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Celiachia: mix di probiotici riduce i disturbi intestinali correlati

È possibile alleviare i disturbi gastrointestinali della celiachia con un mix di probiotici? Secondo uno studio italiano sembrerebbe di sì.
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Celiachia: mix di probiotici riduce i disturbi intestinali correlati

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In questo articolo

Stato dell’arte
Nonostante una dieta priva di glutine, circa il 30% dei pazienti celiaci lamenta disturbi riconducibili alla sindrome dell’intestino irritabile, probabilmente a causa di disbiosi intestinale.

Cosa aggiunge questa ricerca
Lo studio valuta l’efficacia e la sicurezza della somministrazione di un mix di probiotici in soggetti celiaci che seguono una dieta priva di glutine, ma accusano disturbi tipici della sindrome dell’intestino irritabile.

Conclusioni
Sei settimane di supplemento probiotico migliorano la sintomatologia intestinale e aumentano l’espressione di bifidobacteria.


È possibile alleviare i disturbi gastrointestinali di soggetti celiaci con un mix di probiotici?

Secondo uno studio tutto italiano, coordinato da Ruggiero Francavilla dell’Università di Bari, sembrerebbe di sì.

Lo scopo della ricerca, pubblicata su Journal Clinical Gatroenterology, è stato quello di valutare l’efficacia e la sicurezza della somministrazione combinata di probiotici in soggetti celiaci con disturbi tipici della sindrome dell’intestino irritabile nonostante l’aderenza a una dieta priva di glutine.

Questa situazione interessa circa il 30% di pazienti con celiachia (CD) e, sulla base di recenti studi, molto probabilmente è da ricondurre all’alterazione della componente batterica intestinale.

Una ricerca durata 6 settimane

I ricercatori hanno quindi ipotizzato che la somministrazione dei giusti probiotici potesse ripristinare l’equilibrio del microbiota alleviando la sintomatologia gastrointestinale.

Per verificarlo, a 54 pazienti rispondenti ai criteri di inclusione (celiaci con sintomi da sindrome dell’intestino irritabile) è stato somministrato una volta/die, per 6 settimane, un mix di probiotici costituito da 5 ceppi di batteri producenti acido lattico e Bifidobacteria (Lactobacillus casei LMG 101/37 P-17504, L. plantarum CECT 4528, Bifidobacterium animalis subsp. lactis Bi1 LMG P-17502, B. breve Bbr8 LMG P-17501, B. breve Bl10 LMG P-17500). Ad altri 55 è stato invece somministrato placebo come controllo.

Il periodo di trattamento è stato preceduto da 2 settimane per le valutazioni preliminari e seguito da altre 6 di follow-up per una durata totale dello studio pari a 14 settimane.

Oltre alla sintomatologia gastrointestinale, è stata valutata anche la frequenza di defecazione, la tipologia di feci prodotte e la qualità della vita. Di seguito i risultati ottenuti dai questionari proposti ogni due settimane e dall’analisi dei campioni fecali raccolti.

Così migliorano i sintomi dell’intestino irritabile

Sulla base del “Severity Scoring System” (scala di valutazione della gravità dei sintomi) applicata alla sindrome dell’intestino irritabile è emerso che:

  • all’inizio dello studio il punteggio per il gruppo in trattamento era di circa 295 vs 237 per quello trattato con placebo
  • al termine delle 6 settimane di trattamento, il punteggio dei pazienti riceventi il supplemento probiotico è sceso a circa 170 mentre quello della controparte a circa 200
  • alla fine dell’intero studio (14° settimana) si è registrato un punteggio di 176 circa per il gruppo con probiotici vs 173 per il gruppo con placebo

Sintomi gastrointestinali e probiotici

Il “Gastrointestinal Symptom Rating Scale” è un questionario validato a 15-items ampiamente utilizzato per determinare la gravità dei sintomi gastrointestinali.

Analizzando le risposte dei partecipanti si sono ottenuti i seguenti punteggi:

  • 18.7 nel gruppo con probiotici vs 14.9 nella controparte al baseline
  • 12.2 e 16.7 rispettivamente nel gruppo in trattamento e in quello con placebo al termine delle sei settimane di intervento
  • 10.1 nel gruppo con probiotici vs 9.6 nel gruppo trattato con placebo alla fine dello studio

Frequenza e tipologia di defecazione

La “Bristol Stool Form Scale” è stata invece utilizzata per indagare la frequenza di defecazione e la consistenza delle feci.

  • Dopo il trattamento non sono emerse differenze tra i due gruppi anche se, considerando i valori di partenza, il gruppo ricevente probiotici ha presentato una diminuzione del punteggio più marcata.
  • Al termine dello studio, il punteggio è risultato di circa 2.3 nel gruppo con probiotico vs 2.9 nella controparte.

Qualità della vita

Come ultimo questionario è stato proposto quello di qualità della vita. Sia dopo l’intervento sia alla 14° settimana i due gruppi presentavano una qualità della vita paragonabile.

Composizione del microbiota intestinale

Alle valutazioni soggettive ottenute con i questionari, sono state abbinate analisi di composizione del materiale intestinale raccolto in vari momenti durante lo studio.

  • Rispetto al baseline, dopo 6 settimane di supplemento probiotico, si è osservato sia un aumento del contenuto di batteri totalmente anaerobi (in media da 7.02 a 8.35 log CFU/g) sia, com’era ragionevole supporre, di Lactobacillus, Lactococcus, Streptococcus, Staphylococcus, Bifidobacterium
  • Di contro, nel gruppo con placebo, non si è registrata alcuna variazione nell’espressione batterica.
  • Tra i due gruppi è emersa alcuna differenza statisticamente significativa in termini di ricchezza e diversità batterica. Anche l’attività metabolica è risultata simile.
  • Non si è osservata alcuna differenza considerevole nemmeno per l’abbondanza relativa a, fatta eccezione per il phylum Actinobacteria e il relativo genere Bifidobacterium, più espressi nel gruppo con probiotico.

In conclusione, dunque, il supplemento combinato di probiotici per 6 settimane sembrerebbe efficace nel migliorare i sintomi da sindrome dell’intestino irritabile in pazienti celiaci, influendo in parte sulla composizione batterica intestinale.

Trattandosi tuttavia, a quanto dicono gli autori, del primo studio nel suo genere, ulteriori approfondimenti saranno necessari per confermare questi dati.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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