I soggetti affetti da autismo spesso sperimentano problemi immunitari e disturbi gastrointestinali associati a infiammazione. Tuttavia, il legame tra autismo e questi fenotipi infiammatori è ancora in gran parte sconosciuto.
Un nuovo studio ha di recente scoperto che nei modelli murini, in seguito a un’infezione contratta durante la gravidanza, alti livelli di specifiche molecole immunitarie possono alterare il microbiota, innescando così nella prole una reazione infiammatoria del sistema immunitario.
Lo studio, pubblicato su Immunity, potrebbe aiutare a spiegare perché i bambini esposti a infezioni durante la gestazione sembrano essere a maggior rischio di sviluppare condizioni neurologiche e disturbi infiammatori.
Infezioni intestinali e autismo
Un team di ricercatori guidati da Gloria Choi del Massachusetts Institute of Technology e Jun Huh della Harvard Medical School ha studiato nei topi gli effetti immunologici a lungo termine sulla prole causati da infezioni contratte dalla madre durante la gravidanza.
Per farlo, i ricercatori hanno iniettato in questi modelli murini un composto che imita un’infezione virale.
Come previsto, la prole di questi topi, ma non quella delle madri di controllo, ha mostrato tratti simili all’autismo e infiammazione intestinale.
Dai risultati ottenuti è emerso che le cellule immunitarie delle madri sottoposte a questa infezione producono alti livelli di interleuchina-17a (IL-17a).
I cuccioli nati da madri a cui è stato iniettato il composto che imita un’infezione virale, ma allevati da topi di controllo, hanno mostrato tratti simili all’autismo, ma non infiammazione intestinale.
Viceversa, quelli nati da topi di controllo, ma allevati da madri che hanno sperimentato l’infezione durante la gravidanza, hanno mostrato solo infiammazione intestinale.
Priming immunitario
Ulteriori esperimenti hanno mostrato che i topi nati da madri che hanno sperimentato un’infezione durante la gravidanza, producono alti livelli di IL-17a.
Questo succede perché le cellule immunitarie di questi topi hanno maggiori probabilità di differenziarsi in cellule che rilasciano IL-17a.
Tale “priming immunitario” è stato osservato anche nella prole di topi germ-free che attraverso un trapianto fecale hanno ricevuto batteri intestinali da topi gravidi con una maggiore risposta all’IL-17a.
Tuttavia, quando il team di ricercatori ha bloccato la produzione di IL-17a nelle madri prima dell’attivazione immunitaria, i cuccioli non hanno mostrato nel corso della vita alcuna forma di infiammazione intestinale.
Inoltre, quando il microbiota intestinale di questi topi è stato trasferito in madri germ-free, i ricercatori non hanno osservato nella prole il “priming immunitario”.
Conclusioni
I risultati suggeriscono dunque che i soggetti autistici che soffrono di condizioni legate all’infiammazione potrebbero essere stati esposti a un processo infiammatorio nell’utero materno.
«Comprendere le intricate interazioni tra l’intestino materno e lo sviluppo neurologico e immunitario della prole ci aiuterà a far fronte agli effetti a lungo termine delle infezioni virali durante la gravidanza, compresi quelli dell’attuale pandemia di COVID-19», concludono i ricercatori.