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Neonati: dieta e ambiente principali modulatori del viroma intestinale

I risultati di un recente studio suggeriscono che i bambini acquisiscono il proprio viroma intestinale dalla dieta e dall'ambiente piuttosto che dalle loro madri.
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Neonati: dieta e ambiente principali modulatori del viroma intestinale

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Stato dell’arte
È stato dimostrato che il microbiota intestinale infantile influenza lo sviluppo del sistema immunitario e la salute anche in età adulta. Sono invece ancora pochi gli studi sul viroma intestinale infantile, la comunità di virus che abita il tratto gastrointestinale.

Cosa aggiunge questa ricerca
I ricercatori hanno esaminato e confrontato i viromi di 53 neonati e delle loro madri nell’arco di tre anni, scoprendo che il viroma infantile è costituito principalmente da virus alimentari e ambientali, virus dell’ospite umano e batteriofagi. Al contrario, i virus dell’ospite umano sono stati trovati raramente nel viroma materno. Con il passare del tempo i fagi dei bambini sono diventati più simili a quelli del viroma delle loro madri, ma all’età di tre anni i virus dell’ospite umano erano ancora diversi da quelli del viroma materno. I ricercatori hanno anche trovato virus non ancora descritti nel viroma materno.

Conclusioni
I risultati suggeriscono che i bambini acquisiscono il proprio viroma intestinale dalla dieta e dall’ambiente piuttosto che dalle loro madri.

Sebbene molti studi abbiano caratterizzato i batteri che abitano l’intestino nelle prime fasi della vita, si sa poco del viroma intestinale infantile, la comunità di virus che abita il tratto gastrointestinale. 

Una nuova ricerca suggerisce che i bambini acquisiscono il proprio viroma intestinale dalla dieta e dall’ambiente piuttosto che dalle loro madri. 

«Abbiamo scoperto che la diversità del viroma infantile non è determinata dal contatto con la propria madre, ma più probabilmente deriva dall’alimentazione, dall’ambiente e dalle infezioni», affermano gli autori dello studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Cell Host & Microbe. «In futuro saranno necessari ulteriori studi per determinare in che modo la presenza/assenza o la persistenza di alcuni virus patogeni contribuisca allo sviluppo di patologie più avanti nella vita». 

È stato dimostrato che la composizione del microbiota dei neonati influenza lo sviluppo del sistema immunitario e la salute anche in età adulta

Limiti tecnici hanno finora ostacolato la caratterizzazione del primo viroma umano e la maggior parte degli studi sui neonati ha incluso campioni di piccole dimensioni per brevi periodi di tempo. 

Per colmare questa lacuna di conoscenza, i ricercatori guidati da Charles Chiu della University of California San Francisco hanno esaminato e confrontato i viromi di 53 neonati e delle loro madri nell’arco di tre anni

Viroma intestinale nei neoati

I ricercatori hanno raccolto circa 9 campioni di feci per bambino da 2 settimane dopo la nascita a 3 anni d’età e 5 campioni di feci dalle madri in un periodo di circa 15 mesi. 

Dai risultati ottenuti è emerso che il viroma infantile è composto principalmente da virus alimentari e ambientali, virus dell’ospite umano e fagi. 

I virus più abbondanti sono risultati i fagi delle famiglie Microviridae e Siphoviridae e i virus dell’ospite umano appartenevano alle famiglie Picornaviridae e Anelloviridae

Il viroma delle madri era invece composto principalmente da virus acquisiti con la dieta e dall’ambiente, come Virgaviridae, oltre a fagi come Microviridae e Inoviridae. I virus dell’ospite umano sono stati trovati raramente nel viroma materno. 

Con il passare del tempo i fagi dei bambini sono diventati più simili a quelli del viroma delle loro madri. In particolare, sono risultate diminuite le proporzioni dei virus dell’ospite umano, mentre sono aumentate quelle dei fagi, dei virus alimentari e ambientali. 

Virus non caratterizzati 

All’età di tre anni, i virus dell’ospite umano sono risultati ancora diversi da quelli del viroma materno. 

Inoltre, sebbene sia le madri sia i bambini presentassero alti livelli di Microviridae, Virgaviridae, Siphoviridae e crAssphage, le madri avevano livelli minori di Anelloviridae, Caliciviridae, Picornaviridae e Podoviridae

I ricercatori hanno anche individuato virus precedentemente non descritti solo nel viroma materno, ma non nel viroma infantile. 

«Per spiegare questi dati sono state formulate diverse ipotesi: è possibile che siano stati identificati nuovi virus animali che sono semplicemente componenti di alimenti, oppure è possibile che le madri abbiano acquisito infezioni da nuovi virus dell’ospite umano, vista la varietà della loro dieta e la più lunga esposizione ai virus rispetto ai bambini». spiegano i ricercatori. 

Conclusioni

I risultati supportano dunque ricerche precedenti, secondo le quali il viroma neonatale è correlato solo per il 15% a quello materno. 

Ciò suggerisce che l’ambiente, compreso il latte materno, la pelle e le superfici contaminate, è in grado di influenzare la colonizzazione virale dell’intestino infantile.

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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