasse il microbiota intestinale nei cani dopo un trattamento prolungato con cefovecina.

Conclusioni

I risultati di questo studio, seppur preliminari, supportano il ruolo dei probiotici nel ripristinare l’equilibrio batterico e migliorare la salute digestiva dopo l’interruzione dovuta alla terapia antibiotica, ma richiedono indagini più ampie.

In questo articolo

Il trattamento con cefovecin dopo intervento chirurgico induce una significativa perdita di diversità microbica, ma un’adeguata integrazione probiotica stabilizza questa condizione di disbiosi, mantenendo livelli simili a quelli pre-trattamento. È quanto emerge da uno studio preliminare condotto da Dae-Woong Han della Seoul National University, pubblicato su The Canadian Journal of Veterinary Research.

Microbiota intestinale e antibiotici

Il microbiota intestinale svolge un ruolo cruciale nella salute dell’ospite, contribuendo allo sviluppo, alla digestione, al comportamento e al funzionamento del sistema immunitario. Una riduzione della diversità microbica o uno squilibrio nella composizione del microbiota è strettamente associato a condizioni patogene, tra cui l’enteropatia cronica e il cancro colorettale.

L’uso di antibiotici è uno dei principali fattori che contribuiscono alla disbiosi intestinale nell’uomo. Gli antibiotici a largo spettro possono influenzare l’abbondanza relativa di circa il 30% dei taxa nel microbiota intestinale nell’uomo, causando una rapida e significativa riduzione della diversità microbica.

Il recupero dalla disbiosi indotta dagli antibiotici dipende dalla resilienza delle specie batteriche, e il ripristino della composizione originale del microbiota è impegnativo. Le alterazioni del microbiota indotte dagli antibiotici possono persistere per mesi o addirittura anni nell’uomo. Nonostante tutto ciò sia noto anche per gli animali,, l’effetto protettivo dei probiotici sulla disbiosi intestinale indotta dagli antibiotici nei cani non è stato chiaramente definito.

Probiotici e antibiotici nei cani

Negli ultimi anni, in medicina umana e veterinaria diversi probiotici vengono utilizzati come integratori per i loro effetti benefici per l’ospite. Possono aiutare a ripristinare l’equilibrio batterico nel sistema digestivo migliorandone la salute dopo che la funzione normale è stata disturbata da fattori come stress, infezione, malattia o terapia antibiotica. 

Studi precedenti hanno evidenziato i potenziali benefici clinici di ceppi batterici specifici come Bifidobacterium animalis AHC7 nei cani con diarrea idiopatica acuta, e il valore generale dei probiotici nella gastroenterologia canina e felina. 

Tuttavia, una ricerca che ha indagato i cambiamenti nel microbiota intestinale dei cani dopo il trattamento perioperatorio con cefazolina e l’effetto protettivo dei probiotici durante un periodo di 48 ore, non ha riportato cambiamenti nell’indice di disbiosi. 

Lo studio coreano

Un gruppo di ricerca coreano si è di recente concentrato sulla valutazione dell’effetto dell’integrazione con probiotici per un periodo di 2 settimane sul microbiota intestinale di cani trattati con cefovecin per un periodo prolungato.

Dodici cani da compagnia sani che hanno subito castrazione chirurgica sono stati inclusi in questo studio. Tutti i cani hanno subito un esame fisico completo, esami del sangue e radiografie toraciche. I cani sono stati trattati con cefovecin alla dose di 8 mg/kg di peso corporeo, iniettato immediatamente dopo l’intervento chirurgico come trattamento profilattico. La cefovecin è una cefalosporina di terza generazione con attività antimicrobica a largo spettro. È somministrata per via sottocutanea e ha una lunga emivita di eliminazione (5,5 giorni nei cani), il che consente intervalli di dosaggio di 14 giorni.

Dopo l’intervento chirurgico e la somministrazione di cefovecin, i cani sono stati suddivisi in due gruppi:

1. Gruppo probiotico: 7 cani sono stati integrati giornalmente con 2 g di probiotici orali (Estien, Seoul, Corea del Sud) dopo i pasti per 2 settimane.

2. Gruppo non probiotico: 5 cani di controllo ai quali non è stato somministrato alcun probiotico.

I campioni fecali per l’analisi del microbiota intestinale sono stati raccolti, prima e 2 settimane dopo il trattamento con cefovecin, . utilizzando un tubo di raccolta DNA/RNA Shield con tampone e conservati a −80 °C per ulteriori analisi. Il DNA genomico è stato estratto e quantificato.

Quali probiotici sono stati usati?

Lo studio ha utilizzato un integratore probiotico orale alla  dose giornaliera di 2 grammi.

Tale dose conteneva cinque specie batteriche, e precisamente:

   Bifidobacterium bifidum (≥ 1 x 10^10 unità formanti colonia, CFU).

   Bifidobacterium longum (≥ 5 x 10^8 CFU).

   Lactobacillus acidophilus (≥ 2 x 10^9 CFU).

   Lactobacillus casei (≥ 2,5 x 10^9 CFU).

   Enterococcus faecium (≥ 3 x 10^9 CFU).

Analisi della diversità microbica e risultati clinici

Sono state valutate sia la diversità alfa, analizzata utilizzando l’indice di diversità di Shannon, sia la diversità beta.

È stato osservato che la cefovecin ha indotto cambiamenti nella diversità batterica del microbiota intestinale. In particolare, i valori dell’indice di Shannon del gruppo non probiotico sono diminuiti significativamente, indicando una perdita di diversità microbica in questi cani dopo il trattamento con cefovecin. 

In netto contrasto, i valori dell’indice di Shannon del gruppo probiotico sono rimasti stabili. Questo indica che l’integrazione probiotica ha contribuito a mantenere la diversità microbica

L’analisi statistica utilizzando il modello lineare a effetti misti (LME) ha convalidato che l’integrazione probiotica ha indotto differenze significative nella diversità alfa nel tempo dopo la somministrazione di antibiotici. Il cambiamento stimato nell’indice di Shannon nel tempo e nel trattamento probiotico è stato di 0,198, con un valore P = 0,025, che è stato considerato significativo. 

Questo risultato suggerisce che l’integrazione probiotica aiuta a prevenire i declini della diversità microbica intestinale indotti dagli antibiotici e contribuisce a mantenere la sua stabilità.

È importante notare che non sono state riscontrate significatività statistiche nella diversità beta.

Conclusioni

I risultati di questo studio preliminare sono in linea con le conoscenze generali degli effetti degli antibiotici sul microbiota intestinale. Cefovecin, essendo un antibiotico a largo spettro, ha dimostrato di ridurre la diversità alfa del microbiota intestinale nei cani, un effetto simile a quanto riportato con l’uso di tilosina e metronidazolo in studi precedenti i quali  hanno mostrato che anche dopo l’interruzione degli antibiotici per oltre 4 settimane, la diversità alfa non si è completamente ripristinata. Questo sottolinea l’impatto potenzialmente duraturo della terapia antibiotica sul microbiota.

Lo studio coreano fornisce una prova preliminare che l’integrazione probiotica orale può contrastare l’effetto negativo di cefovecin sulla diversità del microbiota intestinale nei cani. Sebbene questi risultati siano promettenti e supportino la pratica clinica comune di prescrivere probiotici insieme agli antibiotici, è necessario convalidare ulteriormente i risultati in studi clinici con una dimensione del campione maggiore, enfatizzando l’uso dell’integrazione probiotica con diversi antibiotici.

Redazione

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