I bambini pretermine nascono spesso con taglio cesareo e vengono ricoverati in un’Unità di terapia intensiva neonatale, dove ricevono almeno un ciclo di antibiotici che può alterare la popolazione microbica intestinale, portando a infezioni pericolose per la vita e conseguenze a lungo termine sulla salute, come asma ed eczema.
Di recente, un gruppo di ricercatori ha scoperto che somministrare probiotici ai bambini prematuri può aiutare a migliorare la composizione del microbiota intestinale, eliminando batteri potenzialmente in grado di causare malattie.
Bifidobatteri e latte materno
Lo studio, pubblicato su Cell Reports Medicine, è uno dei più grandi nel suo genere condotto su neonati pretermine. «Siamo felici di aver osservato che, individuando il giusto probiotico a base di Bifidobacterium – un batterio che, essendo in grado di digerire il latte materno, può persistere nell’intestino – è possibile ridurre significativamente i batteri potenzialmente nocivi in quanto associati a infezioni gravi», afferma l’autore senior dello studio Lindsay Hall della University of East Anglia, nel Regno Unito.
«Auspichiamo che i nostri risultati saranno utili per indirizzare le future sperimentazioni e la pratica clinica e per indurre i medici e gli operatori sanitari a fare una scelta razionale quando si tratta di combinazioni tra dieta e microbi, in modo da aiutare i bambini prematuri a rischio».
Studi precedenti avevano giù indicato che somministrare probiotici ai bambini prematuri può essere utile, ma non è chiaro come i probiotici modifichino la composizione del microbiota.
Per rispondere a questa domanda, Lindsay Hall e il suo team ha confrontato 101 neonati pretermine ai quali sono stati somministrati ceppi specifici di Bifidobacterium bifidum e Lactobacillus acidophilus con 133 neonati pretermine che non hanno ricevuto alcun probiotico.
Gli effetti sul microbiota e sul sistema immunitario
I ricercatori hanno raccolto e analizzato campioni fecali da ciascun bambino durante i primi 100 giorni di vita. Dai risultati ottenuti è emerso che i neonati che hanno ricevuto probiotici possiedono un microbiota intestinale dominato da Bifidobacterium, mentre quelli a cui non sono stati somministrati presentano batteri tipici del microbiota intestinale di un bambino prematuro e potenzialmente in grado di causare malattie, come Staphylococcus, Escherichia e Klebsiella.
È noto che il Bifidobacterium domina il microbiota dei neonati sani nati a termine che vengono allattati al seno. Questo perché il latte materno umano contiene zuccheri, chiamati oligosaccaridi del latte umano (HMO), grazie ai quali i bifidobatteri proliferano.
I ricercatori hanno scoperto che i bambini che hanno ricevuto probiotici, rispetto quelli a cui non sono stati somministrati, hanno eliminato livelli inferiori di HMO, ma livelli più elevati di prodotti di degradazione degli HMO, come acetato e lattato. Queste molecole possono migliorare la funzione di difesa delle cellule immunitarie e delle cellule che rivestono l’intestino.
Conclusioni
Dai dati ottenuti è emerso anche che i campioni di feci di bambini a cui sono stati somministrati probiotici hanno un pH inferiore rispetto ai bambini che non li hanno ricevuti. Un pH basso può aumentare la salute dell’intestino rendendo l’ambiente gastrointestinale troppo acido per la crescita di alcuni batteri patogeni.
In conclusione, secondo i ricercatori i risultati ottenuti forniscono una migliore comprensione dei meccanismi attraverso i quali i bambini prematuri possono beneficiare dei probiotici.
Inoltre, lo studio sottolinea il ruolo importante che cambiamenti mirati del microbiota attraverso integrazione probiotica svolgono nei neonati prematuri, esercitando modifiche benefiche sulle comunità microbiche intestinali e sui prodotti metabolici finali.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione