L’appendicectomia, ossia la rimozione chirurgica dell’appendice, sembrerebbe sì proteggerci da una pericolosa infezione nel breve termine, ma anche esporci nel lungo termine a un maggior rischio di disturbi intestinali, morbo di Crohn e colite ulcerosa in particolare, oltre che a infezioni da Clostridium difficile, sepsi e tumore colorettale. Ciò lo si deve al suo ruolo nel mantenimento dell’equilibrio del microbioma intestinale e del sistema immunitario.
Lo conclude lo studio di Seohee Lee e colleghi del Seoul National University Hospital di recente pubblicato su International Journal of Colorectal Disease.
A cosa serve l’appendice?
L’appendicectomia è uno degli interventi chirurgici più diffusi al mondo. Recenti evidenze hanno tuttavia dimostrato come l’appendice abbia un ruolo importante nell’interazione con la flora intestinale e la risposta umorale, influenzando la tolleranza immunitaria e la risposta a sostanze esterne collaborando con i linfonodi del tessuto gastrico.
Con l’abbondante biofilm batterico che la caratterizza ha poi mostrato di sostenere la proliferazione di specie commensali ostacolando quindi quella dei patogeni.
È ragionevole quindi pensare che la sua rimozione comporti un qualche effetto a livello microbico e/o immunitario. Per approfondire questo aspetto, ancora poco chiaro, i ricercatori hanno quindi analizzato retrospettivamente i dati clinici contenuti nel database del sistema sanitario coreano (National Healthcare Insurance Service o NHIS) di pazienti sottoposti all’intervento o meno dal 2005 al 2013.
L’attenzione si è in particolare concentrata sull’eventuale sviluppo di morbo di Crohn, colite ulcerosa, infezioni da C. difficile, sepsi e tumore del colon-retto.
Lo studio su appendicectomia e rischi successivi
Dai dati del database, 914.208 soggetti sono stati sottoposti ad appendicectomia, 2.050.226 sono invece stati identificati come controlli. Dopo il filtro per i criteri di inclusione dello studio, un totale di 829.866 soggetti sono risultati elegibili (243.422 con intervento e 243.422 controlli).
Confrontando la frequenza di comparsa delle patologie considerate nei due gruppi:
- il gruppo sottoposto ad appendicectomia ha mostrato un’incidenza significativamente maggiore di morbo di Crohn (4,4%) e colite ulcerosa (1,78%) rispetto ai controlli
- significativa anche l’associazione tra intervento e infezione da C. difficile, sepsi e tumore del colon-retto
- l’età in cui è stato eseguito l’intervento non ha mostrato un impatto sugli outcome considerati
- il gruppo intervento ha mostrato, in generale, un maggior accesso e utilizzo delle risorse sanitarie rispetto ai controlli
Conclusioni
Grazie all’elevato numero di soggetti inclusi e all’ampio periodo temporale considerato, questo studio conferma, dopo una serie di risultati contrastanti, come la rimozione dell’appendice influenzi la salute intestinale e immunitaria nel lungo periodo, suggerendo una maggiore attenzione nel praticare questo intervento, talvolta salvavita, ma solo nei casi necessari.