Gravidanza e allattamento: microbiota materno condiziona l’intestino del figlio

La disbiosi del microbiota intestinale materno in gestazione o allattamento si ripercuote su quello del neonato e influenza l’immunità adattativa sistemica.
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Gravidanza e allattamento: microbiota materno condiziona l’intestino del figlio

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Stato dell’arte
In letteratura ci sono sempre più dati sugli impatti delle abitudini materne durante la gestazione e l’allattamento sul microbiota del neonato. Tuttavia, molti aspetti non sono ancora definitivamente chiari.

Cosa aggiunge questa ricerca
Utilizzando un modello murino trattato con antibiotici i ricercatori hanno verificato gli effetti della disbiosi intestinale materna sul microbiota del neonato.

Conclusioni
Lo studio sottolinea l’importanza di intervenire precocemente per favorire la salute del bambino. Manipolando il microbioma intestinale della madre si potrebbe modificare quello del nascituro.


Un’alterazione del microbiota intestinale materno durante la gestazione, l’allattamento o in entrambe le circostanze, si ripercuote sulla componente batterica della prole andando a influenzarne inoltre l’immunità adattativa sistemica.

È quanto conclude lo studio Donald D. Nyangahu e colleghi della University of Cape Town, in Sudafrica, di recente pubblicazione sulla rivista Microbiome.

Sono sempre di più le ricerche che dimostrano come le abitudini della madre in gravidanza e durante l’allattamento, dieta in primis, influenzino direttamente o indirettamente il microbiota nel nuovo nato. Oltre a queste troviamo anche la tipologia di nutrizione seguita nei primi mesi (al seno o in formula) e l’eventuale esposizione della madre ad antibiotici. È stato inoltre visto su modelli murini come una disbiosi indotta nella madre comporti un’alterazione dell’immunità adattiva nel figlio.

Leggi anche: Dieta in gravidanza: gli effetti sul microbiota intestinale del neonato

Volendo approfondire questi aspetti, i ricercatori hanno quindi testato in vivo gli effetti che l’assunzione orale di vancomicina da parte della madre comporta nel microbiota e nel sistema immunitario del nuovo nato.

Per fare ciò i modelli murini gravidi presi in esame sono stati rispettivamente trattati con vancomicina per 5 giorni prima del parto (gruppo Mg), per14 giorni dopo il parto e quindi solo durante l’allattamento (gruppo Mn), sia in gestazione che in allattamento (gruppo Mgn) o non esposti a vancomicina in qualità di controllo (gruppo Mc). I nati dei vari gruppi sono quindi stati denominati Pg, Pn, Pgn e Pc. Di seguito i principali risultati ottenuti.

Lo studio sul microbiota intestinale di madre e figli

Attraverso l’analisi di sequenziamento 16S rRNA del pellet fecale ottenuto sia dalle madri che dai nuovi nati a 14 giorni dal parto è stato dimostrato che:

  • L’esposizione a vancomicina comporta distinte modificazioni del microbiota materno in relazione al periodo della sua assunzione
  • I valori di alpha-diversity sono inferiori per modelli trattati con antibiotici rispetto ai controllo
  • Tutte le madri trattate con vancomicina dimostrano cluster batterici diversi da quelle di controllo in termini di beta-diversity ma simili per quanto riguarda Mgn e Mn
  • I microbioti di Pn e Pg presentano ridotti valori di alpha-diversity  se comparati a quelli dei Pc
  • I dati di beta-diversity relativi a Pg mostrano ceppi batterici peculiari rispetto a tutti gli altri gruppi suggerendo come le alterazioni antibiotiche indotte in gravidanza siano singolari e con effetti ben specifici
  • I cluster batterici dei figli sono in stretta correlazione con quelli delle madri
  • Sia le madri esposte a vancomicina che i relativi figli presentano un’elevata abbondanza relativa di Proteobacteria vs Mc e, di contro, una ridotta espressione di Bacteroidetes. In particolare:
  • Scarsa abbondanza in tutti i gruppi di intervento è stata dimostrata da B. acidifaciens, B. ovatus, R. gnavus e P. distasonis se confrontati con Pc
  • C. mastitidis si è invece mostrato molto più espresso in Pg rispetto a Pc

Il microbiota intestinale materno influenza quello del latte materno e potenzialmente quello del tratto vaginale

Si è passato quindi alla valutazione dei possibili fattori confondenti e di trasmissione alla prole che avrebbero potuto veicolare i risultati finora ottenuti.

  • Tra tutti gli antibiotici è stata selezionata proprio vancomicina a causa della sua bassa biodisponibilità. Valori trascurabili ne sono infatti stati rilevati nel plasma materno di tutti i modelli trattati andando a suggerire come gli effetti che produce sul microbiota del nuovo nato siano da classificare come indiretti.
  • Anche il microbiota vaginale con il quale in nuovo nato è entrato in contatto durante il parto ha presumibilmente alterato la sua componente batterica intestinale. È stato quindi testato se il microbiota intestinale materno abbia a monte influenzato quello del tratto vaginale. L’indice di Shannon ha presentato i valori più bassi nel gruppo Mg benché in maniera non statisticamente significativa considerando anche il ristretto numero di casi analizzati.
  • Da ultimo, è stata esaminata la componente batterica del latte materno prelevando il contenuto gastrico dei figli subito dopo l’allattamento.  

Le alterazioni indotte da vancomicina sul microbiota intestinale materno si rispecchiano in quelle osservate nel materiale prelevato dai figli sia in termini di alpha- che di beta-diversity, anche a 14 giorni dal parto.

Il microbiota intestinale materno influenza l’immunità adattativa della prole

I nati da madri trattati con vancomicina presentano un profilo immunitario diverso rispetto ai Pc. Nel dettaglio:

  • I nati da madri esposte presentano complessivamente una conta cellulare totale a livello della milza maggiore se confrontati con i controlli. Questa osservazione non è risultata correlata alla presenza di un’eventuale infiammazione in quanto il marker lipocalina-2 ha registrato valori confrontabili in tutti i modelli
  • Il gruppo di Pg presenta una maggiore espressione di CD4+ T rispetto alla restante prole
  • Le proporzioni e la numerosità dei linfociti T effettori e di memoria è risultata simile in tutti i nati da madri esposte indipendentemente dalle tempistiche di trattamento
  • L’espressione dei CD19+B220+ si è dimostrata massima nei Pg rispetto ai Pc
  • Pgn e Pn hanno mostrato maggiori livelli di IgG e IgM nello stomaco se confrontati con Pc

In conclusione possiamo dunque affermare che il microbiota intestinale materno:

  • Influenza il microbiota della prole
  • Influenza quello presente nel latte materno e potenzialmente anche quello vaginale, entrambi ponti di collegamento con il nuovo nato
  • Altera parzialmente il profilo immunitario del neonato

Questo studio, nonostante sia stato condotto in vivo e in attesa quindi di ulteriori approfondimenti, offre buoni spunti di riflessione sull’importanza di intervenire precocemente per favorire la salute del bambino. Andando infatti a manipolare la popolazione batterica intestinale della madre si potrà veicolare anche quella del figlio al fine di ottenere un microbiota fisiologico.

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