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Probiotici per lo sport: una review sullo stato dell’arte della ricerca

Probiotici nella dieta degli sportivi: che effetti hanno? Come agiscono? Ecco cosa dice una recente review scientifica dell'ISSN.
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Probiotici per lo sport: una review sullo stato dell’arte della ricerca

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Stato dell'arte
L’attività fisica sembrerebbe influenzare positivamente il microbioma. Non solo. Anche i probiotici stanno dimostrando notevoli benefici e, a tal proposito, il loro consumo è sempre più diffuso anche nell’alimentazione degli sportivi.
Cosa aggiunge questa ricerca
Con questa revisione la Società internazionale di nutrizione sportiva vuole fare il punto sulle evidenze pubblicate in letteratura riguardo i meccanismi d’azione e gli effetti di un supplemento probiotico sul microbioma di atleti di diverse discipline, oltre che sulla loro salute.
Conclusioni
Il supplemento probiotico ha, in generale, un impatto positivo sulla salute, sulla performance sportiva e sul recupero delle forze negli atleti, nonostante il suo effetto dipenda dal ceppo e dalla dose del probiotico e dall’attività fisica praticata. Considerati tuttavia i risultati talvolta discordanti, sono necessarie ulteriori e più mirate ricerche.

In questo articolo

Che l’attività fisica faccia bene a mente e corpo è noto. Non solo. Anche il microbioma ne sembrerebbe influenzato e, per aumentarne i benefici, il supplemento di probiotici nella dieta degli sportivi è sempre più comune. Con quali effetti? E come agiscono?

A queste domande hanno provato a rispondere Ralf Jager e colleghi della Società internazionale di nutrizione sportiva (ISSN) con uno studio di revisione pubblicato recentemente su Journal of the International Society of Sports Nutritions.

Il microbiota degli atleti presenta notevoli differenze rispetto alla restante popolazione per composizione, diversità batterica e funzionalità metabolica. Queste alterazioni sono probabilmente da ricondurre all’esercizio fisico e alla dieta solitamente ricca in proteine o, per gli sport di resistenza, di carboidrati.

Diversi studi dimostrano infatti che:

  • l’esercizio aumenta il rapporto Bacteroides/Firmicutes, stimola la proliferazione di batteri modulanti l’immunità mucosale e migliora le funzionalità della barriera intestinale
  • tra tutti, l’introito proteico sembrerebbe quello che più impatta sulla diversità batterica. Ulteriori studi sull’uomo sono però necessari
  • un aumentato consumo di carboidrati e fibre è associato a un incremento di Prevotella
  • sebbene gli effetti specifici dei grassi siano difficili da determinare, un loro adeguato consumo sembrerebbe importante per il benessere del microbiota.

Se intenso e prolungato, l’esercizio fisico può tuttavia comportare problematiche a livello gastrointestinale (crampi, dolore addominale, reflusso, nausea ecc.). Anche la permeabilità intestinale sembrerebbe risentirne permettendo, di conseguenza, una maggiore traslocazione di batteri (e relative endotossine) nel circolo sistemico. Sostenere quindi l’attività del sistema immunitario locale è importante per prevenire infezioni soprattutto alle vie aeree superiori, vista la loro diffusione. A questo scopo, date le loro proprietà intrinseche, è stato ipotizzato l’utilizzo di probiotici.

Probiotici e performance atletiche

Scarsi e dai risultati talvolta discordanti sono gli studi che valutano l’effetto dei probiotici nella performance sportiva. Vediamo qualche esempio:

  • Lactobacillus fermentum VRI-003 (somministrato a 20 corridori maschi) L. fermentum PCC (a 80 ciclisti agonisti) e L. gasseri 0ll2809 (a 44 atleti universitari) non hanno migliorato significativamente le rispettive prestazioni
  • di contro, la somministrazione di yogurt contenenti S. thermophilus o L. delbrueckii spp. bulgaricus sembrerebbe essere correlata a un aumento della potenza aerobica e quindi della prestazione in 30 atleti di endurance
  • B. breve BR03 e S. thermophilus FP4 hanno dimostrato di facilitare il recupero dopo un danno muscolare.

