La sclerosi multipla è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario danneggia la guaina che protegge le cellule nervose, portando a debolezza muscolare, cecità e persino alla morte. Un recente studio ha dimostrato che una specifica combinazione di microbi intestinali può peggiorare i sintomi della sclerosi multipla nei topi.
I risultati ottenuti, pubblicati su Nature, potrebbero favorire lo sviluppo di trattamenti in grado di migliorare il decorso della malattia.
Studi precedenti hanno dimostrato che i microbi intestinali possono influenzare i sintomi della sclerosi multipla, ma il modo in cui questi microrganismi inducono il sistema immunitario a “danneggiare” le cellule nervose rimane ancora da chiarire. Per rispondere a questa domanda, Hiroshi Ohno del RIKEN Center for Integrative Medical Sciences, in Giappone, e i suoi colleghi hanno somministrato ai topi con sintomi simili alla sclerosi multipla un cocktail di antibiotici per “azzerare” il loro microbiota intestinale.
Sintomi della sclerosi multipla e microbiota nei topi
Il team di ricercatori ha scoperto che la perdita di microbi intestinali provoca un attenuamento dei sintomi della sclerosi multipla. Il trattamento degli animali con un cocktail di antibiotici contenente ampicillina, vancomicina, neomicina e metronidazolo ha avuto gli stessi effetti della somministrazione agli animali della sola ampicillina. Il trattamento con ampicillina ha ridotto l’attività delle cellule immunitarie che attaccano una proteina chiamata glicoproteina oligodendrocitaria mielinica, che favorisce l’adesione della copertura protettiva ai neuroni.
I ricercatori hanno scoperto che solo un microbo, denominato dagli studiosi OTU002, è stato completamente eliminato nei topi trattati con ampicillina. Inoltre, è stato osservato che topi privi di tutti i batteri tranne OTU002 avevano sintomi più gravi rispetto ai topi completamente germ-free.
Tuttavia, i sintomi nei topi colonizzati solo con OTU002 non sono risultati così gravi come quelli del modello murino originale di sclerosi multipla, il che suggerisce che l’effetto coinvolga più di un microbo.
Altri batteri coinvolti
Ulteriori esperimenti hanno permesso ai ricercatori di rintracciare un altro microrganismo, un lattobacillo appartenente alla specie reuteri, anch’esso in grado di modulare l’attività delle cellule immunitarie che attaccano la glicoproteina oligodendrocitaria mielinica.
I topi co-colonizzati con Lactobacillus reuteri e OTU002 presentavano sintomi peggiori rispetto ai topi colonizzati solo con OTU002. Ciò suggerisce che questa combinazione di microbi sia responsabile dei gravi sintomi della sclerosi multipla.
«Altri studi si erano già concentrati sul microbiota fecale, o su un singolo microbo, in pazienti con sclerosi multipla o in modelli murini di questa patologia», dice il primo autore dello studio Eiji Miyauchi. «I nostri dati sottolineano la necessità di considerare gli effetti sinergici dei microbi intestinali sulle malattie autoimmuni e danno speranza ai ricercatori che studiano nuovi trattamenti efficaci per la sclerosi multipla».