Il carcinoma orale a cellule squamose è un tumore aggressivo che si ripresenta, nella maggior parte dei casi nei primi due anni, in circa il 20% dei pazienti sottoposti a trattamento.
Di recente, un gruppo di ricercatori ha scoperto che i pazienti che hanno sviluppato nuovamente questa forma tumorale dopo il trattamento hanno un microbiota orale diverso rispetto ai controlli.
I risultati, pubblicati su ACS Infectious Diseases, suggeriscono che la composizione del microbiota orale può essere utilizzata per prevedere una recidiva di questa forma di cancro orale.
Carcinoma orale a cellule squamose
Il carcinoma orale a cellule squamose è un tumore maligno che può svilupparsi in qualsiasi parte della cavità orale. Soltanto la metà dei pazienti affetti da questa neoplasia sopravvive a cinque anni dalla diagnosi.
Precedenti studi hanno osservato un’associazione tra questo tumore e cambiamenti a livello del microbiota orale ed è stata dimostrata la possibilità di utilizzare alcune firme microbiche come biomarcatori della malattia. Tuttavia, al momento, non è chiaro se il microbiota orale possa predire anche una sua recidiva.
Per identificare i biomarcatori microbici associati alla recidiva del carcinoma orale a cellule squamose, i ricercatori guidati da Wei-Ni Lyu della National Taiwan University di Taipei hanno analizzato 54 tamponi orali di pazienti con questa neoplasia, inclusi alcuni che avevano sviluppato una recidiva dopo essere stati trattati.
Firme batteriche nel microbiota orale
Nel microbiota orale di pazienti con e senza carcinoma orale a cellule squamose ricorrente, i batteri dominanti erano Firmicutes, Proteobacteria e Actinobacteria. L’abbondanza di Campylobacteraceae e Lachnospiraceae era invece maggiore solo nei pazienti con recidiva, mentre Cardiobacteriaceae, Atopobiaceae e Neisseriaceae in quelli senza.
I pazienti recidivanti avevano anche livelli più elevati di Peptostreptococcus, Campylobacter, Granulicatella, Porphyromonas, Oribacterium, Actinomyces, Corynebacterium, Capnocytophaga e Dialister, mentre quelli che non avevano sviluppato alcuna recidiva avevano una maggiore abbondanza di Prevotella, Cardiobacterium, Olsenella, Atopobium, Fusobacterium, Lactobacillus, Streptococcus, Leptotrichia e Parvimonas.
Il team ha inoltre individuato pathway legati al metabolismo batterico che vengono attivati in modo differenziale nei pazienti con e senza forme ricorrenti, suggerendo risposte metaboliche alterate tra i due gruppi di pazienti.
Predire la recidiva
I ricercatori hanno identificato cinque firme batteriche (Leptotrichia trevisanii, Capnocytophaga sputigena, Capnocytophaga, Cardiobacterium e Olsenella) che hanno mostrato la maggiore accuratezza nel distinguere tra pazienti con e senza recidiva.
L’utilizzo di un modello che include queste firme microbiche ha consentito ai ricercatori di prevedere la recidiva del carcinoma orale a cellule squamose in un gruppo indipendente di 46 pazienti con una precisione di circa il 75%.
«Questi risultati suggeriscono che i biomarcatori microbici correlati alla recidiva potrebbero fungere da metodo affidabile e non invasivo per prevedere il ripresentarsi del carcinoma orale a cellule squamose. Tuttavia, sono necessari studi più ampi per confermare questa correlazione, nonché per convalidare i cinque biomarcatori microbici» concludono gli autori dello studio.