Il fumo di sigaretta non altera in maniera significativa la composizione del microbioma orale: a sostenerlo è uno studio del National Cancer Institute (Bethesda, USA), pubblicato sulla rivista scientifica Microbiome, che ha condotto un’analisi approfondita su campioni prelevati da un piccolo gruppo di partecipanti.
Gli effetti negativi del fumo sono numerosi e ben noti: i fumatori sono più esposti al rischio di tumori, patologie polmonari e periodontiti.
Le comunità batteriche presenti nelle vie respiratorie superiori, entrando in contatto diretto con le sostanze tossiche contenute nel fumo di sigaretta, potrebbero quindi risultare alterate.
Precedenti studi sull’argomento hanno dato risultati contrastanti: in alcuni casi non è stata riscontrata alcuna associazione tra l’abitudine al fumo e il microbioma orale, mentre altri hanno rilevato differenze specifiche su alcune specie batteriche.
La specificità e l’eterogeneità del microbioma orale hanno spinto i ricercatori a prelevare, in questo studio, campioni su nove punti diversi della cavità orale.
Il dato più significativo emerso dalla ricerca è la mancanza di differenze rilevanti tra fumatori e non fumatori per quanto riguarda il microbioma orale: al netto delle differenze fra un sito e l’altro, infatti, la composizione del microbioma non è influenzata dal fumo di sigaretta, eccezion fatta per la mucosa buccale. In quest’ultimo caso, i ricercatori hanno rilevato una minore biodiversità nelle comunità batteriche dei fumatori.
Se la minore biodiversità della mucosa buccale andrà esplorata in futuro con studi più estesi, d’altro canto i ricercatori ipotizzano che l’assenza di alterazioni negli altri siti sia dovuta alle peculiarità del microbioma orale, un sistema ecologico ricco ed eterogeneo, che ospita nicchie biologiche piuttosto peculiari.
Secondo alcuni studi, una comunità ecologica diversificata e complessa è più resistente alle influenze esterne. Lo Human Microbiome Project, iniziativa statunitense mirata a uno studio estensivo sul microbioma umano, sostiene inoltre che le comunità batteriche della cavità orale sono più stabili rispetto alle altre, e tendono a sviluppare tolleranza anche nei confronti di antibiotici.
A fronte di questi risultati, i ricercatori ribadiscono la necessità di ulteriori studi che approfondiscano i potenziali effetti di comportamenti come il tabagismo sul microbioma orale.