L’aumento dei casi di obesità e di sindrome metabolica è una delle maggiori minacce per la salute del XXI secolo. Di recente, un piccolo studio clinico, pubblicato su Nature Medicine, ha dimostrato che il trapianto di microbiota fecale assieme a una integrazione giornaliera di fibre prebiotiche migliora la sensibilità all’insulina negli individui obesi con sindrome metabolica.
«Il potenziale per migliorare la salute umana attraverso il microbioma è immenso», ha affermato l’autore senior dello studio Karen Madsen, della University of Alberta, in Canada.
Il trapianto di microbiota fecale è da alcuni anni impiegato per il trattamento delle infezioni intestinali ricorrenti causate dal batterio Clostridioides difficile. Tuttavia, non è ancora chiaro se il trapianto fecale possa essere impiegato anche per trattare altre condizioni come i disturbi metabolici.
A questo scopo, Karen Madsen e i suoi colleghi hanno arruolato nello studio 70 persone obese con sindrome metabolica.
Trapianto di microbiota e insulina
I partecipanti allo studio sono stati assegnati in modo casuale a uno dei quattro gruppi: trapianto di microbiota fecale e fibra ad alta fermentazione (FMT-HF), trapianto di microbiota fecale e fibra a bassa fermentazione (FMT-LF), placebo e fibra ad alta fermentazione (HF) e placebo e fibra a bassa fermentazione (LF). Dei 70 partecipanti, 61 hanno completato lo studio della durata di 6 settimane.
I donatori di feci erano quattro individui normopeso e in buona salute. I trapianti fecali sono stati effettuati per via orale in una singola dose di circa 20 pillole (prive di alcun sapore o odore).
Dopo sei settimane, gli individui che hanno ricevuto un trapianto microbico fecale seguito da un supplemento giornaliero di fibre presentavano una migliore sensibilità all’insulina e livelli più elevati di microbi intestinali benefici rispetto agli individui che non avevano ricevuto il trapianto fecale. «Dal punto di vista metabolico questi pazienti sono molto più sani rispetto al gruppo di controllo», ha spiegato Karen Madsen.
Le fibre prebiotiche possono fare la differenza
Il tipo di integratore di fibre prebiotiche somministrato dopo il trapianto fecale sembra essere la chiave per ottenere benefici per la salute.
In quanto prebiotici, l’organismo umano non è in grado di degradare le fibre, ma alcuni batteri intestinali benefici possono metabolizzarle.
Il team di ricercatori ne ha testato due tipi: la fibra fermentabile, che si trova nei fagioli e in altri alimenti, e la fibra non fermentabile, che si trova nei cereali integrali.
Dopo sei settimane, gli individui che hanno ricevuto un integratore di fibre non fermentabili presentavano una maggiore ricchezza batterica intestinale. La supplementazione ha portato a cambiamenti in diversi generi batterici, incluso l’aumento dei livelli di Phascolarcobacterium, Christensenellaceae, Bacteroides e Akkermansia muciniphila e la riduzione di Dialister e Ruminococcus torques. Phascolarctobacterium e alcune specie di Bacteroides sono state associate a una migliore sensibilità all’insulina.
«La fibra non fermentabile può cambiare la motilità intestinale, oltre ad agire come agente di carica e legante in grado di modificare i livelli degli acidi biliari», ha commentato Karen Madsen.
Conclusioni
I ricercatori hanno in programma di condurre uno studio di maggiore durata e con un maggior numero di partecipanti per scoprire come i trapianti di microbiota fecale combinati con una supplementazione giornaliera di fibre possano migliorare lo stato di salute.
Se gli studi clinici continueranno a mostrare benefici, il trapianto fecale potrebbe diventare una potenziale terapia entro cinque anni.