Il trapianto di microbiota potrebbe diventare un nuovo intervento terapeutico sicuro ed efficace per i pazienti con dermatite atopica. È quanto emerge da uno studio condotto presso l’Università di Tel Aviv, pubblicato sulla rivista Immunity, Inflammation and Disease.
La dermatite atopica è una malattia cutanea cronica che si manifesta con eczema e prurito e colpisce fino al 20% dei bambini e fino al 10% degli adulti.
Si tratta di una patologia multifattoriale, la cui eziologia comprende componenti genetiche, immunologiche e fattori ambientali.
Quasi il 20% di tutti i casi di dermatite atopica è considerato moderato o grave, con un forte impatto sulla qualità della vita dei pazienti.
Fino a poco tempo fa, le principali terapie comprendevano trattamenti topici, fototerapia e agenti immunosoppressori.
Più recentemente, con l’introduzione degli anticorpi monoclonali, si è reso disponibile il primo trattamento biologico mirato, approvato finora per la dermatite atopica da moderata a grave. Questo nuovo studio israeliano potrebbe, quindi, aprire le porte a un’ulteriore opzione terapeutica per i pazienti con dermatite atopica.
La dermatite atopica e l’asse intestino-pelle
Prima d’ora, diversi studi hanno esplorato il ruolo del microbiota nella dermatite atopica, con particolare interesse per il microbiota cutaneo (soprattutto per quanto riguarda Staphylococcus aureus), rilevando interessanti correlazioni.
La pelle e l’intestino svolgono entrambi un ruolo importante come barriere immunologiche e nella regolazione immunitaria.
Osservazioni recenti supportano l’importanza dell’asse intestino-pelle, che agirebbe probabilmente attraverso l’attività immunoregolatoria e la capacità di attivazione immunitaria svolta dagli antigeni e dai metaboliti microbici intestinali.
In effetti, alcuni studi hanno collegato malattie infiammatorie della pelle come dermatite atopica, psoriasi, rosacea e acne volgare a uno squilibrio del microbiota intestinale. Pertanto, un cambiamento del microbiota intestinale potrebbe migliorare queste condizioni.
Secondo l’ipotesi igienica – cioè la teoria formulata da David Strachan alla fine degli anni ’80, secondo cui una minore esposizione ai germi durante l’infanzia sarebbe correlata a un aumento delle malattie allergiche – esiste una relazione inversa tra la patologia e un’esposizione precoce ad agenti microbici.
In effetti, la presenza di gastroenterite durante l’infanzia, così come l’esposizione ad antibiotici durante il primo anno di vita sono associati a dermatite atopica nei bambini. Inoltre, è stata osservata una disbiosi microbica intestinale nei pazienti.
Ancora, in alcuni studi, è stato scoperto che i probiotici hanno un effetto positivo sulla gravità della DA, agendo sul microbiota intestinale. Infine, un recente studio, che ha utilizzato un modello murino di DA, ha dimostrato che il trapianto di microbiota fecale sembra essere associato al ripristino del microbiota intestinale e a un maggiore equilibrio immunologico.
Trapianto di microbiota e dermatite atopica: cosa dice il nuovo studio
Partendo da questi presupposti, il gruppo di ricerca di Tel Aviv ha valutato l’effetto del trapianto di microbiota fecale in 15 pazienti adulti con dermatite atopica da moderata a severa.
Lo studio pilota è stato eseguito in singolo cieco, controllato con placebo. I pazienti selezionati presentavano la malattia da almeno 3 anni, senza miglioramenti in seguito a terapia topica e sistemica.
I criteri di esclusione dallo studio comprendevano la presenza di un’altra malattia dermatologica attiva concomitante, gravidanza e terapia sistemica, inclusi antibiotici e fototerapia, entro 4 settimane prima dell’inizio dello studio.
Tutti i pazienti hanno ricevuto 2 dosi di trapianto di microbiota placebo, seguite da 4 dosi di trapianto di microbiota di trattamento da donatori di feci sani, a distanza di 2 settimane l’una dall’altra.
L’andamento della dermatite atopica, insieme agli effetti avversi e al profilo del microbiota fecale, sono stati valutati all’inizio dello studio, prima di ogni trapianto di microbiota e 1-8 mesi dopo l’ultimo trattamento.
Per non alterare i risultati dello studio, durante il periodo del trattamento, i pazienti potevano usare solo una terapia topica comprendente emollienti e glucocorticoidi o inibitori della calcineurina.
Effetti variabili da persona a persona
La risposta al trattamento è risultata variabile tra i pazienti: alcuni hanno reagito immediatamente dopo il primo trapianto di microbiota, mentre altri sono migliorati solo poche settimane dopo il quarto trattamento.
Cinque pazienti hanno mantenuto il miglioramento durante il periodo di follow-up, mentre quattro pazienti hanno avuto una ricaduta.
Due di questi hanno avuto una ricaduta precoce, alle settimane 10 e 12. Gli altri 2 pazienti hanno avuto una ricaduta tardiva e hanno risposto bene a un quinto FMT, permettendo di osservare che il cambiamento del microbiota dopo trapianto di microbiota potrebbe essere temporaneo.
Due pazienti hanno mostrato un miglioramento sostanziale dopo il trapianto con placebo, non associato ad alterazione della composizione microbica, che però potrebbero riflettere l’effetto placebo o il decorso naturale della malattia.
In conclusione, i risultati della ricerca hanno dimostrato un miglioramento significativo dei segni e dei sintomi nei pazienti trattati.
I ricercatori di Tel Aviv hanno, inoltre, osservato che il trapianto era tanto più efficace quanto più era grande la somiglianza tra il microbiota dei donatori e quello dei pazienti dopo trapianto di microbiota. Questi risultati confermano che il microbiota intestinale può avere un effetto causale nella dermatite atopica e può costituire un bersaglio terapeutico.
Conclusioni
Nonostante il piccolo numero di pazienti inclusi nella coorte, i risultati di questo studio israeliano forniscono la prima evidenza clinica dell’importanza del microbiota intestinale nei pazienti con DA e dimostrano che il trattamento con trapianto di microbiota può essere un intervento terapeutico efficace e sicuro, visto che non sono stati evidenziati effetti collaterali.
L’associazione tra trasferimento microbico ed esito clinico è stata osservata più fortemente in due pazienti che, dopo trattamento, hanno avuto una ricaduta, ma hanno ottenuto una nuova risposta dopo un ulteriore trapianto, suggerendo che il trapianto di microbiota può essere utilizzata non solo per l’induzione del controllo della malattia iniziale, ma anche per mantenere il controllo della dermatite atopica in fasi successive.
Sebbene si tratti di uno studio pilota, i ricercatori di Tel Aviv si dicono soddisfatti per aver dimostrato che i vantaggi ottenuti dai pazienti con dermatite atopica trattati con trapianto di microbiota non erano evidenti nel braccio di controllo.
Sicuramente, in futuro sarà necessario valutare un numero maggiore di pazienti, in doppio cieco, considerando una serie di fattori aggiuntivi che possono influenzare la composizione microbica intestinale, come la dieta seguita dai pazienti.
Ulteriori studi, randomizzati in doppio cieco controllati con placebo, potranno essere eseguiti per confermare l’efficacia clinica e determinare il miglior regime di trapianto di microbiota per la dermatite atopica.
Saranno inoltre interessanti ulteriori analisi multiomiche per approfondire le informazioni sugli esatti batteri, metaboliti e mediatori immunitari coinvolti.