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Ansia e depressione post Covid: microbioma intestinale possibile target terapeutico

Un recente studio ha identificato associazioni tra microbioma intestinale, stato mentale, esperienze traumatiche e benessere generale in un gruppo di soggetti spagnoli nel post-Covid. 
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Ansia e depressione post Covid: microbioma intestinale possibile target terapeutico

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Stato dell'arte
Stati ansiosi e depressivi hanno visto un rapido aumento durante e nel post-Covid. Se tralasciamo i più classici farmaci con i relativi effetti collaterali, non esistono al momento interventi mirati.
Cosa aggiunge questa ricerca
In questo studio sono state investigate le caratteristiche del microbiota intestinale associabili alla condizione mentale nel post-pandemia di 92 individui con sintomi depressivi, ansiosi o di disordini da stress post-traumatico.
Conclusioni
Il profilo batterico intestinale è risultato correlato a stati depressivi, ansiosi e traumatici rispettivamente aprendo la strada per ulteriori studi finalizzati a scoprire quale sia il ruolo del microbiota e come intervenire per migliorare la nostra salute mentale.

In questo articolo

Soggetti con depressione ansia o traumi post-pandemia hanno presentato un profilo batterico intestinale peculiare e associato alla condizione mentale. 

Approfondire il ruolo del microbiota nello sviluppo e progressione di questi disturbi rappresenta una buona apertura ad alternative di intervento e prevenzione.

È quanto conclude lo studio di Stefanie Malan-Muller e colleghi dell’University Complutense Madrid (Spagna), di recente pubblicato su Gut Microbes.

Effetti psicologici del long Covid

Ansia, depressione e disordini da stress post-traumatico (PTSD) sono tra le condizioni neuropsichiatriche più diffuse. 

Durante e nel post-pandemia da Covid19, si è avuto un ulteriore incremento di casi. Tra fallimenti dei classici approcci terapeutici e ricadute, si sono rese necessarie alternative. 

Attraverso l’asse intestino-cervello, il microbiota intestinale ha già dimostrato un ruolo nell’equilibrio psicologico in un rapporto bidirezionale. Mentre sono molti gli studi focalizzati sullo stato depressivo, carenti sono invece quelli su altri disturbi quali ansia e disturbo post-traumatico. 

Scopo di questo studio è stato quindi quello di contribuire a completare il quadro includendo 92 soggetti non solo con depressione (n=32), ma anche con ansia (n=81) e sindrome da stress post traumatico (n=16) post-Covid, da soli o in combinazione. Altri 106 individui sono stati inclusi come controlli. 

Ecco quanto emerso dall’analisi del microbioma fecale di questi tre gruppi e della correlazione con le relative sintomatologie valutate con appositi questionari (CESD, STAI-S, STAI-T, e PCL-5). 

I risultati dello studio spagnolo

Dopo aver raccolto informazioni sulle abitudini e qualità di vita dei partecipanti e aver osservato una tendenza a una maggior abitudine al fumo, qualità di vita inferiore e uso di farmaci nei soggetti con disturbi neuropsicologici rispetto ai controlli sani, i ricercatori si sono concentrati sulle eventuali differenze del microbioma intestinale. 

Nel gruppo con sintomatologia ansiosa, infatti, si è registrata una minore diversità batterica. Non solo. Lo stato mentale e l’eventuale esperienza traumatica  sono risultati associati all’abbondanza relativa tassonomica. In particolare:

  • Fusicatenibacter saccharivorans ha mostrato una minore espressione in soggetti con PTSD, depressione e tratti ansiosi rispetto a coloro senza queste comorbilità o ai controlli sani
  • soggetti con depressione hanno registrato maggiori livelli di Proteobacteria, inferiori di Synergistetes
  • l’abbondanza del genere Anerostipes è stata positivamente associata con i livelli di esperienza traumatica in età infantile
  • maggiore espressione di Turicibacter sanguinis per coloro che hanno vissuto esperienze che hanno messo a rischio la loro vita, inferiore invece per il phylum Lentisphaerae

I ricercatori hanno quindi incluso il fattore Covid-19 ed eventuali fattori confondenti (vaccinazioni, infezione ecc.) dimostrando come: 

  • soggetti con precedente infezione hanno un’abbondanza significativamente superiore dei generi Escherichia-Shigella e Holdemania e delle specie Parasutterella excrementihominis e Flavonifractori plautii rispetto a coloro che non hanno avuto il Covid
  • se vaccinati, l’abbondanza relativa di Clostridiales si è mostrata maggiore, inferiore quella dei generi Romboutsia, Clostridium sensu stricto e Intestinibacter bartlettii

Da ultimo sono stati considerati fattori quali la salute generale, lo stile e le abitudini di vita nell’abbondanza tassonomica relativa.

  • il genere Gemmiger ha, ad esempio, mostrato una minor espressione in soggetti in trattamento con medicinali
  • nei consumatori abituali di alcool, per Barnesiella si è registrata un’abbondanza relativa minore rispetto ai non consumatori
  • In casi di parodontite, Dysosmobacter è risultato inferiore rispetto ai soggetti senza tale disturbo
  • in caso di  patologie infiammatorie intestinali croniche, il phylum Verrucomicrobia ha presentato valori significativamente maggiori

Conclusioni

Per riassumere quindi, in questo studio sono state identificate associazioni tra microbioma intestinale, stato mentale, esperienze traumatiche e benessere generale in un gruppo di soggetti spagnoli nel post-Covid. 

Quanto emerso rappresenta quindi un contributo per l’ottimizzazione di interventi per il miglioramento di stati ansiosi, depressivi per un miglioramento della salute generale dell’individuo.

Silvia Radrezza
Laureata in Farmacia presso l’Univ. degli Studi di Ferrara, consegue un Master di 1° livello in Ricerca Clinica all’ Univ. degli Studi di Milano. Borsista all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS dal 2017 al 2018, è ora post-doc presso Max Planck Institute of Molecular Cell Biology and Genetics a Dresda (Germania).

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