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Neonati: il ritardo nella crescita potrebbe dipendere dal microbiota intestinale della madre

Studio pubblicato su Science Advances rivela che il comportamento materno verso la prole varia in base ai batteri dell’intestino della mamma.
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Neonati: il ritardo nella crescita potrebbe dipendere dal microbiota intestinale della madre

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Stato dell’arte
Il microbiota intestinale è in grado di regolare la crescita e lo sviluppo dopo la nascita. Sebbene molti studi abbiano esaminato il ruolo del microbiota nel bambino, rimane da chiarire se e come i microbi intestinali possano influenzare la crescita e lo sviluppo dopo la nascita regolando il comportamento materno.

Cosa aggiunge questo studio
I ricercatori hanno identificato un ceppo intestinale di Escherichia coli che ha inibito la crescita dei topi appena nati. Il ceppo, chiamato E. coli O16: H48, ha modificato il comportamento delle madri, che a sua volta ha provocato la malnutrizione dei cuccioli, con conseguente ritardo dello sviluppo.

Conclusioni
I risultati suggeriscono che il microbiota intestinale dovrebbe essere considerato come una variabile aggiuntiva quando si studia il comportamento materno.

Il microbiota intestinale può influire sulla crescita, sulla resistenza alle malattie e sulla risposta alle infezioni di un individuo. Di recente, un gruppo di ricercatori ha scoperto che i microbi intestinali possono anche regolare lo sviluppo dei topi appena nati alterando il comportamento delle loro madri.

I risultati, pubblicati su Science Advances, suggeriscono che il microbiota intestinale dovrebbe essere considerato come una variabile aggiuntiva quando si studia il comportamento materno.

Molti studi hanno esaminato il ruolo del microbiota nel bambino. Ma rimane da chiarire se e come i microbi intestinali possano influenzare la crescita e lo sviluppo dopo la nascita regolando il comportamento materno.

A questo scopo, Janelle Ayres del Salk Institute for Biological Studies e i suoi colleghi hanno esaminato come diversi ceppi di Escherichia coli, uno dei primi colonizzatori dell’intestino nei neonati, influenzano la crescita nei topi.

Cause del ritardo nella crescita

I cuccioli colonizzati solo con E. coli O6: H1, oppure con E. coli O21: H21, o ancora con E. coli O157: H7 pesavano più dei topi germ-free (ovvero privi di microbi), mentre quelli colonizzati solo con E. coli O16: H48 avevano un peso minore.

E. coli O16: H48 è un derivato di un ceppo umano che è stato isolato dalle feci di un paziente con difterite negli anni ’20 ed è stato ampiamente utilizzato nei laboratori come ceppo standard non patogeno di E. coli.

Anche i topi nati da femmine colonizzate con E. coli O16: H48 hanno mostrato una crescita ridotta. Tuttavia, i ricercatori hanno osservato che è sufficiente far allevare i cuccioli colonizzati con E. coli O16: H48 da topi femmine germ-free per prevenire l’arresto della crescita.

«L’arresto della crescita è causato dalla mancanza di sostanze nutritive», spiegano i ricercatori. «Ciò può essere dovuto a cambiamenti nella qualità o nella quantità di latte fornito dalle madri ai loro cuccioli».

Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che in questo caso l’arresto della crescita è associato a una ridotta quantità di latte fornito dalle madri ai loro cuccioli.

Comportamento materno alterato

Le madri colonizzate con E. coli O16: H48 presentano capezzoli funzionali e producono volumi di latte paragonabili a topi colonizzati con altri ceppi di E. coli.

Tuttavia, le madri colonizzate con E. coli O16: H48 hanno trascorso più tempo a scavare, arrampicarsi, mangiare e bere piuttosto che costruire nidi, allattare o leccare e curare i loro cuccioli, segno di un’alterazione del loro comportamento materno. Ciò ha provocato la malnutrizione dei cuccioli e una ridotta attività di uno specifico ormone della crescita, e di conseguenza un rallentamento della crescita della prole.

«Il nostro studio aggiunge un ulteriore livello di complessità alla nostra comprensione del comportamento materno e dimostra che il microbiota materno lo influenza, probabilmente regolando anche lo sviluppo e la crescita della prole» concludono gli autori dello studio.

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