L’uso di tabacco, fumato o masticato, non soltanto aumenta considerevolmente il rischio di tumore al cavo orale, ma incide anche sulla composizione e funzionalità del microbioma locale, che risulta diverso rispetto ai controlli sani.
Potenzialità diagnostiche e/o terapeutiche sembrerebbero quindi nascere dalla comunità batterica nonostante ulteriori approfondimenti (anche di causa-effetto) siano necessari.
È quanto conclude il lavoro di Divya Gopinath e colleghi del Prince Philip Dental Hospital di Hong Kong (Cina) pubblicato su Clinical Oral Investigations.
Sigarette e tumori del cavo orale
Nonostante le campagne di informazione e le norme legislative abbiano ridotto il consumo di tabacco e derivati in Europa e Usa, una controtendenza si sta osservando nel continente africano e in Asia con un inevitabile aumento di patologie ad esso correlate quali il tumore al cavo orale.
Sono infatti molti gli agenti carcinogeni contenuti nel tabacco in grado di impattare negativamente sia sulla funzionalità cellulare dell’ospite sia, con ogni probabilità, su quella dei microrganismi commensali.
A tal proposito, i ricercatori hanno qui verificato se il consumo di tabacco inducesse modificazioni della comunità batterica orale andando a favorire l’insorgenza tumorale.
Per farlo, sono stati analizzati e confrontati tamponi della mucosa orale di fumatori (n=17), masticatori di tabacco (n=14) e controlli (non utilizzatori di tabacco, n=13).
Lo studio sul microbiota orale
Valutandone la struttura batterica si è visto come:
- la diversità sia significativamente maggiore nel gruppo tabacco rispetto ai controlli
- il pattern di composizione si differenzi notevolmente tra fumatori e masticatori di tabacco nonostante non si siano mostrate associazioni con i livelli di monossido di carbonio (più elevato nei fumatori)
- 103 OTUs sono stati identificati nei masticatori, 102 nei fumatori, 95 nei controlli
- nonostante le differenze gruppo dipendenti, i phyla Fusobacteria, Firmicutes, Proteobacteria, Bacteriodetes, Actinobacteria e Candidatus saccharibacteria sono stati riconosciuti come appartenenti al core in quanto sempre espressi. A livello di genere troviamo invece Fusobacterium, Leptotrichia, Streptococcus, Saccharibacterium, Rothia, Capnocytophaga, Campylobacter, Atopobium, Fretibacterium, Streptophyta e Parvimonas
Andando poi a confrontare le abbondanze relative, si è visto un aumento del genere Fusobacteria indipendente dalla modalità di uso del tabacco. Infatti:
- taxa appartenenti a Fusobacterium, Catonella, e Fretibacterium sono risultati aumentati nei masticatori rispetto ai controlli, Fusobacterium e Campylobacter vs fumatori
- Fusobacterium, Shuttleworthia, e Saccharibacterium hanno invece mostrato un incremento nei fumatori rispetto ai controlli
Passando poi alla funzionalità batterica, sette pathways sono risultati più abbondanti nei fumatori vs controlli (biosintesi dei nucleotidi, metabolismo della glicina ecc.), 10 nei masticatori rispetto ai rimanenti due gruppi principalmente correlati a metabolismo amminoacidico.
Conclusioni
Il tabacco quindi, fumato o masticato, impatta sul microambiente batterico favorendo la crescita di ceppi anaerobi con un ruolo già dimostrato per altri quadri oncologici. Le alterazioni compositive si riflettono poi in parte sulla funzionalità metabolica.
La validità della firma batterica come strumento diagnostico e/o preventivo e/o di trattamento, seppur promettente, richiede tuttavia ulteriori conferme, ad esempio, con una dimensione maggiore del campione.