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Da analisi del microbiota possibili nuove strategie contro il tumore del pancreas

Un recente studio conferma che ci sono potenziali correlazioni tra la composizione del microbioma intestinale e la risposta a trattamenti oncologici anche nei pazienti affetti da carcinoma del pancreas avanzato. 
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Da analisi del microbiota possibili nuove strategie contro il tumore del pancreas

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Stato dell'arte
La sopravvivenza globale a 5 anni nell’adenocarcinoma del pancreas (PCa) rimane inferiore al 10%. Le caratteristiche genomiche cliniche e tumorali non hanno permesso di identificare i pazienti con sopravvivenza a lungo termine (maggiore di 5 anni, LTS) rispetto a pazienti non LTS. Diversi studi suggeriscono che il microbioma gastrointestinale può influenzare la risposta ai trattamenti per il cancro attraverso l’attivazione del sistema immunitario ma, nel caso specifico del PCa le caratteristiche del microbioma fecale nei pazienti LTS non sono ancora state ben descritte.
Cosa aggiunge questa ricerca
Attraverso l’analisi della composizione del microbiota intestinale mediante sequenziamento del DNA microbico è stato confrontato il microbioma intestinale di 16 pazienti affetti da PCa localizzato LTD liberi da malattia dopo 4 anni dalla fine della terapia sistemica, con quello di 8 pazienti affetti da PCa localmente avanzato di nuova diagnosi.
Conclusioni
Le feci di pazienti lungo sopravviventi da PCa presentano una maggiore abbondanza relativa di Faecalibacterium prausnitzii e Akkermansia muciniphila, ma sono necessari maggiori studi per comprendere i meccanismi alla base di questa correlazione e quindi definire percorsi diagnostico-terapeutici per il trattamento di pazienti affetti dal PCa. Nei pazienti del gruppo controllo è stata notata una maggiore concentrazione di Saccharomyces.

In questo articolo

L’analisi del microbiota intestinale dei pazienti lungo sopravviventi affetti da adenocarcinoma del pancreas (PCa) può contribuire a identificare dei percorsi specifici di diagnosi e cura per tali pazienti? Una prima risposta è riassunta nello studio di Jordan Kharofa e colleghi della Università di Cincinnati (USA), di recente pubblicato su Cancer

Microbiota intestinale e cancro

Sebbene gli approcci terapeutici contro il cancro al pancreas siano migliorati negli ultimi anni, il numero di pazienti con una sopravvivenza superiore ai 5 anni (LTS, long term survivors) è rimasto stabile al 9%.

Diversi studi hanno dimostrato che il microbioma è inestricabilmente coinvolto nell’evoluzione del tumore nei pazienti affetti da cancro.  I microrganismi interagiscono con l’ospite e con il tumore in modo specifico in funzione del contesto clinico patologico, modulando l’attivazione del sistema immunitario e conferendo specificità individuali al fenotipo tumorale osservato. 

La conoscenza dei meccanismi attraverso i quali specifici microrganismi manifestano il loro effetto sul tumore o sull’efficacia dei trattamenti può aiutare a identificare percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati. 

Purtroppo, le conoscenze sul microbioma dei pazienti LTS affetti da PCa sono ancora limitate e in questo studio, seppur con un numero limitati di pazienti, si pongono le basi per ulteriori approfondimenti sulle differenze del microbioma intestinale tra pazienti lungo sopravviventi sia dopo resezione chirurgica che dopo trattamenti sistemici. 

Nello specifico, in questo studio, vengono messi a confronto la composizione del microbioma intestinale di 16 pazienti affetti da PCa localmente avanzato liberi da progressione di malattia dopo 4 anni dal completamento della terapia e 8 pazienti (controllo) con la stessa patologia, ma con una sopravvivenza non definita (follow-up mediano di 2,07 anni) di cui sappiamo che 4 hanno sviluppato una progressione prima dei 2 anni dalla resezione chirurgica.

I risultati dello studio

In seguito all’analisi della composizione microbica:

  • non sono state osservate differenze nella composizione del microbioma dei pazienti LTS e pazienti controllo utilizzando gli indici Shannon/Simpson;
  • è stato osservata nei pazienti LTS una significativa abbondanza relativa delle specie della famiglia Ruminococacceae, in particolare per le specie Faecalibacterium prausnitzii e Akkermansia muciniphila;
  • l’analisi del microbioma fungino non ha mostrato nessuna differenza nella concentrazione di specie Malassezia, in contrasto con altri studi che identificano in tale specie la capacità di accelerare l’oncogenesi e la crescita tumorale modulata dalla migrazione di tali microrganismi dal lumen intestinale al pancreas;
  • nel gruppo di controllo, invece, è stata osservata una maggiore abbondanza relativa del genere Saccharomyces.

Studi precedenti hanno dimostrato che:

  • In modelli murini di PCa in cui è stato trapiantato il microbioma di pazienti LTS è stata osservata una crescita tumorale ritardata.
  • Faecalibacterium prausnitzii e Akkermansia muciniphila sono stati associati ad una maggiore risposta immunitaria in pazienti sottoposti a terapie antitumorali

Faecalibacterium prausnitzii 

Faecalibacterium prausnitzii è un batterio gram-positivo che occupa il 5% del microbiota intestinale negli esseri umani sani. In precedenti studi, in pazienti affetti da melanoma metastatico trattati con immunoterapia, è stata identificata una correlazione tra una maggiore concentrazione di Faecalibacterium prausnitzii e un significativo prolungamento della sopravvivenza libera da malattia. In un altro studio, i ricercatori hanno notato una correlazione tra l’abbondanza del Faecalibacterium nel microbiota delle feci e la presenza nel tessuto tumorale di cellule T CD8+, suggerendo un’associazione immunomediata.

Akkermansia muciniphila

Akkermansia muciniphila è un batterio anaerobio gram-negativo associato al mantenimento dell’integrità del rivestimento intestinale sano con un’abbondanza dello 0,01%–4,0% nelle feci di soggetti sani. La maggiore abbondanza di tale batterio è stata associata a una migliore risposta a immunoterapia in pazienti con melanoma metastatico, carcinoma renale  e carcinoma polmonare non a piccole cellule.

Conclusioni

Questo studio conferma che ci sono potenziali correlazioni tra la composizione del microbioma intestinale e la risposta a trattamenti oncologici anche nei pazienti affetti da carcinoma del pancreas avanzato. 

Purtroppo, i dati raccolti sono ancora molto limitati per questo specifico tumore a causa anche del numero molto contenuto di pazienti che rispondono alla terapia e hanno una sopravvivenza libera da malattia superiore a 5 anni. 

Considerando il sempre crescente interesse a sviluppare studi in oncologia potrebbe essere opportuno sviluppare trial che analizzino il profilo del microbioma dei pazienti e testino anche il potenziale effetto sulla risposta terapeutica e la sopravvivenza dei pazienti.

Vittorio Alfieri

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