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Steatosi epatica non alcolica: microbioma indicatore prognostico della cirrosi

Monitorare il microbioma intestinale in soggetti con NAFLD potrebbe servire a individuare lo sviluppo di cirrosi. Ecco perché.
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Steatosi epatica non alcolica: microbioma indicatore prognostico della cirrosi

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Stato dell’arte
La presenza di cirrosi correlata a steatosi epatica non alcolica è spesso causa di carcinoma epatico. Diagnosticarla precocemente e con accuratezza è perciò fondamentale. Un aiuto potrebbe venire dal microbioma intestinale.

Cosa aggiunge questo studio
Questo studio confronta il microbioma intestinale di soggetti con steatosi epatica non alcolica con e senza cirrosi vs controlli sani (e relativi familiari) per esaminare le differenze nella composizione batterica e contestualmente la somiglianza tra i parenti, oltre che la possibilità di considerare un certo profilo di microbioma come indice predittivo di cirrosi.

Conclusioni
Il profilo batterico è un buon indice diagnostico per cirrosi correlata a steatosi epatica non alcolica. Ulteriori studi sono però necessari per confermare tali risultati e identificare il meccanismo che sta alla base della correlazione.


Il monitoraggio di specifiche caratteristiche compositive del microbioma intestinale può essere un valido e accurato strumento per la diagnosi di cirrosi associata a steatosi epatica non alcolica. Lo dimostra lo studio coordinato da Cyrielle Caussy della University of California (San Diego), di recente pubblicato su Nature Communications.

Benché la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) sia la principale causa di patologia epatica cronica al mondo, la sua diagnosi è spesso tardiva. La cirrosi ne rappresenta il suo stadio più avanzato, potenziale precursore di un vero e proprio carcinoma. Individuare per tempo gli individui più a rischio di progressione in cirrosi è perciò fondamentale.

Guarda l’intervista: Steatosi epatica, nell’intestino probabile origine

Considerando la comprovata esistenza dell’asse intestino-fegato, tra i fattori implicati in questo processo sembrerebbe esserci anche il microbioma intestinale. I dati a riguardo sono però ancora carenti, soprattutto in termini di accuratezza diagnostica.

Volendo approfondire i precedenti studi, i ricercatori hanno analizzato e confrontato campioni fecali di gemelli con e senza cirrosi correlata a NAFLD vs controlli sani e relative famiglie, per un totale di 203 soggetti. Scopo dello studio è stato quello di determinare un profilo batterico specifico per la progressione in cirrosi e l’eventuale trasmissione familiare di microbioma, oltre che valutare la possibilità di considerare, con un buon grado di affidabilità, certe caratteristiche batteriche come indici diagnostici. Di seguito i risultati.

Correlazione tra famiglia e composizione del microbioma

Analizzando il profilo batterico intestinale in termini di correlazione inter-individuale è emerso che:

  • la correlazione è significativa a livello di phyla solo tra i familiari biologici
  • la correlazione familiare è da ricondurre principalmente ai phyla Bacteroidetes e Actinobacteria
  • la dissimilarità filogenetica dei campioni di parenti è significativamente inferiore rispetto a quella di campioni di soggetti senza legami di sangue, soprattutto nel gruppo di controlli sani e di quelli senza cirrosi con i relativi familiari
  • la coabitazione diminuisce la dissimilarità filogenetica.

Profilo batterico e NAFLD

È stato poi esaminato il microbioma in relazione alle caratteristiche della NAFLD:

  • l’alpha-diversity filogenetica è inversamente proporzionale alla gravità della patologia epatica
  • soggetti con danno epatico medio/moderato presentano una beta-diversity inferiore ai controlli sani. Tuttavia, i valori maggiori sono stati registrati in presenza di patologie a stadi avanzati
  • tutti i soggetti con NAFLD (con e senza cirrosi) hanno mostrato un arricchimento del genere Streptococcus, solo il gruppo con cirrosi di Megasphaera
  • Bacillus e Lactococcus hanno registrato un aumento nei controlli sani e nel gruppo NAFLD senza cirrosi
  • le specie della famiglia Enterobacteriaceae e dei generi Streptococcus e Gallibacterium sono risultati più espressi nel gruppo NAFLD con cirrosi, nel gruppo controllo invece Faecalibaterium prausnitzii, specie del genere Catenibacterium e delle famiglie Rikenellaceae, Mogibacterium, Peptostreptococcaceae.

Associazione microbioma e cirrosi da NAFLD

Applicando il modello statistico Random Forest, i ricercatori hanno individuato 30 caratteristiche peculiari dei soggetti probandi con cirrosi da NAFLD, 27 delle quali batteriche, a cui si aggiungono età, sesso e BMI.

Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, tale modello ha dimostrato inoltre una buona accuratezza diagnostica e sensitività con un AUROC (Area Under the Receiver Operating Characteristics) di 0,87 per la determinazione di fibrosi avanzata e un valore predittivo negativo di 91,6%.

In conclusione, dunque, monitorare specifiche caratteristiche del microbioma intestinale in soggetti con steatosi epatica non alcolica potrebbe rappresentare un valido supporto per individuare quelli che tra loro hanno o stanno per sviluppare una cirrosi. Trattandosi tuttavia di uno studio preliminare saranno necessarie ulteriori indagini al fine di confermare e approfondire tali risultati.

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