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Studio italiano indaga il ruolo dei prebiotici nella prevenzione dei tumori gastrointestinali

L’associazione tra un elevato apporto di alcuni prebiotici (raffinosio) e un ridotto rischio di cancro allo stomaco necessita di ulteriori indagini.
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Studio italiano indaga il ruolo dei prebiotici nella prevenzione dei tumori gastrointestinali

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Stato dell’arte
L’assunzione di fibre può ridurre il rischio di cancro del tratto digestivo attraverso la modulazione della composizione del microbiota intestinale. Tuttavia non si conosce bene il ruolo di specifiche frazioni di fibre con attività prebiotica (ad esempio, fruttani di tipo inulina (ITF), fruttoligosaccaridi (FOS) e galattoligosaccaridi (GOS)).

Cosa aggiunge questa ricerca
Valutando l’associazione tra l’assunzione di prebiotici e il rischio di cancro del tratto digestivo superiore e dello stomaco non è stata osservata alcuna associazione tra l’assunzione di prebiotici e il rischio di cancro del cavo orale e della faringe, del rinofaringe e dell’esofago.

Conclusioni
Attualmente non si attribuisce un ruolo importante alle fibre prebiotiche su tumori selezionati del tratto digestivo superiore. Tuttavia l’associazione tra un elevato apporto di alcuni prebiotici (raffinosio) e un ridotto rischio di cancro allo stomaco necessita di ulteriori indagini.

I prebiotici sono substrati utilizzati selettivamente dai microrganismi ospiti che conferiscono benefici alla salute. Le fibre ad attività prebiotica attualmente riconosciute sono i galattoligosaccaridi (GOS) e i fruttani di tipo inulina (ITF), inclusi i fruttoligosaccaridi (FOS). 

Diversi studi hanno dimostrato che l’assunzione di fibre è associata a una riduzione del rischio di tumori del cavo orale e di faringe, esofago, e stomaco. Esistono anche prove limitate dell’associazione tra fibre provenienti da alimenti freschi e cancro del rinofaringe. 

Uno studio, i cui risultati sono stati pubblicati di recente sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, ha indagato l’associazione tra l’assunzione di fibre prebiotiche selezionate, in particolare raffinosio (GOS) e il rischio di cancro del tratto digestivo superiore e dello stomaco, nell’ambito dello studio PrebiotiCa.

Benefici dei prebiotici 

L’assunzione di prebiotici migliora l’integrità e la permeabilità della barriera gastrointestinale, previene la colonizzazione dei patogeni aumentando la pressione competitiva ed è alla base della produzione di composti con effetti antibiotici o immunomodulatori, influenzano favorevolmente la funzione immunitaria e aumentano l’assorbimento dei minerali. 

La maggior parte di questi effetti è attribuita agli acidi grassi a catena corta (SCFA), prodotti dalla fermentazione anaerobica dei prebiotici da parte dei batteri intestinali. Gli SCFA, principalmente acetato, propionato e butirrato, hanno potenti proprietà antineoplastiche. Sebbene la prova più forte del ruolo protettivo degli SCFA riguardi il cancro del colon-retto, altre neoplasie possono essere positivamente influenzate, inclusi i tumori della vescica, della mammella, dello stomaco, del fegato, del polmone, del pancreas e della prostata. 

In particolare, è stato dimostrato che butirrato e propionato inducono apoptosi e necrosi nelle cellule tumorali gastriche in vitro. Inoltre, i prebiotici possiedono gli effetti intrinseci alle fibre alimentari; ad esempio, effetti volumizzanti ed effetti favorevoli sul metabolismo del glucosio e dei lipidi.

Alimenti che contengono prebiotici

Secondo le analisi di laboratorio condotte, i GOS risultano abbondanti nei legumi; in particolare piselli secchi, ceci secchi e fagioli sono gli alimenti con il più alto contenuto di raffinosio. 

Accanto ai legumi, altri alimenti ricchi di raffinosio includono farina integrale, prodotti selezionati a base di cereali integrali e orzo. 

Il raffinosio è stato trovato anche nella farina di grano bianco e nei prodotti a base di grano raffinato, ma in quantità inferiori rispetto ai loro omologhi integrali. 

Raffinosio e tumori gastrointestinali

Nonostante legumi, cereali integrali e fibre integrali siano correlati a una minore incidenza del cancro gastrico, questa associazione non può essere completamente attribuita al loro consumo, come dimostra lo studio PrebiotiCa in merito alla relazione tra raffinosio e riduzione del rischio di cancro allo stomaco. Infatti, sebbene legumi e cereali integrali siano stati collegati a un minor rischio di vari tumori del tratto digestivo superiore, quali quelli della bocca, dell’esofago e del faringe, non si è riscontrata una simile correlazione tra l’assunzione di raffinosio e la diminuzione della suscettibilità a questi tipi di tumori.

Oltre che alle fibre, quindi, l’associazione tra un maggiore consumo di cereali integrali e legumi e un minor rischio di vari tumori del tratto digestivo è probabilmente correlata alla presenza di antiossidanti e composti bioattivi con proprietà antitumorali. 

Inoltre stimare l’assunzione individuale di prebiotici dai dati dei questionari è impegnativo e non esiste una metodologia standard per la determinazione del contenuto prebiotico degli alimenti.

Conclusioni

I risultati dello studio PrebiotiCa non supportano un ruolo importante delle fibre prebiotiche sul rischio di tumori selezionati del tratto digestivo superiore e non ha evidenziato alcuna associazione tra l’assunzione di prebiotici e il rischio di cancro del cavo orale e della faringe, del rinofaringe o dell’esofago. L’associazione tra un’elevata assunzione di raffinosio e una riduzione del cancro allo stomaco necessita di conferma indipendente da studi più ampi.

Redazione

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