Inoltre, probiotici a singolo ceppo hanno dimostrato un’efficacia notevolmente inferiore rispetto alle formulazioni miste. Il loro impatto sulla performance sembrerebbe comunque indiretto.

Probiotici e sistema immunitario degli atleti

Dei 22 studi considerati nella revisione, 14 hanno riportato negli atleti miglioramenti a livello del sistema immunitario in seguito a terapia probiotica; nessun effetto significativo invece nei restanti 8 studi.

I benefici maggiori sono stati osservati nella capacità di contrastare le infezioni del tratto respiratorio superiore e i disturbi correlati. A tal proposito, per esempio:

  • la somministrazione giornaliera di B. animalis spp. lactis Bl-04 è stata associata a una riduzione del 27% del rischio di tali infezioni in 465 atleti non agonisti
  • West et al. hanno riportato, rispetto al placebo, una riduzione della sintomatologia associata a infezioni respiratorie somministrando L. fermentum a ciclisti agonisti
  • Salarkia et al. hanno osservato una diminuzione dell’incidenza di infezioni respiratorie in nuotatrici adolescenti correlabile al consumo di yogurt arricchiti di un mix probiotico.

Nonostante qualche dato contrastante e i meccanismi non del tutto chiari per alcuni ceppi, il supplemento probiotico può tuttavia considerarsi un buon sostegno al sistema immunitario degli atleti.

Probiotici e salute gastrointestinale

Gli studi disponibili (n=10), anche in questo caso, riportano risultati non sempre concordi a causa soprattutto di una metodologia di indagine variabile. In alcuni è stata riscontrata per esempio una diminuzione nelle concentrazioni di endotossine e zonulina (proteina che regola le giunzioni strette epiteliali), nei livelli di iper-permeabilità e nella durata dei sintomi gastrointestinali.

Meccanismi d’azione e sicurezza

In che modo i probiotici svolgono queste funzioni? Data la specificità d’azione, il meccanismo dipende dal ceppo e da altri fattori quali dose, durata di somministrazione, condizioni fisiche dell’ospite ecc.  In generale però, i probiotici sembrerebbero:

  • apportare benefici alla barriera intestinale modulando le giunzioni epiteliali strette
  • regolare il sistema immunitario locale mediante la loro adesione alla mucosa intestinale. Agendo inoltre sulla mucina intestinale sembrerebbero in grado di ostacolare l’ingresso e la colonizzazione di patogeni
  • supportare il microbiota e i relativi metaboliti nella loro attività antimicrobica, antiossidante e immunomodulante
  • aumentare l’immunità innata agendo su immunoglobuline, proteine antimicrobiche, fagociti, linfociti
  • sostenere la salute intestinale favorendo l’assorbimento di nutrienti (minerali, peptidi ecc.) e diminuendo i processi infiammatori.

Dal punto di vista della sicurezza, invece, i probiotici sono considerati nel complesso privi di rischi. Tra i ceppi più studiati e da più tempo utilizzati troviamo i Bifidobacterium (spp. adolescentis, animalis, bifidum, breve e longum) e Lactobacillus (spp. acidophilus, casei, fermentum, gasseri, johnsonii, reuteri, paracasei, plantarum, rhamnosus e salivarius).

In vista di un loro supplemento, devono però essere valutate particolari condizioni di salute pre-esistenti (infezioni sistemiche, deficit immunitario ecc.).

Infine, da segnalare uno studio recente coordinato da André Bachi dell’Università di San Paolo in Brasile che ha valutato l’effetto dell’assunzione quotidiana di Lactobacillus casei Shirota (LcS) sulla risposta immunitaria e infiammatoria in 42 maratoneti. Secondo quanto emerso, questo ceppo probiotico sembra in grado di modulare in senso positivo la risposta immunitaria sistemica e a livello respiratorio dopo l’intenso sforzo fisico di una maratona.

In conclusione, dunque, sebbene non ci siano ancora delle vere e proprie raccomandazioni o linee guida relative all’uso di probiotici per gli atleti, i loro potenziali benefici sulle performance e la salute dell’apparato gastrointestinale e del sistema immunitario sono molto incoraggianti. Ulteriori studi sono tuttavia necessari al fine di delinearne un profilo di utilizzo più consapevole ed efficace.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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