Un recente studio, pubblicato sulla rivista Lancet Microbe, fornisce evidenze che indicano come differenze nella composizione del microbiota intestinale nella prima settimana di vita possano essere associate al rischio di sviluppare infezioni virali gravi delle vie respiratorie inferiori nei primi anni di età. Inoltre, lo studio ha identificato specie batteriche potenzialmente rilevanti nella prevenzione di queste infezioni, con implicazioni importanti per la ricerca futura e per lo sviluppo di strategie di intervento.
Microbiota dei neonati: un alleato per la salute futura
Evidenze emergenti suggeriscono che la composizione del microbiota intestinale nei primi momenti di vita abbia effetti profondi sulla salute futura, attraverso la modulazione dello sviluppo del sistema immunitario. Subito dopo la nascita, infatti, i neonati vengono esposti a microrganismi che colonizzano l’intestino e formano il microbiota.
Gli effetti immunitari a lungo termine della composizione iniziale del microbiota intestinale sull’immunità respiratoria sembrano esplicarsi tramite meccanismi che coinvolgono ligandi batterici, metaboliti e cellule immunitarie migranti. Questo collegamento è noto come asse intestino–polmone.
Tuttavia, sono ancora pochi gli studi longitudinali sull’uomo che hanno esplorato l’associazione tra la composizione precoce del microbiota intestinale e le infezioni virali delle vie respiratorie inferiori (vLRTI, viral Lower Respiratory Tract Infection) nei bambini, negli anni successivi alla nascita. Le vLRTI rappresentano la principale causa di ricovero ospedaliero nei lattanti (età <1 anno), ed è stato osservato che una risposta immunitaria equilibrata può influenzare la patogenesi e il decorso di queste malattie.
Caratteristiche e risultati dello studio
Il recente studio prospettico, coordinato dal Prof. Nigel Field dell’University College di Londra, ha arruolato bambini dal Baby Biome Study (BBS), con l’obiettivo di valutare se la composizione del microbiota intestinale dei neonati durante la prima settimana di vita fosse associata ai ricoveri ospedalieri per vLRTI.
Sono state arruolate 3.305 coppie madre-bambino tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2017 in tre ospedali del Regno Unito e sono stati inclusi nello studio solo i neonati del BBS con un campione di feci raccolto nella prima settimana di vita, che fosse già stato sequenziato (1.111, 34%).
La maggior parte dei neonati era nata a termine (996) e in buona salute (1.050); 520 (48%) erano femmine e 562 (52%) maschi. Le feci dei neonati sono state sottoposte a sequenziamento metagenomico shotgun, dal quale sono state analizzate le seguenti caratteristiche del microbiota: diversità alfa (indici di Chao1, Shannon e Simpson) e strutture della comunità (mediante clustering K-Medoids). I partecipanti sono stati seguiti nel tempo tramite collegamento con il database Hospital Episode Statistics–Admitted Patient Care (HES-APC), per identificare eventuali ricoveri per vLRTI nei primi due anni di vita.
I risultati dello studio suggeriscono che una maggiore diversità del microbiota intestinale nella prima settimana di vita potrebbe offrire una certa protezione contro le infezioni virali gravi delle vie respiratorie inferiori nei primi anni. In particolare, i bambini con un microbiota più variegato, valutato attraverso gli indici di diversità, hanno mostrato tassi di ricovero più bassi per questo tipo di infezioni.
Analizzando la composizione del microbiota, i ricercatori hanno, inoltre, identificato tre gruppi distinti (cluster): il primo caratterizzato da una composizione mista, il secondo dominato da Bifidobacterium breve e il terzo, presente esclusivamente nei neonati nati per via vaginale, dominato da Bifidobacterium longum. I bambini appartenenti ai primi due cluster, cioè quelli con microbiota misto o dominato da B. breve, hanno mostrato un rischio maggiore di ricovero per vLRTI rispetto a quelli del terzo cluster, suggerendo un potenziale ruolo protettivo di B. longum.
Implicazioni cliniche e prospettive future
Nel complesso, i dati emersi sottolineano l’importanza del microbiota intestinale che si forma nei primissimi giorni di vita come possibile fattore chiave nella modulazione della risposta immunitaria e nella protezione dalle infezioni respiratorie.
In particolare, la presenza di Bifidobacterium longum nei neonati nati con parto vaginale potrebbe rappresentare un profilo microbico favorevole, associato a una minore incidenza di ricoveri per infezioni virali delle vie respiratorie inferiori. Questi risultati aprono la strada a nuove prospettive di ricerca e suggeriscono la possibilità di sviluppare strategie di prevenzione mirate, basate sulla modulazione precoce del microbiota, per migliorare la salute respiratoria infantile. the elderly in two randomised controlled trials. Vaccine. 2009 Sep 18;27(41):5677-84. doi: 10.1016/j.vaccine.2009.06.094.
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