Il microbiota di ogni individuo è come un’impronta digitale. Tuttavia, secondo un recente studio, le persone che trascorrono del tempo insieme condividono microbi intestinali simili, alcuni dei quali vengono trasmessi di frequente tra amici e parenti.
I risultati, pubblicati su Nature, suggeriscono infatti che una fonte chiave di microbi sono le persone con cui si vive a stretto contatto. Comprendere come si diffondono le specie microbiche associate a malattie cardiovascolari, diabete e altre condizioni potrebbe favorire l’acquisizione di nuove informazioni sulle malattie non infettive associate al microbiota
I primi batteri arrivano dalla madre
Precedenti studi hanno dimostrato che i primi microrganismi vengono trasmessi dalla madre durante la nascita e i primi mesi di vita.
Tuttavia, questo processo non può spiegare l’enorme diversità di microbi osservati negli adulti e non è stato ancora dimostrato come i componenti del microbiota vengano acquisiti e diffusi tra le popolazioni.
I ricercatori guidati da Nicola Segata dell’Università di Trento hanno quindi analizzato più di 9.000 campioni di feci e saliva di persone provenienti da 20 Paesi in tutto il mondo. L’obiettivo del team era identificare come i microbi siano trasmessi da una generazione all’altra e tra le persone che vivono a stretto contatto.
Ceppi materni: nell’intestino fino a 80 anni
I ricercatori hanno scoperto che quasi il 35% delle madri che vivono con i propri figli condivide con loro ceppi batterici simili, seguito dal 12% dei bambini fino a 4 anni che vivono nella stessa famiglia, dall’8% dei gemelli adulti che vivono in famiglie diverse e dall’8% degli adulti che vivono nello stesso villaggio.
I ricercatori hanno confermato che i primi microbi intestinali vengono trasmessi dalla madre durante il parto e che oltre il 15% dei ceppi rilevati nei bambini probabilmente provenivano dalla madre.
«Durante il primo anno di vita, i neonati condividono con le loro madri metà dei ceppi presenti sia nel microbioma infantile sia in quello materno», affermano gli autori.
La condivisione dei microbi si riduce al 27% a 1-3 anni di età e si stabilizza dopo i 3 anni. I batteri ereditati dalla madre sono presenti nel microbiota intestinale dei figli fino a 80 anni.
«Questo potrebbe essere il risultato dell’effetto combinato della trasmissione a lungo termine di microrganismi materni alla nascita e della trasmissione, più avanti nella vita, di microbi all’interno di ambienti sociali condivisi», affermano gli autori dello studio.
Trasmissione da persona a persona
Nella maggior parte delle famiglie, gli individui che convivono condividono un maggior numero di ceppi batterici rispetto a individui non conviventi della stessa popolazione. Bifidobacterium e Bacteroides sono risultate le specie batteriche maggiormente trasmesse all’interno delle famiglie e dalla madre ai figli. In particolare, Bifidobacterium angulatum è il ceppo trasmesso preferenzialmente tra gli individui della stessa famiglia.
Il microbiota orale viene trasmesso più frequentemente attraverso le relazioni sociali rispetto a quanto avviene tra madre e figlio. «Il nostro studio integrativo multi-coorte mostra un’importante trasmissione da persona a persona che finora è stata trascurata«, affermano i ricercatori.
Conclusioni
In futuro sarà necessario comprendere come e in quale direzione i componenti del microbiota vengono trasmessi tra i diversi individui.
«Tenere conto della trasmissibilità e della struttura delle reti sociali aiuterà a migliorare la progettazione degli studi sul microbioma e degli approcci basati sulla sua modulazione», concludono gli autori.