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Possedere un gatto potrebbe migliorare il microbiota intestinale dei proprietari

Possedere un gatto avrebbe un effetto sulla funzione del microbiota intestinale e, quindi, a sua volta sulla salute del proprietario.
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Possedere un gatto potrebbe migliorare il microbiota intestinale dei proprietari

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Stato dell'arte
Possedere un animale domestico può ridurre lo stress e migliorare la salute mentale, ma può anche influenzare il microbiota intestinale. Diversi studi hanno dimostrato che gli animali domestici e i loro proprietari hanno microbi intestinali simili e che i bambini che convivono con un animale presentano una maggiore diversità dei batteri intestinali.
Cosa aggiunge questa ricerca
I ricercatori hanno scoperto che i proprietari di gatti hanno livelli aumentati di Proteobatteri. Inoltre, nel microbiota di questi individui i batteri Alcaligenaceae e Pasteurellaceae sono sostanzialmente ridotti, mentre Enterobacteriaceae e Pseudomonadaceae sono aumentati. Sono state osservate anche alterazioni in 50 pathway metabolici, compresi quelli coinvolti nel metabolismo di aminoacidi, vitamine e lipidi. Queste alterazioni sembrano essere più importanti tra le donne e le persone normopeso che possiedono un gatto.
Conclusioni
Possedere un gatto può influenzare la diversità e la composizione del microbiota. Tuttavia, non è chiaro se questi cambiamenti possano apportare benefici per la salute dell’uomo.

In questo articolo

Possedere un animale domestico può ridurre lo stress e migliorare la salute mentale, ma può anche influenzare il microbiota intestinale. I ricercatori hanno scoperto che i proprietari di gatti presentano alterazioni della diversità e della composizione del microbiota intestinale, specialmente le donne e le persone normopeso.

I risultati, pubblicati su PlosOne, supportano l’idea che possedere animali domestici svolga un ruolo nella modulazione del microbiota intestinale. Tuttavia, non è chiaro se questi cambiamenti possano apportare benefici per la salute dell’uomo.

Diversi studi hanno dimostrato che gli animali domestici e i loro proprietari hanno microbi intestinali simili e che i bambini che convivono con un animale presentano una maggiore diversità dei batteri intestinali. Per indagare gli effetti che la convivenza con un gatto ha sulla composizione del microbiota dei suoi proprietari, Guankui Du della Hainan Medical University e i suoi colleghi hanno analizzato i microbi intestinali di 428 individui, di cui 214 possedevano un gatto.

Microbiota intestinale dei proprietari di gatti

Il gruppo di proprietari di gatti incluso nello studio comprendeva 111 donne e 103 uomini, 82 individui in sovrappeso e 132 individui normopeso. In media, i proprietari di gatti  presentavano livelli intestinali aumentati di Proteobatteri.

Inoltre, nel microbiota di questi individui i batteri Alcaligenaceae e Pasteurellaceae sono risultati sostanzialmente ridotti, mentre Enterobacteriaceae e Pseudomonadaceae sono aumentati.

È stata osservata anche un’associazione tra la presenza di un gatto in casa e cambiamenti in 50 pathway metabolici, compresi quelli coinvolti nel metabolismo di aminoacidi, vitamine e lipidi. Di questi pathway, 21 sono risultati alterati nelle donne, mentre solo 13 negli uomini.

Inoltre, i livelli di microbi come cianobatteri, alcaligenaceae ed enterobatteri sono risultati sostanzialmente modificati nelle persone normopeso che possiedono un gatto.

In questi individui, sono stati infatti modificati 41 pathway metabolici, mentre solo 7 sono risultati alterati nei proprietari di gatti in sovrappeso.

Quali effetti sulla salute?

I risultati suggeriscono che i cambiamenti associati alla convivenza con un gatto domestico sono più pronunciati tra le donne e le persone normopeso.

Le previsioni funzionali mostrano che il possesso di un gatto potrebbe portare a una maggiore sintesi di vitamine del gruppo B e aminoacidi, nonché a un miglioramento del metabolismo dei carboidrati.

Le vitamine svolgono un ruolo vitale nella salute dell’uomo e l’aumento del metabolismo del glucosio nel microbiota intestinale può essere utile per tenere sotto controllo la glicemia dell’ospite.

I ricercatori hanno anche scoperto che i pathway correlati agli acidi grassi a catena corta (SCFA) erano aumentati nei proprietari di gatti.

Gli SCFA hanno effetti antinfiammatori, possono influenzare l’ambiente intestinale e regolare il metabolismo energetico dell’ospite. «Pertanto, possedere un gatto ha un effetto sulla funzione del microbioma intestinale che a sua volta può influire sulla salute del proprietario», affermano i ricercatori.

Conclusioni

Poiché i gatti sembrano in grado di influenzare la diversità e la composizione del microbiota intestinale dei loro proprietari, la convivenza con un gatto è un fattore che deve essere considerato negli studi sul microbiota.

«In futuro, studi più ampi e più dettagliati potranno verificare l’impatto della convivenza con un gatto sul microbiota intestinale dei proprietari», concludono i ricercatori.

Giorgia Guglielmi
Giorgia Guglielmi è una science writer freelance residente a Basilea, in Svizzera. Ha conseguito il dottorato in Biologia all’European Molecular Biology Laboratory e il Master in Science Writing al MIT.

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