Oncologia: Ruminococcus gnavus potenzia gli effetti dell’immunoterapia

I risultati di un recente studio suggeriscono che nei topi la combinazione dell’immunoterapia anti-PD-1 con l'assenza della proteina TREM2 genera un ambiente intestinale che promuove l'infiammazione e, di conseguenza, la scomparsa del tumore.
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Oncologia: Ruminococcus gnavus potenzia gli effetti dell’immunoterapia

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Precedenti studi hanno dimostrato che la composizione del microbiota intestinale può influenzare la risposta all’immunoterapia, che consente ai linfociti T di riconoscere e attaccare i tumori.

Cosa aggiunge questa ricerca

I ricercatori hanno scoperto che l’inibizione di TREM2, una proteina che impedisce ai linfociti T di attaccare i tumori, è in grado di potenziare l’efficacia dell’immunoterapia anti-PD-1. Inoltre, nei topi privi di TREM2, la maggior efficacia della terapia anti-PD-1 è risultata associata a cambiamenti nel microbiota intestinale, in particolare a livelli più elevati di Ruminococcus gnavus. La somministrazione orale di questo batterio ai topi prima del trattamento anti-PD-1 ha migliorato la risposta alla terapia e ha favorito sia la riduzione del tumore sia la migrazione dei linfociti T derivati dall’intestino verso il tumore.

Conclusioni

I risultati suggeriscono che nei topi la combinazione dell’immunoterapia anti-PD-1 con l’assenza della proteina TREM2 genera un ambiente intestinale che promuove l’infiammazione e, di conseguenza, la scomparsa del tumore.

In questo articolo

L’immunoterapia in ambito oncologico punta a stimolare il sistema immunitario ad attaccare le cellule tumorali. Negli ultimi anni questo approccio ha mostrato risultati promettenti contro varie neoplasie, tra cui il melanoma e il cancro ai polmoni. 

Tuttavia, soltanto un paziente oncologico su cinque risponde a questo trattamento. 

Un recente studio, pubblicato su Science Immunology, dimostra che nei topi uno specifico ceppo di batteri intestinali può potenziare gli effetti dell’immunoterapia antitumorale.

«Il microbioma svolge un ruolo importante nello stimolare il sistema immunitario ad attaccare le cellule tumorali», afferma l’autore senior dello studio Marco Colonna della Washington University di St. Louis. «In particolare, le nostre scoperte gettano luce su una specie batterica intestinale che nei topi aiuta un farmaco immunoterapico a combattere i tumori».

Precedenti studi hanno dimostrato che la composizione del microbiota intestinale può influenzare la risposta ai farmaci anti-PD-1, che stimolano i linfociti T a riconoscere e attaccare i tumori. Inoltre, in passato il team di Marco Colonna aveva dimostrato che, nei topi, l’inibizione di una proteina chiamata TREM2 favorisce la scomparsa dei tumori. Questa proteina impedisce ai linfociti T di attaccare il tumore ed è prodotta dai macrofagi presenti nel microambiente tumorale. 

Inibizione di TREM2 e risposta terapeutica

I ricercatori hanno scoperto che l’inibizione di TREM2 aumenta la risposta al trattamento anti-PD-1, il che suggerisce che questa proteina riduce l’efficacia dell’immunoterapia. 

Nei topi privi di TREM2, è stato inoltre osservato che una maggiore risposta ai farmaci anti-PD-1 è associata a cambiamenti nel microbiota intestinale. In particolare, i topi che rispondo all’immunoterapia presentano livelli più elevati di Ruminococcus gnavus rispetto ai “non-responder”.

Ulteriori esperimenti hanno dimostrato la presenza di R. gnavus nel microbiota intestinale di pazienti oncologici che rispondono all’immunoterapia. Trapianti di microbiota intestinale da questi pazienti hanno permesso ai topi “non-responder” di trarre beneficio dall’immunoterapia.

Promozione dell’infiammazione

La somministrazione di R. gnavus per via orale ai topi prima del trattamento con farmaci anti-PD-1 è risultata in grado di migliorare la risposta a questa terapia e di ridurre la dimensione dei tumori. 

La somministrazione di R. gnavus ha anche innescato la migrazione dei linfociti T derivati dall’intestino verso i tumori e ha aumentato l’espressione di geni infiammatori nei macrofagi.

I risultati suggeriscono che nei topi la combinazione dell’immunoterapia anti-PD-1 con l’assenza della proteina TREM2 genera un ambiente intestinale che promuove l’infiammazione e, di conseguenza, la scomparsa del tumore.

Conclusioni

«Sarà importante confermare questi risultati nell’uomo, cercando correlazioni tra la risposta ai farmaci anti-PD-1, l’arricchimento di alcune specie nel microbiota intestinale e la reattività dei macrofagi agli stimoli ambientali. Inoltre, sarà utile valutare l’effetto dell’inibizione di TREM2 e PD-1 sulla composizione microbica intestinale ed eventuali correlazioni con la risposta al trattamento» concludono gli autori dello studio.

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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