Circa il 25% della popolazione mondiale è affetta da steatosi epatica non alcolica (NAFLD). Un ampio studio clinico, pubblicato su Science Translational Medicine, ha individuato specifiche firme microbiche che si sviluppano durante la NAFLD e che possono aiutare a individuare i soggetti con maggiori probabilità di sviluppare questa condizione.
Diagnosi precoce delle malattie epatiche
«Considero la diagnostica basata sul microbioma come uno strumento che verrà utilizzato nella pratica clinica e che avrà un grande potenziale nei prossimi dieci anni», afferma il coautore dello studio Gianni Panagiotou, del Leibniz Institute for Natural Product Research and Infection Biology-Hans Knöll Institute.
La NAFLD non è causata da un elevato consumo di alcol, ma è tipicamente osservata nelle persone in sovrappeso od obese.
Sebbene la NAFLD allo stadio iniziale non sia generalmente dannosa, se non rilevata può portare alla comparsa di cirrosi epatica, tumore al fegato o insufficienza epatica.
Alcuni studi hanno dimostrato che i microbi intestinali contribuiscono allo sviluppo della NAFLD, ma non è chiaro se la composizione del microbiota possa aiutare a prevedere lo sviluppo futuro di questa condizione.
Per valutare il valore prognostico dei microbi intestinali, Gianni Panagiotou e i suoi colleghi hanno condotto per circa quattro anni uno studio su centinaia di persone dopo averle sottoposte a uno screening iniziale per NAFLD.
Batteri intestinali che favoriscono la NAFLD
Nel 2014 i ricercatori hanno sottoposto circa 2500 partecipanti allo studio a un test diagnostico per la NAFLD: 1216 partecipanti non hanno mostrato alcun sintomo di NAFLD, ma in una visita di follow-up nel 2018, a 90 persone è stata diagnosticata la NAFLD.
Queste persone sono state abbinate a 90 individui che non hanno sviluppato la NAFLD né alla visita clinica iniziale né alla visita di follow-up.
Dai risultati ottenuti è emerso che i soggetti con NAFLD sono caratterizzati da bassi livelli di specifici batteri intestinali, tra cui Methanobrevibacter, Dorea formicigenerans e Slackia. Dorea formicigenerans è noto per essere abbondante nelle persone obese, mentre i livelli di Slackia sono generalmente più elevati nelle persone con fibrosi epatica da moderata a grave rispetto a quelle con fibrosi lieve o assente.
Nelle persone che hanno sviluppato la NAFLD, il team ha anche riscontrato vari cambiamenti metabolici, inclusi alti livelli di aminoacidi e acido oxoglutarico, un metabolita intestinale associato ad alcune condizioni tra cui diabete, obesità e NAFLD.
Machine learning per scoprire le firme microbiche
Infine, i ricercatori hanno sviluppato un modello di machine learning che ha utilizzato queste firme microbiche per prevedere quali individui sono più a rischio di sviluppare NAFLD.
Il modello potrebbe permettere di distinguere con una precisione di circa il 71% le persone che hanno sviluppato o meno la NAFLD.
Il team ha anche convalidato i risultati con i dati di studi condotti negli Stati Uniti e in Europa. «Il modello che abbiamo sviluppato combina informazioni facilmente misurabili attraverso le analisi del sangue con dati ottenuti dal microbioma e può quindi aumentare enormemente l’affidabilità», afferma l’autore dello studio.
Sebbene studi più ampi aiuteranno a migliorare la generalizzabilità e l’accuratezza del modello, i risultati suggeriscono che le firme del microbiota potrebbero essere utilizzate in futuro come test minimamente invasivo per aiutare a diagnosticare la NAFLD.