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Disbiosi intestinale indotta da antibiotici: la dieta può peggiorare la situazione

La dieta influenzerebbe l’alterazione del microbiota intestinale indotta da antibiotici. Ecco in che misura, secondo una pubblicazione su Cell Metabolism.
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Disbiosi intestinale indotta da antibiotici: la dieta può peggiorare la situazione

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Stato dell’arte
Gli antibiotici sono noti per alterare il microbiota intestinale e portare a una ridotta resistenza alle infezioni opportunistiche come la colite indotta da Clostridium difficile, che ha causato il decesso di 29.000 persone solo nel 2011. Tuttavia, rimangono da analizzare i fattori che modulano le risposte del microbiota agli antibiotici.

Cosa aggiunge questo studio
I ricercatori hanno scoperto che gli antibiotici perturbano l’ambiente metabolico intestinale e influenzano l’abbondanza di mRNA correlati al metabolismo microbico. Modificare l’ambiente metabolico intestinale, per esempio attraverso una dieta ricca di zuccheri, altera la suscettibilità dei batteri agli antibiotici.

Conclusioni
I risultati suggeriscono che la dieta potrebbe essere un fattore determinante per alterazione del microbiota intestinale indotta da antibiotici.


Gli antibiotici alterano il numero e il tipo di batteri presenti nell’intestino dei topi, nonché il loro metabolismo, ma la dieta può aggravare questi cambiamenti. Questa è la conclusione di un recente studio, secondo cui la dieta potrebbe essere un fattore determinante per l’alterazione del microbiota intestinale (disbiosi) indotta da antibiotici.

Lo studio, pubblicato su Cell Metabolism, è uno dei primi a studiare i meccanismi attraverso i quali gli antibiotici modificano la struttura e la funzione del microbiota nei topi.

Gli antibiotici sono noti per alterare la flora intestinale e causare una ridotta resistenza alle infezioni opportunistiche come la colite indotta da Clostridium difficile, che ha causato il decesso di 29.000 persone solo nel 2011. Tuttavia, non è chiaro il motivo per cui alcuni batteri tollerano il trattamento antibiotico, mentre altri no.

Per rispondere a questa domanda, Damien Cabral della Brown University, a Providence (Stati Uniti), e i suoi colleghi hanno valutato come i microrganismi intestinali dei topi si sono adattati al trattamento con antibiotici di tre classi diverse.

Cambiamenti guidati dagli antibiotici

Analizzando i campioni di feci di topi trattati con antibiotici, i ricercatori hanno osservato che l’amoxicillina, un antibiotico beta-lattamico comunemente usato per trattare le infezioni dell’orecchio e della gola, riduce drasticamente l’abbondanza di quasi tutte le specie batteriche, ad eccezione dei batteri appartenenti alla famiglia dei Bacteroides. La ciprofloxacina, un fluorochinolone usato per trattare le infezioni del tratto urinario, e la doxiciclina, un antibiotico della classe delle tetracicline usato per le infezioni sinusali, riducono invece l’abbondanza di Bacteroides e aumentano i livelli di Firmicutes.

I cambiamenti nella composizione del microbiota sono risultati associati a una riduzione degli mRNA correlati al metabolismo.

Alterazioni del metabolismo

Dai risultati ottenuti è emerso che il trattamento con amoxicillina è in grado di aumentare i livelli di Bacteroides thetaiotaomicron, un comune microrganismo intestinale ritenuto utile per l’ospite. Dopo il trattamento, Bacteroides thetaiotaomicron aumenta la produzione di enzimi che digeriscono le fibre e l’espressione di geni critici per la resistenza allo stress. Secondo i ricercatori questi cambiamenti sembrano proteggere i batteri dall’antibiotico.

Tuttavia, quando gli studiosi hanno aggiunto glucosio alla dieta dei topi, che in genere è ricca di fibre e povera di zuccheri, Bacteroides thetaiotaomicron è diventato più suscettibile all’amoxicillina. Ciò suggerisce che la dieta può alterare la sensibilità dei microrganismi intestinali agli antibiotici.

Sebbene rimanga ancora da scoprire quali sostanze nutritive sono in grado di influenzare il microbiota e se i risultati ottenuti hanno un’importanza clinica immediata per l’uomo, lo studio suggerisce che la dieta dell’ospite e lo stato metabolico svolgono un ruolo chiave nella suscettibilità del microbiota alla terapia antibiotica.

Traduzione dall’inglese a cura della redazione

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