Chitina e acidi grassi omega-3 derivati da insetti commestibili sembrerebbero avere un impatto positivo sul microbiota intestinale. È quanto affermano Valerie J. Stull e Tiffany L. Weir dell’Università del Wisconsin (USA) in una revisione pubblicata su Nature Food.
Alimentazione a base di insetti
Gli insetti hanno già oggi un importante ruolo nella dieta umana con oltre due miliardi di persone che li consumano attualmente. Coleotteri, grilli, vespe sono tra i più comuni seguiti da cavallette, termiti ecc.
Anche se le proprietà nutrizionali variano da specie a specie sono generalmente considerati ricchi di proteine oltre che di amminoacidi essenziali come triptofano e lisina o di minerali.
Allo stesso tempo, potenziali fattori di rischio (allergeni, contaminanti ecc.) sono stati identificati anche se, di norma, trascurabili. Molte però sono ancora le cose da scoprire riguardo i potenziali benefici del loro consumo per la salute umana.
Attraverso lo studio degli insetti è stato possibile tuttavia ottenere ulteriori informazioni sulle proprietà biologiche, fisiche chimiche e meccaniche del chitosano, un carboidrato presente nell’esoscheletro, apparentemente in grado di apportare benefici nei confronti dell’assimilazione di colesterolo e grassi anche nell’uomo.
La chitina, precursore del chitosano, è infatti la fibra più abbondante negli insetti. Sembrerebbe poi che, nonostante la natura insolubile di questa fibra, il nostro sistema digerente possa produrre enzimi per digerirla.
Non tutti i chitosani sono però uguali. Una specie di grilli infatti, il Brachytrupes portentosus, ha mostrato di produrre chitina e chitosano di una qualità migliore rispetto a quella commerciale ottenuta dai gamberetti ad esempio. Gli effetti del chitosano sulla salute variano infatti in base alla fonte, al peso molecolare e al grado di acetilazione.
Chitina prebiotica
In generale la chitina e i suoi derivati hanno però dimostrato attività prebiotiche e probiotiche. Mentre sono in uso comune quelli da crostacei o fonti micotiche, poco è invece noto sulle attività della chitina da insetti, in parte a causa della più difficile raccolta di materiale.
Ad esempio, il supplemento di chitosano ha dimostrato di ridurre l’obesità migliorando i livelli di leptina in modelli murini, oltre che aumentare l’abbondanza di Lactobacillus e Bifidobacterium e di prevenire la progressione di diabete in modelli in dieta ad alto contenuto di zuccheri. Incrementata inoltre anche la produzione di acidi grassi a catena corta e, di contro, ridotto il metabolismo proteico.
Ad oggi sono però scarsi gli studi sull’uomo, soprattutto per quanto riguarda le loro attività prebiotiche. Sulla base dei dati disponibili si è visto come diversi insetti testati in un sistema di fermentazione ex vivo, creato con microbiota da feci umane, hanno indotto l’aumento di Faecalibacterium, un ceppo produttore di butirrato.
Non solo. Ricreando l’ambiente intestinale umano e addizionando l’insetto I. mollitor sotto forma di polvere assieme a Lactobacillus e Bifidobacterium si è visto un incremento delle specie probiotiche e di SCFAs con un parallelo miglioramento della vitalità della coltura cellulare anche in condizioni di stress.
Venticinque grammi di polvere di grillo hanno poi mostrato di aumentare B. Animalis in feci umane. Se sia stato l’effetto della chitina o dei suoi derivati rimane tuttavia da approfondire. Uno studio in vitro ha tuttavia dimostrato come chitosano ottenuto da grilli Scapsipedus icipe promuova la crescita di specie probiotiche quali Limosilactobacillus fermentum, Lactobacillus acidophilus e Bifidobacterium adolescentis.
Non solo la proliferazione viene stimolata. La chitina estratta da insetti potrebbe infatti inibire la proliferazione di certi batteri, sia patogeni sia probiotici. In adulti sani si è infatti assistito a un decremento di batteri fecali, lattobacilli inclusi, dopo l’assunzione di polvere di grilli interi per due settimane. Diminuzione anche di patogeni enterici quali Clostridium perfringens ed Escherichia coli.
Acidi grassi omega 3
La chitina e derivati non sono però gli unici prodotti degli insetti utili all’uomo. Contengono infatti un’ampia varietà di acidi grassi, omega-3 inclusi, utili alla funzionalità immunitaria, cerebrale e nervosa.
Ortopterani come Acheta domesticus (Gryllidae), Conocephalus discolor (Tettigoniidae) e Chorthippus parallelus (Acrididae), contengono infatti alte concentrazioni di acido alfa-linoleico. Un buon rapporto di omega-6/3 è stato poi trovato in due specie di cavallette e Chondracris roseapbrunner (Acrididae).
Il loro consumo sembrerebbe avere effetti positivi sulla nostra salute e quella del microbioma nonostante non ci siano ancora studi condotti sull’uomo.
Conclusioni
Perché proprio gli insetti? Un disequilibrio nel microbiota intestinale con conseguente alterazione dell’ambiente intestinale, contribuisce allo sviluppo e alla progressione di enteropatie, obesità e patologie croniche.
C’è quindi un nuovo interesse nell’identificare cibi in grado di modulare positivamente la componente batterica intestinale con un miglioramento della salute dell’ospite.
Con il loro elevato apporto di proteine, gli insetti stanno attirando sempre più attenzione con una promozione dell’entomofagia. Nonostante le promettenti preliminari evidenze, gli studi condotti finora hanno più di qualche limitazione. Fra queste, includere una coorte più ampia di soggetti permetterà di capire meglio, ad esempio, se e come il consumo di insetti interi rispetto a isolati di chitina/chitosano impattino sul microbiota intestinale e se possano essere buoni candidati come nuovi cibi funzionali.