Secondo un recente studio condotto sui topi, un comune trattamento antitumorale potrebbe consentire ai batteri commensali di colonizzare i follicoli dei capelli in crescita e causare irritazione cutanea. I risultati, pubblicati su Science Translational Medicine, rivelano infatti perché gli inibitori dell’EGFR, utilizzati per il trattamento di tumori come il cancro del polmone e del colon-retto, causano gravi effetti collaterali cutanei.
Il recettore EGFR è un target importante per molti farmaci antitumorali, ma inibire questo recettore non solo aiuta a combattere le cellule tumorali, ma provoca anche gravi eruzioni cutanee seguite da infezioni da Staphylococcus aureus, prurito e alterazioni dei capelli. Questi effetti collaterali possono ridurre l’aderenza dei pazienti al trattamento e, sebbene antibiotici, corticosteroidi e creme idratanti possano alleviare alcuni dei sintomi, nessun trattamento può prevenire i danni alla pelle.
Per scoprire le cause degli effetti dannosi degli inibitori dell’EGFR e identificare i potenziali trattamenti, un team di ricercatori guidato da Jörg Klufa e Thomas Bauer della Medical University of Vienna ha studiato topi nei quali era stata inibita l’espressione dell’EGFR a livello cutaneo.
Barriera cutanea: ruolo dello Staphylococcus aureus
I topi privi a livello cutaneo del recettore EGFR hanno mostrato difetti della barriera cutanea associati a infiammazione dei follicoli piliferi. Inoltre, l’irritazione cutanea è risultata associata all’espressione di molecole pro-infiammatorie. Ciò ha suggerito che l’inibizione dell’espressione dell’EGFR sia in grado di causare una maggiore suscettibilità della pelle all’infiammazione, ostacolando la funzione delle sue cellule staminali, che normalmente aiutano la barriera cutanea a guarire dopo la crescita dei capelli.
Di conseguenza, batteri commensali come lo Staphylococcus aureus possono invadere la pelle attraverso la barriera cutanea danneggiata e colonizzare l’apertura follicolare dei capelli in crescita, dove i microbi innescano un’ulteriore risposta immunitaria che causa l’infiammazione cronica del follicolo pilifero.
Trattare i topi con antibiotici, che eliminano i batteri dalla pelle, riduce l’infiammazione. Ma la barriera cutanea dei topi rimane danneggiata e continua a esprimere molecole pro-infiammatorie.
Un potenziale trattamento con fattore di crescita FGF7
I ricercatori hanno scoperto che il trattamento di topi privi di EGFR con un fattore di crescita, chiamato FGF7, preserva la barriera cutanea. Ciò suggerisce che FGF7 potrebbe essere usato come approccio terapeutico per mitigare gli effetti collaterali dell’inibizione dell’EGFR.
Tuttavia, non è ancora noto se questa strategia terapeutica sia in grado di contrastare i danni alla pelle nei pazienti oncologici che ricevono inibitori dell’EGFR. Secondo i ricercatori sono necessari ulteriori studi per individuare le cause degli effetti collaterali di questi farmaci antitumorali e identificare opzioni di trattamento efficaci.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione