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Crema probiotica potrebbe aiutare a curare l’acne

Un recente studio mostra che i lattobacilli potrebbero essere usati come terapia alternativa contro l’acne, riducendo l’uso di antibiotici topici.
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Crema probiotica potrebbe aiutare a curare l’acne

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Stato dell’arte
L’acne viene in genere trattata con antibiotici topici, che possono però contribuire al crescente fenomeno della resistenza agli antibiotici.

Cosa aggiunge questa ricerca
Questo studio valuta l’efficacia di tre ceppi di Lactobacillus nel ridurre l’infiammazione causata dall’acne. Una crema contenente lattobacilli è stata applicata quotidianamente da 10 soggetti con acne da lieve a moderata. L’applicazione della crema ha ridotto le lesioni cutanee dei partecipanti e l’abbondanza di stafilococchi cutanei e Cutibacterium acnes, che si ritiene siano coinvolti nella persistenza dell’acne.

Conclusioni
I risultati suggeriscono che i lattobacilli potrebbero essere usati per trattare le comuni lesioni dell’acne, riducendo la necessità di antibiotici topici.

L’acne viene in genere trattata con antibiotici topici, che possono però contribuire al crescente fenomeno della resistenza agli antibiotici. 

Un recente studio mostra che specifici lattobacilli possono aiutare a ridurre le lesioni cutanee causate da questa patologia.

I risultati, pubblicati su Cell Reports Medicine, suggeriscono quindi che i lattobacilli potrebbero essere usati come terapia alternativa contro l’acne, riducendo l’uso di antibiotici topici.

I lattobacilli si trovano tipicamente nell’intestino e nel tratto urogenitale. Producono acido lattico, che può inibire la crescita di un’ampia gamma di altri batteri. 

Dal momento che studi precedenti hanno dimostrato l’attività antinfiammatoria dei lattobacilli in presenza di diverse condizioni, Sarah Lebeer dell’Università di Anversa e i suoi colleghi hanno valutato l’efficacia di tre ceppi di Lactobacillus nel ridurre l’infiammazione in caso di acne.

Crema probiotica normalizza il microbiota cutaneo

In primo luogo, i ricercatori hanno analizzato il microbiota cutaneo di 30 persone senza acne e hanno scoperto sulla pelle delle donne un’abbondanza di lattobacilli 10 volte superiore a quella degli uomini. 

Quindi, il team ha selezionato, in base alla loro capacità di crescita e sicurezza nell’uomo, tre ceppi di Lactobacilli (Lacticaseibacillus rhamnosus GG, Lacticaseibacillus plantarum WCFS1 e Lactiplantibacillus pentosus KCA1), che sono stati inseriti all’interno di una crema che è stata applicata due volte al giorno per otto settimane da 10 persone con acne da lieve a moderata. 

Rispetto al gruppo di controllo che ha utilizzato un placebo, i soggetti che hanno seguito il trattamento presentavano meno lesioni da acne sulla pelle. 

Dopo 14 giorni di utilizzo, l’idratazione della pelle è aumentata di quasi il 40% e nessuno dei partecipanti ha riportato effetti collaterali come eritema o secchezza.

L’applicazione della crema ha anche aumentato sulla pelle i livelli di lattobacilli e ridotto l’abbondanza di stafilococchi cutanei e Cutibacterium acnes, che si ritiene siano coinvolti nella persistenza dell’acne.

Effetti duraturi

Gli effetti benefici della crema a base di lattobacilli sono durati per quattro settimane dopo la fine del trattamento. 

Ciò suggerisce che i microrganismi possono modulare la risposta immunitaria, sebbene i meccanismi sottostanti rimangano poco chiari. 

Inoltre, gli autori hanno ipotizzato che i microbi possano alterare il microbiota della pelle, riducendo i batteri che causano lesioni. 

Saranno tuttavia necessarie ulteriori ricerche per capire come i lattobacilli esercitano i loro effetti benefici nelle persone con acne.

Conclusioni

«Questo studio dimostra che i lattobacilli vivi hanno un potenziale probiotico per la pelle e riducono le lesioni infiammatorie in caso di acne. In futuro saranno necessarie ulteriori analisi dei nostri risultati per contribuire allo sviluppo di nuove terapie cutanee basate sulla modulazione del microbiota, nonché studi meccanicistici sulle possibili funzioni chiave dei batteri lattici per la salute della pelle», concludono i ricercatori.

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