I batteri che vivono nel nostro intestino possono influenzare la progressione di malattie neurodegenerative come la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Lo studio che lo suggerisce, condotto principalmente su topi e pubblicato su Nature, è il primo a segnalare un legame funzionale tra il microbiota intestinale e la SLA.
La SLA fa parte di un gruppo di malattie neurologiche progressive che colpiscono le cellule nervose responsabili del controllo dei movimenti muscolare volontari come camminare, parlare e masticare. Il tasso medio di sopravvivenza è da 3 a 5 anni dalla diagnosi. I principali fattori di rischio per lo sviluppo della SLA sono genetici, ma si ritiene che alcuni fattori ambientali, incluso il microbiota intestinale, contribuiscano alla progressione della malattia.
Per esplorare il ruolo dei batteri intestinali nella SLA, un gruppo di ricercatori guidati da Eran Blacher, Stavros Bashiardes, Hagit Shapiro e Daphna Rothschild del Weizmann Institute of Science, in Israele, hanno usato antibiotici per ridurre il microbiota intestinale in un modello murino di SLA umana.
Differenze di microbiota nella SLA
I topi trattati con antibiotici hanno mostrato anomalie motorie peggiori durante la progressione della SLA rispetto alle loro controparti non trattate.
Per identificare i ceppi batterici in grado di modulare il decorso della SLA, i ricercatori hanno analizzato i batteri presenti nelle feci di topi trattati e non trattati e hanno trovato differenze precoci e significative nella composizione del microbiota intestinale, che persistevano anche durante la progressione della malattia.
Batteri amici, batteri nemici
Successivamente, il team ha voluto determinare se i cambiamenti nella composizione del microbiota associati alla SLA contribuiscono alla malattia. Hanno testato 11 ceppi, tra cui Parabacteroides distasonis, Ruminococcus torques e Akkermansia muciniphila, tutti correlati alla gravità della SLA. Sebbene nessuno degli 11 ceppi batterici abbiano influenzato le capacità motorie nei topi sani, Parabacteroides distasonis e Ruminococcus torques hanno esacerbato la progressione della malattia nei modelli murini trattati con antibiotici.
Al contrario, l’abbondanza di Akkermansia muciniphila è diminuita gradualmente con il progredire della malattia nel modello murino di SLA. L’aumento dei livelli di A. muciniphila nel modello murino di SLA ha alleviato i sintomi della malattia e prolungato la sopravvivenza. Inoltre, questi topi hanno mostrato livelli più elevati del metabolita batterico nicotinamide rispetto ai topi sani che hanno ricevuto A. muciniphila, il che suggerisce che la nicotinamide prodotta da questo batterio potrebbe essere utile.
Infatti, il team ha trovato diversi geni la cui espressione è risultata alterata da A. muciniphila o dalla nicotinamide.
Studi sull’uomo
Anche in uno studio su piccola scala condotto sull’uomo (37 individui con SLA e 29 individui sani), i ricercatori hanno osservato cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale e ridotti livelli di nicotinamide.
Sebbene siano necessarie ulteriori indagini per confermare i risultati preliminari nell’uomo, lo studio suggerisce un potenziale ruolo dei microbi intestinali nella SLA che potrebbe aiutare gli sforzi volti a identificare obiettivi terapeutici ambientali e microbici.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione