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Le cellule immunitarie della pelle aiutano a mantenere un microbiota cutaneo sano

Le cellule immunitarie ILC2 sono responsabili di innescare una risposta immunitaria quando batteri e virus aggrediscono la pelle.
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Le cellule immunitarie della pelle aiutano a mantenere un microbiota cutaneo sano

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Stato dell’arte
La pelle ospita cellule immunitarie chiamate cellule linfoidi innate del gruppo 2 (ILC2), che sono responsabili della prima linea di difesa dell’organismo dall’invasione di batteri e virus. Rimane però ancora da chiarire come le ILC2 siano in grado di distinguere i patogeni dai microbi commensali.

Cosa aggiunge questo studio
Per valutare come le ILC2 siano in grado di rilevare gli agenti patogeni sulla pelle, i ricercatori hanno esposto i partecipanti allo studio agli allergeni degli acari della polvere, che hanno causato lo sviluppo di vescicole sulla pelle. Analizzando le ILC2 ottenute da campioni del liquido presente all’interno delle vescicole, il team di ricercatori ha scoperto che sia le ILC2 circolanti sia quelle presenti sulla pelle esprimono due specifici recettori sensibili ai microbi chiamati NOD2 e TLR2. Questi recettori possono riconoscere diversi batteri, tra cui Staphylococcus epidermidis e Pseudomonas aeruginosa, che possono causare gravi infezioni nelle persone con un sistema immunitario compromesso. I ricercatori hanno infine dimostrato che l’attivazione dei recettori è in grado di innescare la produzione di molecole immunitarie fondamentali per regolare il microbiota cutaneo.

Conclusioni
I risultati potrebbero aprire la strada a potenziali trattamenti per le infezioni della pelle e altre condizioni infiammatorie.

La cute rappresenta la prima linea di difesa contro batteri e virus patogeni. Di recente, un gruppo di ricercatori ha scoperto che cellule immunitarie presenti a livello della pelle possono aiutare a mantenere un microbiota cutaneo sano.

I risultati, pubblicati su Science Immunology, potrebbero aprire la strada a potenziali trattamenti per le infezioni della pelle e altre condizioni infiammatorie.

Cellule linfoidi innate del gruppo 2 (ILC2)

La prima linea di difesa della pelle dai patogeni include cellule immunitarie chiamate cellule linfoidi innate del gruppo 2 (ILC2), che sono responsabili di innescare una risposta quando batteri e virus aggrediscono la pelle. Rimane però ancora da chiarire come le ILC2 siano in grado di riconoscere i patogeni.

A questo scopo, Graham Ogg della University of Oxford e i suoi colleghi hanno iniettato ai partecipanti allo studio allergeni degli acari della polvere, che hanno causato lo sviluppo di vescicole.

Il microbiota cutaneo

In primo luogo, i ricercatori hanno analizzato le ILC2 isolate dal liquido presente all’interno delle vescicole, scoprendo che sia le ILC2 circolanti, sia quelle presenti a livello cutaneo, esprimono due specifici recettori sensibili ai microbi chiamati NOD2 e TLR2.

Ulteriori esperimenti hanno mostrato che NOD2 e TLR2 possono riconoscere diversi batteri, inclusi Staphylococcus epidermidis, Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa.

Questi microbi fanno parte del “normale” microbiota cutaneo, ma possono causare gravi infezioni nelle persone con un sistema immunitario compromesso.

L’attivazione dei recettori sembra aumentare la produzione di molecole immunitarie, come IL-6, che sono fondamentali per regolare il microbiota cutaneo. Questi risultati suggeriscono che le ILC2 possono utilizzare il pathway di  segnalazione NOD2 per riconoscere i batteri residenti sulla pelle.

NOD2, anello di congiunzione tra immunità e microbioma

I ricercatori hanno quindi esposto le ILC2 ai batteri, confermando che il recettore NOD2 stimola la produzione del profilo di IL-6 e l’autofagia, un meccanismo fisiologico attraverso il quale l’organismo rimuove le cellule danneggiate.

Tuttavia, questi due processi sono risultati compromessi nelle persone con mutazioni NOD2. «Un’attenta regolazione del pathway di segnalazione di NOD2 a livello della pelle potrebbe favorire un dialogo efficace tra le cellule immunitarie e il microbioma, garantendo così la presenza di una barriera cutanea sana», affermano gli autori. «Un’alterazione nel pathway di segnalazione di NOD2 potrebbe portare a uno stato altamente proinfiammatorio della pelle e alla disbiosi».

Poiché il recettore NOD2 è espresso da diverse cellule del corpo, comprese le cellule immunitarie presenti nell’intestino, i ricercatori suggeriscono che NOD2 possa essere un bersaglio per coordinare le risposte immunitarie contro batteri e virus patogeni.

«L’attivazione delle ILC2 tramite NOD2 ha il potenziale non solo di orchestrare la risposta immunitaria mediante la produzione di IL-6, ma anche di influenzare altre popolazioni cellulari che esprimono NOD2 e di personalizzare la successiva risposta immunitaria contro batteri e allergeni», concludono gli autori.

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