La sindrome da stanchezza cronica, nota anche come encefalomielite mialgica, è una malattia debilitante i cui fattori scatenanti sono sconosciuti e per la quale non esistono strumenti diagnostici standard.
Un piccolo studio condotto di recente ha ipotizzato che le persone affette da questa patologia tendono ad avere alti livelli di anticorpi contro un tipo specifico di batteri intestinali.
I risultati, pubblicati su Science Advances, suggeriscono che la combinazione dello screening degli anticorpi con gli esami del sangue potrebbe migliorare la diagnosi di encefalomielite mialgica/sindrome da stanchezza cronica (ME/CFS).
Sebbene i fattori scatenanti di questa condizione non siano chiari, alcuni studi hanno suggerito che gli squilibri nella risposta immunitaria e nel microbiota intestinale possano svolgere un ruolo, ancora oggi poco chiaro.
Per colmare questa lacuna di conoscenza, un team di ricercatori guidato da Thomas Vogl ed Eran Segal del Weizmann Institute of Science ha iniziato a studiare il legame tra le risposte immunitarie e i microbi intestinali in 40 pazienti con ME/CFS.
Encefalomielite mialgica e microbiota intestinale
I ricercatori hanno raccolto campioni di sangue da 40 persone con grave ME/CFS e 40 controlli sani. Quindi, ne hanno confrontato le risposte anticorpali con un database di 244.000 microbioti e antigeni virali.
Rispetto alle persone sane, i pazienti con ME/CFS avevano livelli più elevati di anticorpi contro le flagelline (proteine strutturali del flagello, un filamento superficiale che consente la motilità batterica) dei batteri Lachnospiraceae, che includono specie come Roseburia inulinivornas e Roseburia faeci.
Una simile sovrarappresentazione di anticorpi contro le flageline delle Lachnospiraceae è stata già osservata in pazienti con morbo di Crohn.
Possibile biomarker di malattia
Successivamente, il team ha utilizzato tecniche di machine learning per valutare se lo screening per gli anticorpi contro le Lachnospiraceae potesse essere utilizzato insieme agli esami del sangue che vengono generalmente impiegati per diagnosticare la ME/CFS.
Dai dati ottenuti è emerso che la combinazione dei due test ha migliorato del 25% la diagnosi di ME/CFS rispetto ai soli esami del sangue.
«Il sequenziamento del microbioma intestinale di pazienti con grave ME/CFSE non ha rilevato un’elevata abbondanza di Lachnospiraceae, il che indica un ruolo peculiare della risposta anticorpale contro questi batteri», affermano i ricercatori.
Conclusioni
Sebbene i campioni di feci o i dati metagenomici non siano disponibili per gli individui analizzati in questo studio, i risultati forniscono ulteriori prove di un possibile legame tra batteri intestinali e ME/CFS.