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Il microbiota della polvere in casa potrebbe influenzare lo sviluppo cognitivo dei bambini

La precoce esposizione a diverse comunità micotiche nella polvere in spazi chiusi impatta lo sviluppo cognitivo e comportamentale con, tuttavia, effetti negativi se la presenza microbica è eccessiva.
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Il microbiota della polvere in casa potrebbe influenzare lo sviluppo cognitivo dei bambini

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Stato dell'arte
Lo sviluppo cognitivo infantile dipende dalle interazioni neuroimmunitarie. L’immunomodulazione in tenera età potrebbe quindi influenzare le funzionalità neuropsicologiche.
Cosa aggiunge questa ricerca
In questo studio sono state investigate eventuali associazioni tra microbiota della polvere domestica e funzionalità cognitive e comportamentali di bambini in età prescolare.
Conclusioni
La precoce esposizione a diverse comunità micotiche nella polvere in spazi chiusi impatta lo sviluppo cognitivo e comportamentale con, tuttavia, effetti negativi se la presenza microbica è eccessiva.

In questo articolo

La presenza, in ambienti chiusi, di polvere con una diversificata popolazione microbica sembrerebbe migliorare lo sviluppo cognitivo e comportamentale in età infantile. Di contro, un’eccessiva abbondanza delle comunità microbiche potrebbe avere un effetto negativo.

È quanto conclude uno studio coordinato da Yinthe Dockx e colleghi della Hasselt University (Belgio), di recente pubblicato su Microbiome.

Microbiota intestinale e polvere domestica

Durante l’infanzia, i fattori ambientali possono indurre rapidi e marcati cambiamenti nella salute dell’individuo che si protraggono nella vita adulta. 

I risvolti cognitivi sono forse tra i più interessanti da monitorare, considerando la loro reattiva a stimoli esterni. La casa è l’ambiente dove i neonati – infanti trascorrono la maggior parte del tempo, rappresentando quindi un’importante risorsa di contaminanti, polvere ad esempio. 

Sono infatti molti gli studi che dimostrano una correlazione tra il microbiota della polvere domestica e stati di salute in relazione, soprattutto, allo sviluppo di asma. 

Oltre che per la maturazione del sistema immunitario, i primi anni di vita sono fondamentali per lo sviluppo cognitivo e delle interazioni neuroimmunitarie. La polvere, come fattore esterno, ha quindi anch’essa un impatto sulla salute del bambino? 

È quello che hanno cercato di approfondire i ricercatori in questo studio sulla base di campioni e questionari comportamentali (SDQ) e cognitivi (CANTAB) di 176 bambini seguiti dalla nascita a 4-6 anni d’età

I risultati dello studio

Tempistiche di prelievo, caratteristiche proprie del bambino e della madre (età, genere, abitudini ecc.), dell’ambiente casalingo (fumatori, numero di membri ecc.) e della polvere (temperatura, densità) sono stati considerati come fattori confondenti. 

Di seguito le principali evidenze emerse. 

Un’analisi generale del profilo microbico della polvere domestica e di una sua relazione con il comportamento e il livello cognitivo ha mostrato come:

  • la diversità e carica batterica supera di norma quella micotica
  • i risultati di SDQ (questionario per il comportamento) sono risultati inversamente associati con la diversità del microbiota della polvere
  • un incremento nella diversità micotica è negativamente correlata con l’iperattività, associazione positiva invece per la carica batterica
  • una popolazione micotica diversificata sembrerebbe inoltre comportare un miglioramento nell’attenzione e nella risposta psicomotoria
  • di contro, un raddoppio nella carica batterica e micotica sembrerebbe avere effetti negativi sul comportamento e sviluppo cognitivo
  • nessun impatto significativo da parte degli altri fattori confondenti (numero di componenti familiari, tempo passato alla tv, orario del prelievo ecc.)

Conclusioni

Questo lavoro suggerisce quindi come sia importante anche monitorare l’esposizione alla polvere nei neonati-bambini considerando l’impatto sul loro sviluppo e salute nel medio-lungo termine. 

Ulteriori studi sono tuttavia necessari per confermare questi risultati.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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