Alcuni ricercatori hanno creato batteri in grado di colonizzare i tumori e di trasportare in loco farmaci immunoterapici. Lo studio, condotto sui topi, è stato pubblicato sulla rivista Nature Medicine.
L’immunoterapia del cancro – un tipo di trattamento che mira a rafforzare il sistema immunitario del corpo per combattere i tumori – è cresciuta in modo esplosivo negli ultimi dieci anni, ma solo una manciata di tumori risponde al trattamento, e la terapia spesso si traduce in effetti collaterali significativi.
Per trovare un approccio che possa indurre una risposta antitumorale senza innescare tossicità, Sreyan Chowdhury e i suoi colleghi della Columbia University, negli Stati Uniti, hanno deciso di progettare batteri che funzionino come sistemi terapeutici per veicolare anticorpi nei tumori solidi.
Approccio intelligente e mirato contro il tumore
L’approccio si basa su batteri che crescono fino a un certo livello, lisano e rilasciano il loro contenuto, per poi tornare a crescere. Chowdhury e il suo team hanno deciso di utilizzare i batteri Escherichia coli, che crescono al di fuori delle cellule umane, non sono patogeni e persistono per almeno 6 giorni dopo essere stati iniettati in un tumore.
Quando il numero di Escherichia coli raggiunge una soglia critica all’interno del tumore, i batteri sono programmati per autodistruggersi e rilasciare un frammento di anticorpo chiamato nano-anticorpo.
Le cellule tumorali spesso esprimono sulla loro superficie un segnale “non mangiarmi”, che le protegge dall’essere distrutte dalle cellule immunitarie. Così i ricercatori hanno usato un nano-anticorpo che ha come bersaglio il segnale “non mangiarmi” delle cellule, e determina una potente reazione immunitaria contro il tumore.
Poiché i segnali “non mangiarmi” sono presenti altrove nel corpo, e il targeting sistemico di questi segnali potrebbe causare tossicità, il team ha ingegnerizzato i batteri Escherichia coli perché indirizzassero il loro attacco solo contro i segnali “non mangiarmi” all’interno del tumore.
Dai topi alle persone
Usando questo approccio in un modello murino di linfoma, i ricercatori sono stati in grado di mostrare risposte immunitarie specifiche contro il tumore che hanno portato non solo a una regressione completa del tumore nel sito di iniezione, ma anche a un controllo significativo di lesioni tumorali lontane.
Il team sta ora eseguendo ulteriori analisi per testare la sicurezza dei batteri ingegnerizzati in una serie di modelli murini di tumori solidi. Se questi test riusciranno, secondo gli scienziati, si potrebbe arrivare a una sperimentazione clinica in persone malate di cancro.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione