L’incidenza delle allergie infantili è aumentata in misura significativa negli ultimi decenni: in particolare negli Stati Uniti le allergie alimentari nei bambini sono aumentate di circa il 50% tra il 1997 e il 2011.
Uno studio italiano pubblicato di recente rivela che specifiche firme del microbiota intestinale sono associate allo sviluppo di allergie alimentari o respiratorie nei primi anni di vita.
I risultati, pubblicati su Nature Communications, potrebbero quindi aiutare a sviluppare nuove strategie per prevenire e curare le allergie infantili.
Allergie, tra genetica e ambiente
Oltre ai fattori genetici anche quelli ambientali, come l’uso di antibiotici, il parto cesareo e la dieta, potrebbero aumentare il rischio dei bambini di sviluppare allergie.
Precedenti studi hanno dimostrato che la maggior parte di questi fattori ambientali modula il microbiota intestinale, ma non è chiaro se i batteri intestinali possano svolgere un ruolo nelle allergie alimentari e respiratorie.
Per analizzare le caratteristiche del microbiota intestinale dei bambini allergici, un team di ricercatori guidato da Danilo Ercolini e Roberto Berni Canani dell’Università di Napoli Federico II ha analizzato campioni fecali di 30 bambini sani e 90 bambini affetti da allergie alimentari o respiratorie.
Microbiota intestinale e allergie infantili
Rispetto ai controlli, i bambini allergici presentavano specifiche firme microbiche, come livelli più elevati di Ruminococcus gnavus e Faecalibacterium prausnitzii e minore abbondanza di Bifidobacterium longum, Bacteroides dorei, B. vulgatus e altri batteri che degradano le fibre.
Inoltre, i bambini con allergie alimentari erano caratterizzati da livelli più bassi di B. vulgatus e livelli più alti di Blautia wexlerae rispetto ai bambini con allergie respiratorie, mentre questi ultimi mostravano una maggiore abbondanza di Anaerostipes hadrus e Prevotella copri.
Nell’arco di 36 mesi, alcuni bambini allergici hanno sviluppato tolleranza immunitaria. Questi bambini hanno mostrato una maggiore abbondanza di B. longum, Lachnospira pectinoschiza e A. hadrus e livelli inferiori di Ruthenibacterium lactatiformans e Clostridium leptum.
Gestione delle allergie
Un’analisi del genoma dei microbi (microbioma) ha rivelato che l’intestino dei bambini allergici è caratterizzato da un potenziale infiammatorio più elevato rispetto a quello dei bambini sani.
Infatti, nel microbioma dei bambini allergici, i ricercatori hanno scoperto un aumento del numero di geni coinvolti nella produzione di lipopolisaccaridi e ureasi: i primi stimolano la produzione di molecole immunitarie infiammatorie e sono stati associati all’insorgenza di rinosinusite allergica, mentre le ureasi sono coinvolte nella degradazione dell’urea e nella produzione di ammoniaca.
«È stato ipotizzato che un aumento del potenziale di degradazione dell’urea possa promuovere la disbiosi del microbiota intestinale ed esacerbare la colite nei topi», osservano i ricercatori.
I risultati suggeriscono che la produzione di molecole pro-infiammatorie può essere associata all’aumento dell’infiammazione tipico delle allergie.
«La manipolazione del microbioma intestinale potrebbe diventare un approccio promettente per nuove strategie preventive e terapeutiche contro le allergie», affermano gli autori.
«Per farlo sarà necessario identificare le firme microbiche tipiche delle malattie allergiche e comprendere il potenziale funzionale delle alterazioni del microbioma».