Le patologie respiratorie che si manifestano nei neonati da 0 a 6 mesi potrebbero essere influenzate non soltanto dalla composizione del microbiota che risiede nella specifica zona corporea, in questo caso i polmoni e rinofaringe, ma anche dalla rete che si crea tra le varie comunità di microrganismi presenti nel corpo, in particolare quelli dell’asse intestino-polmone.
È quanto concludono Marta Reyman e colleghi della Utrecht University (Paesi Bassi), in uno studio pubblicato su Communication Biology.
Il microbiota e le reti tra microrganismi
Il microbiota umano è ampiamente riconosciuto come un player importante di diverse patologie. Le popolazioni di microrganismi sono diverse da un soggetto all’altro, ma variano anche all’interno dello stesso individuo e possono facilmente essere influenzate da fattori ambientali, dieta o somministrazione di antibiotici.
Quando si cercano evidenze che correlano il microbiota a una patologia, come le infezioni del tratto respiratorio (RTI), normalmente, si indaga sui microrganismi che risiedono in una singola nicchia anatomica, come il polmone, la cavità orale, il rinofaringe, ecc.
Alcuni studi hanno ipotizzato, però, che potrebbero esistere reti tra i microrganismi presenti in varie parti del corpo.
La conoscenza di quali relazioni si instaurano e con che meccanismo si attuano potrebbe migliorare l’approccio diagnostico e favorire lo sviluppo di sistemi terapeutici integrati, utili per la risoluzione di molte patologie.
Infezioni neonatali e il ruolo del microbiota
In questo lavoro sono state indagate le interconnessioni che si creano tra comunità microbiche presenti in differenti nicchie corporee con il fine di rilevare la presenza di una rete globale che possa determinare una maggiore o minore suscettibilità alle RTI nei neonati.
Per farlo è stato usato il sequenziamento dell’rRNA 16S, estratto da campioni raccolti nei primi 6 mesi di vita di 112 neonati sani, in tre siti differenti: cavità orale, rinofaringe e tratto gastrointestinale.
Ciò ha permesso di comprendere lo sviluppo delle reti microbiche nel tempo, studiare eventuali relazioni tra i microbi e identificare le specie fondamentali in ogni ambito.
Dalle analisi è emerso che nella cavità orale il genere più abbondante nei primi 6 mesi di vita è Streptococcus, mentre si parla di Moraxella per il rinofaringe e Bifidobacterium per l’intestino.
Si è evidenziato, inoltre, che dopo la nascita la composizione delle singole nicchie era simile, ma con la crescita queste andavano a differenziarsi.
Ciò è influenzato anche da fattori esterni come la presenza di fratelli minori di 5 anni, animali domestici, allattamento al seno al momento del campionamento, stagione di nascita, esposizione agli antibiotici nel mese precedente al prelievo, frequenza dell’asilo nido, uso del ciuccio e durata della degenza ospedaliera dopo il parto.
Relazioni cross-nicchia
In questo studio non si è valutata esclusivamente la composizione del microbiota delle singole aree, ma si sono analizzati anche le relazioni cross-nicchia.
Da ciò è emerso che una maggiore suscettibilità alle RTI è influenzata da una più alta frammentazione di tali collegamenti.
L’alterazione del microbiota di una zona del corpo, infatti, ha determinato la variazione anche di quello presente in un altro distretto, e ciò non è dovuto all’interazione microbi-microbi, ma ad altri meccanismi, come l’attivazione di vie immunologiche.
Parallelamente a ciò si è vista l’importanza dei microrganismi indipendenti dalla nicchia, presenti in minore concentrazione: essi sono fondamentali per la formazione di una connessione e la loro mancanza può determinare l’instaurarsi di patologie.
Per consolidare le scoperte fatte in questo studio bisognerebbe effettuare ulteriori sperimentazioni, condotte su coorti di bambini di differenti aree geografiche, affiancati da studi in vitro che permetterebbero di comprendere i meccanismi biologici che sono alla base dei risultati.
Conclusioni
Per riassumere, si può affermare che la suscettibilità alle malattie respiratorie nei bambini da 0 a 6 mesi è influenzata non soltanto dal microbiota dell’area interessata, ma anche dalla rete di microrganismi che si forma nell’asse intestino-polmone. Una frammentazione in questo senso, infatti, potrebbe favorire lo sviluppo di patologie.