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Tumori: disbiosi intestinale possibile fattore di rischio in età avanzata

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Tumori: disbiosi intestinale possibile fattore di rischio in età avanzata

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L’incidenza dei tumori aumenta con il passare degli anni. I cambiamenti del microbiota intestinale tipico della terza età, associati a una compromissione del sistema immunitario e allo stato infiammatorio, potrebbero facilitarne lo sviluppo.

Intervenire sulla composizione del microbioma in questa fase della vita potrebbe essere una strategia adatta per favorire la riduzione del rischio tumorale andando ad agire sulla risposta immunitaria e sull’infiammazione.

È quanto conclude il lavoro riassuntivo di Arya Biragyn e Luigi Ferrucci del National Institute on Aging di Baltimore, negli USA, pubblicato su Lancet Oncology.

La vecchiaia è il principale fattore che determina l’insorgenza di tumori e di molte altre patologie croniche le quali, considerando come l’età media si stia globalmente spostando in avanti, stanno via via diventando frontiere di salute pubblica sempre più difficili da affrontare.

Benché tutte le mutazioni non necessariamente evolvano in tumori grazie alla presenza di specifici geni e proteine apoptotiche di controllo o di riparazione del danno, la principale causa di carcinogenesi è da ricondursi a errori nella replicazione del DNA. In alternativa, le cellule mutate possono esser rese senescenti ovvero “dormienti”, in attesa di essere eliminate.

Fondamentale in tutto questo processo è comunque il sistema immunitario, compromesso durante la vecchiaia soprattutto a causa della riduzione fisiologica di cellule T e B naive o della disregolazione di quelle mieloidi, dei neutrofili, dei monociti e dei macrofagi. Tutto ciò comporta un’alterata risposta nei confronti delle cellule mutate le quali, mentre negli individui giovani nella maggioranza dei casi vengono efficacemente identificate ed eliminate, sono libere di accrescere il loro numero e di sviluppare la massa tumorale vera e propria.

Accanto alla disfunzione immunitaria, anche il processo infiammatorio riveste un ruolo importante andando a causare, tra le altre, una modifica nell’equilibrio della componente batterica intestinale che, come è stato già dimostrato, riveste molteplici ruoli nella definizione del nostro quadro clinico.

Il microbioma cambia in relazione all’età e allo stato di salute

È ormai noto come il microbioma non sia una realtà statica ma cambi sia in relazione a fattori esterni che interni tra i quali l’età e lo stato di salute. Si riscontrano infatti notevoli differenze in termini di composizione e abbondanza batterica non solo tra giovani e anziani ma anche tra anziani in buona salute e altri con storia di cancro, qui detti “anziani fragili”.

La componente batterica intestinale delle persone anziane è caratterizzata da un incremento di ceppi pro-infiammatori e dalla riduzione di quelli che portano benefici promuovendo in questo modo la disbiosi e, di conseguenza, la compromissione dell’integrità della barriera epiteliale intestinale con trasferimento in circolo di sostanze o batteri che peggiorano il quadro infiammatorio, spesso causa di disbiosi.

In generale, benché la longevità sia associata a una riduzione dei valori di alpha diversity si registra di norma un aumento dell’abbondanza di alcuni ceppi tra i quali quelli produttori di SCFAs (Clostridium cluster XIVa Ruminococcaceae, Akkeramansia e Christensenellaceae).

Negli anziani fragili tuttavia, come anticipato, si riscontra un profilo batterico differente dai coetanei in buona salute.

Nel dettaglio si ha:

  • perdita di Lactobacillus e Faecalibacterium;
  • abbondanza dei generi Oscillibacter e Alistipes e della famiglia Eubacteriaceae oltre che dei Bacteroides, batteri commensali pro-infiammatori;
  • diminuzione di espressione dei produttori di SCFAs e poliammine a differenza di soggetti di pari età ma senza trascorsi tumorali;
  • carenza di Akkermansia muciniphila, specie coinvolta nel mantenimento dell’integrità della barriera epiteliale intestinale.

Dieta, microbiota intestinale e rischio di tumori nell’anziano

La conferma che il microbioma ricopre un ruolo nella cancerogenesi proviene da studi condotti su modelli germ-free i quali hanno dimostrato una ridotta incidenza di tumori e una maggiore aspettativa di vita dei topi controllo.

Oltre al microbioma, anche la dieta, aspetto fondamentale nella maturazione e composizione batterica, è risultata essere correlata alla salute nell’anziano.

Tra tutte, quella mediterranea sembrerebbe essere la più vantaggiosa ed efficace nel ridurre la fragilità e nel mantenimento dello stato fisico mentre quella occidentale, ricca di grassi e proteine animali, comporta una accelerazione del processo di invecchiamento nonché un aumento di rischio di sviluppare co-morbilità e patologie tumorali.

Ulteriori studi condotti in vivo hanno infatti dimostrato come il microbioma di topi nei quali è stato indotto lo stato di obesità sia molto simile a quello di altri topi non obesi ma in età avanzata. In entrambi i gruppi è stato infatti riscontrata la diminuzione degli eubatteri e un incremento dei patogeni con esacerbazione del quadro infiammatorio implicato nel processo di tumorogenesi, quadro analogo a quello degli individui anziani. Tuttavia, andando a inibire in vivo le vie metaboliche infiammatorie è stato possibile veicolare e ridurre il rischio di sviluppo tumorale.

Il ruolo delle cellule mieloidi in età avanzata

Tra il quadro di alterazione del sistema immunitario tipico dell’età avanzata, il ruolo principale è probabilmente ricoperto dalle MDSCs (myeloid-derived suprressive cells) a causa delle loro molteplici funzionalità.

Una loro eccessiva espressione in pazienti oncologici è generalmente associata a una cattiva prognosi in quanto supportano l’infiammazione e l’angiogenesi andando di contro ad ostacolare la risposta immunitaria inibendo ad esempio l’attività delle cellule T, dei CD8-T antitumorali, dei neutrofili, monociti o macrofagi favorendo al contrario la produzione di sostanze tossiche come le specie reattive dell’ossigeno e nitrogeno.

In conclusione, in base a questo lavoro possiamo affermare che:

  • Con l’avanzare dell’età aumenta il rischio di sviluppare tumore e ciò è da ricondurre probabilmente all’alterazione delle difese immunitarie abbinata a disbiosi intestinale e allo stato infiammatorio;
  • Il microbioma degli anziani in buona salute è diverso da quello dei giovani ma anche da quello dei coetanei con trascorsi oncologici in termini di composizione;
  • La dieta mediterranea contribuisce allo stato di salute nel processo di invecchiamento.
Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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