La somministrazione orale dell’antibiotico tilosina in cani sani comporta un’alterazione del microbiota in termini sia di composizione batterica sia di profilo metabolico, per esempio per quanto riguarda gli acidi biliari non coniugati. Il ritorno a condizioni fisiologiche dopo l’interruzione del trattamento sembrerebbe variabile tra gli individui.
È quanto dimostra lo studio coordinato da Alison C. Manchester della Texas A&M University (USA), di recente pubblicazione su Journal of Veterinary Internal Medicine.
In caso di diarrea acuta o cronica nei cani è comune la somministrazione di tilosina, un antibiotico della classe dei macrolidi. Nonostante non si conosca nel dettaglio il meccanismo che porta all’indurimento delle feci, la modulazione del microbiota indotta da questa classe di farmaci potrebbe essere una spiegazione. Allo scopo di approfondire l’impatto del trattamento sul microbiota fecale, i ricercatori hanno confrontato campioni fecali prelevati da 16 cani adulti sani trattati per 7 giorni con tilosina (n=8) o con placebo all’inizio dello studio (giorno 0), al termine del trattamento (giorno 7) e dopo la sua sospensione (giorno 21 e 63). All’analisi delle caratteristiche fecali e batteriche è stata abbinata una valutazione del profilo metabolico, con particolare attenzione agli acidi biliari non coniugati (UBA). Di seguito i risultati.
Dall’analisi delle caratteristiche del microbiota è emerso che:
- in entrambi i gruppi, al giorno 0 più del 90% della componente batterica apparteneva ai phyla Firmicutes, Fusobacteria e Bacteroidetes
- trattamento e tempo insieme influenzano significativamente l’abbondanza di C. hiranonis, Faecalibacterium, Fusobacterium e Turicibacter, mentre risulta indipendente quella di Blautia
- Blautia, C. hiranonis, Faecalibacterium, Fusobacterium e Turicibacter sono risultati significativamente diminuiti al giorno 7 rispetto al baseline nel gruppo trattato con tilosina
- rispetto al giorno 0, per Fusobacterium è stato registrato un ulteriore decremento al giorno 21, per Fusobacterium e Turicibacter al termine dello studio (giorno 63) sempre nel gruppo trattato con tilosina
- di contro, nel gruppo placebo non sono state osservate alterazioni significative del microbiota in relazione né al tempo né al trattamento e neppure a una loro interazione
- a livello di famiglia, al termine del trattamento (giorno 7) l’abbondanza di Coriobacteriaceae, Paraprevotellaceae, Peptostreptococcaceae e Veillonellaceae è risultata differente tra i due gruppi rispetto al giorno 0, quella di Paraprevotellaceae e Peptostreptococcaceae in maniera significativa. Tali alterazioni non sono tuttavia state confermate al termine dello studio per tutti gli esemplari
- rispetto al baseline, il 7° giorno è stato osservato un decremento significativo nel gruppo con tilosina per quanto riguarda Fusobacteriaceae, Veillonellaceae e Bacteroidaceae, il 63° giorno per Clostridiaceae e Fusobacteriaceae
- l’indice di disbiosi è risultato significativamente aumentato al termine del trattamento con tilosina (giorno 7), non nel gruppo placebo
- contrariamente al gruppo placebo, la beta-diversity del gruppo con tilosina ha dimostrato una variazione nel tempo
- l’alpha-diversity del gruppo in trattamento ha presentato una riduzione significativa al giorno 7 rispetto al baseline, differenza non mantenuta al termine dello studio. Anche in questo caso, il gruppo placebo ha dimostrato valori stabili nel tempo.
Confrontando poi il profilo metabolico si è visto che:
- all’inizio dello studio l’acido desossicolico e l’acido litocolico rappresentano la maggior parte degli UBA secondari (>90%) in entrambi i gruppi
- il trattamento con tilosina ha comportato un arricchimento degli UBA primari rispetto al gruppo placebo al 7° e 21° giorno, differenza in alcuni casi non mantenuta al termine dello studio
- la concentrazione di UBA primari è risultata influenzata dall’interazione tra tempo e trattamento
- il gruppo placebo non ha in generale registrato alcuna alterazione nei livelli di UBA primari o secondari.
In conclusione, quindi, la terapia con tilosina induce profonde alterazioni nelle caratteristiche del microbiota fecale, oltre che nei livelli degli acidi biliari, suoi metaboliti. Tali dati sembrerebbero perciò andare contro l’ipotesi di una sua azione terapeutica mediata da una correzione di una preesistente disbiosi. Ulteriori studi sono tuttavia necessari al fine di delinearne meglio i meccanismi d’azione, nonché confermare i risultati ottenuti in cani con disturbi intestinali.