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L’obesità, ma non il diabete, è associata ad alterazioni del microbiota intestinale

L'obesità e l’assunzione di integratori e farmaci tra cui gli antidiabetici sarebbero associate ad alterazioni del microbiota intestinale.
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L’obesità, ma non il diabete, è associata ad alterazioni del microbiota intestinale

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Stato dell'arte
L’obesità e il diabete di tipo 2 sono disturbi metabolici collegati a cambiamenti nel microbiota intestinale. Ma, vista la loro concomitanza, è necessario identificare la “firma microbica” unica per ciascuna condizione.
Cosa aggiunge questa ricerca
Analizzando il microbiota intestinale di soggetti magri non diabetici, obesi non diabetici e obesi con diabete di tipo 2, i ricercatori hanno scoperto che l’obesità è associata a cambiamenti nella composizione del microbiota, tra cui una ridotta abbondanza di Akkermansia, Faecalibacterium, Oscillibacter e Alistipes. Queste alterazioni sono risultate invece modeste per le persone con diabete di tipo 2. Anche l’assunzione di integratori alimentari e farmaci, inclusi gli antidiabetici, è risultata associata a cambiamenti nella composizione del microbiota.
Conclusioni
Secondo quanto emerso dai risultati ottenuti, l’obesità e il diabete di tipo 2 presentano differenze a livello del microbiota. Inoltre, è bene che in studi futuri siano considerati anche il regime dietetico e l’assunzione di farmaci.

In questo articolo

L’obesità, a differenza del diabete di tipo 2, è associata a cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale, come anche l’assunzione di integratori alimentari e farmaci chiave, tra cui gli antidiabetici. Queste sono le conclusioni di uno studio che ha esaminato i microrganismi intestinali di oltre mille persone, inclusi individui magri e obesi con e senza diabete di tipo 2.

L’obesità e il diabete di tipo 2 sono disturbi metabolici collegati a cambiamenti nel microbiota intestinale. Ma, vista la loro concomitanza, è necessario identificare la “firma microbica” unica per ciascuna condizione.

Un nuovo studio, guidato da Louise Thingholm alla Christian-Albrechts-University di Kiel e pubblicato su Cell Host & Microbe, è uno dei primi ad analizzare le caratteristiche microbiche di questi due disturbi, che spesso si presentano contemporaneamente.

Cambiamenti legati all’obesità

I ricercatori hanno analizzato il microbiota intestinale di 1.280 persone, inclusi soggetti magri non diabetici, obesi non diabetici e obesi con diabete di tipo 2. Tutti gli individui inclusi nello studio facevano parte delle coorti della Germania settentrionale PopGen e Focus, che hanno raccolto informazioni sull’uso di droghe e integratori alimentari, nonché su età, sesso, indice di massa corporea e livelli di glucosio a digiuno.

Nelle persone obese, il team di ricercatori ha osservato cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale, inclusi livelli ridotti di Akkermansia, Faecalibacterium, Oscillibacter e Alistipes. Le specie antinfiammatorie Faecalibacterium prausnitzii e Bacteroides thetaiotaomicron sono risultate diminuite negli individui obesi, ma non nelle persone con diabete di tipo 2.

Queste associazioni con il microbiota, tra cui l’aumento dei batteri Escherichia/Shigella, sono risultate meno significative nelle persone con diabete di tipo 2.

Effetti ambientali

I ricercatori hanno anche scoperto che cinque principali classi di farmaci, tra cui analgesici, antipertensivi e antidiabetici, sono associate a cambiamenti nella struttura e nella funzione del microbiota intestinale.

Inoltre, l’assunzione di integratori alimentari, tra cui vitamine e minerali come ferro e calcio, è stato collegato ad alterazioni del microbiota.

Mentre i singoli farmaci e gli integratori alimentari sembrano essere debolmente associati a questi cambiamenti della comunità microbica, l’effetto totale di più farmaci e integratori può essere sostanziale e dovrebbe essere considerato in studi futuri.

Traduzione dall’inglese a cura della redazione

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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