L’autismo è uno spettro di condizioni caratterizzate da comportamenti ripetitivi e difficoltà sociali. Un piccolo studio clinico, pubblicato su Cell Host & Microbe, ha dimostrato di recente che il batterio Limosilactobacillus reuteri è in grado di alleviare i problemi sociali nei bambini con autismo, suggerendo la possibile efficacia di trattamenti basati sul microbiota per contrastare questo disturbo.
«Studi precedenti hanno dimostrato in modelli animali per l’autismo che L. reuteri può invertire i problemi sociali attraverso il nervo vago e promuovere la ricompensa sociale prendendo di mira il circuito dopaminergico dell’ossitocina, un pathway coinvolto nei comportamenti sociali», affermano gli autori.
Tuttavia, non è stata ancora dimostrata l’efficacia di L. reuteri anche nell’uomo. Per colmare questa lacuna di conoscenza, Luigi Mazzone dell’Università di Roma Tor Vergata e i suoi colleghi hanno deciso di studiare gli effetti di questo batterio in un gruppo di bambini affetti da autismo.
Migliora solo il comportamento sociale
I ricercatori hanno arruolato nello studio 43 bambini autistici: a 21 è stata somministrata per sei mesi una combinazione di due ceppi specifici di L. reuteri (6475 + 17938), mentre agli altri un placebo.
Il trattamento con L. reuteri è risultato sicuro e sono stati segnalati solo lievi effetti avversi. L’intervento non ha alterato la composizione del microbiota intestinale né ha suscitato cambiamenti nel sistema immunitario dei bambini.
Anche se i bambini che hanno assunto L. reuteri non hanno mostrato miglioramenti nella gravità complessiva dell’autismo o nei comportamenti ripetitivi, sono stati rilevati punteggi più alti nelle misurazioni del comportamento sociale rispetto ai bambini che hanno assunto un placebo.
«Il trattamento con questi due ceppi di L. reuteri migliora selettivamente il funzionamento sociale nei bambini con autismo», affermano i ricercatori.
Ceppo specificità
Successivamente, i ricercatori hanno valutato se entrambi i ceppi di L. reuteri somministrati fossero effettivamente in grado di migliorare il comportamento sociale.
Un modello murino di autismo è stato quindi trattato con ciascun ceppo individualmente: dai dati ottenuti è emerso che solo uno dei due ceppi di L. reuteri (6475) ha migliorato i deficit sociali nei topi.
«Partendo da questi risultati, sarebbe interessante anche determinare se l’effetto prosociale del trattamento con L. reuteri nei bambini con autismo sia mediato solo da questo specifico ceppo. Inoltre, in futuro sarà importante condurre studi di follow-up su gruppi più ampi di bambini autistici, concentrandosi su diversi aspetti del funzionamento sociale» concludono gli autori dello studio.