L’incidenza dell’asma infantile è diminuita negli ultimi anni in alcune parti dell’Europa e del Nord America. Un nuovo studio osservazionale potrebbe spiegarne il motivo. I risultati, pubblicati su The Lancet Respiratory Medicine, suggeriscono che la recente diminuzione dell’incidenza dell’asma infantile sia una conseguenza non intenzionale della riduzione dell’uso di antibiotici nella prima infanzia.
L’asma è la malattia cronica più comune dell’infanzia nei Paesi sviluppati, ma le cause della sua elevata incidenza rimangono poco chiare. Precedenti studi hanno associato l’uso di antibiotici nell’infanzia a un rischio maggiore di sviluppare l’asma.
Per verificare se una diminuzione dell’incidenza dell’asma sia legata a una minor assunzione di antibiotici, un team di ricercatori guidato da Stuart Turvey e David Patrick della University of British Columbia a Vancouver, in Canada, ha utilizzato i dati sui tassi annuali di prescrizioni di antibiotici e di diagnosi di asma nella Columbia Britannica.
Meno antibiotici, poche diagnosi di asma
I ricercatori hanno scoperto che, tra il 2000 e il 2014, si è verificato un calo del 26% delle nuove diagnosi di asma, da 27,3 a 20,2 per 1.000 bambini. Il calo dell’incidenza dell’asma è stato correlato con una riduzione del 61% dell’uso di antibiotici in bambini di età inferiore a 12 mesi durante lo stesso periodo, da 1.253 prescrizioni a 489,1 per 1.000 neonati.
I ricercatori hanno calcolato che un aumento del 10% nella prescrizione di antibiotici è associato a un incremento dell’incidenza di asma infantile del 24%.
Gli autori dello studio hanno anche individuato una correlazione tra l’aumento dell’incidenza di asma e il numero di esposizioni agli antibiotici. I bambini di cinque anni che non avevano mai preso antibiotici, rispetto a quelli che ne avevano assunti, avevano meno probabilità di ricevere una diagnosi di asma.
Antibiotici e alterazioni del microbiota intestinale
Per valutare in che modo la composizione del microbiota intestinale sia correlata all’esposizione agli antibiotici e all’incidenza dell’asma, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da campioni fecali di 917 bambini che hanno partecipato allo studio Canadian Healthy Infant Longitudinal Development (CHILD), che include bambini reclutati in quattro città canadesi dal 2008 al 2012.
I risultati mostrano che il microbiota intestinale dei bambini che hanno assunto antibiotici, rispetto a quello dei bambini che non ne hanno mai assunti, presenta livelli più bassi di sei famiglie batteriche chiave. Tra i batteri che sono risultati ridotti è stato identificato anche Faecalibacterium prausnitzii, noto per essere un microrganismo antinfiammatorio i cui livelli si riducono nelle feci dei pazienti asmatici.
I risultati suggeriscono che i batteri intestinali potrebbero svolgere un ruolo nello sviluppo dell’asma. Tuttavia, il team di ricercatori avverte che lo studio è in grado di mostrare solo correlazioni: è necessario testare le relazioni causali tra l’esposizione agli antibiotici durante la prima infanzia e lo sviluppo dell’asma.
«I risultati ottenuti suggeriscono che la riduzione dell’incidenza dell’asma pediatrica osservata negli ultimi anni potrebbe rappresentare un beneficio inaspettato di un uso prudente di antibiotici durante l’infanzia, agendo attraverso la conservazione della comunità microbica intestinale», concludono i ricercatori.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione