Il consumo abituale di carne rossa può aumentare i livelli ematici di trimetilammina N-ossido (TMAO), un metabolita associato allo sviluppo di malattie cardiovascolari. Una nuova ricerca suggerisce che la composizione del microbiota intestinale può determinare la possibilità che un elevato consumo abituale di carne rossa si traduca o meno in un aumento dei livelli di TMAO.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Gut, ha identificato infatti i taxa microbici che sembrano influenzare lo stato di salute dell’ospite.
I risultati evidenziano anche l’interazione tra dieta e microbi intestinali nella produzione di metaboliti possono influenzare in particolare la salute cardiometabolica.
TMAO e carne rossa
L’aumento del rischio di eventi cardiovascolari, inclusa la stenosi delle arterie e l’infarto, così come la cattiva salute cardiometabolica, è stato associato ad alti livelli di TMAO, un metabolita microbico generato a partire dalla colina, dalla betaina e dalla carnitina, che si trovano in alimenti come la carne rossa.
I microbi intestinali sono stati associati alla produzione di TMAO, ma non sono state ancora identificate le specie microbiche responsabili.
Per rispondere a questa domanda, Qi Sun della Harvard University TH Chan School of Public Health e i suoi colleghi hanno analizzato le abitudini alimentari, nonché campioni di sangue e feci, di 307 individui sani.
Microbiota intestinale, anello di congiunzione tra dieta e infarto
I ricercatori hanno raccolto dai partecipanti allo studio fino a due campioni fecali e due campioni di sangue, a sei mesi di distanza.
Inoltre, hanno valutato le abitudini alimentari dei partecipanti utilizzando questionari e registri dietetici. Quindi, il team ha valutato i livelli di TMAO nei campioni di sangue e ha analizzato il materiale genetico presente nei campioni fecali per identificare le specie microbiche presenti.
Tutti i partecipanti allo studio hanno riferito di mangiare regolarmente una varietà di cibi animali e vegetali.
I soggetti con livelli di TMAO più elevati erano più anziani e meno attivi fisicamente e avevano maggiori probabilità di consumare quantità maggiori di colina di origine alimentare e di avere livelli ematici più elevati di colina e carnitina.
I ricercatori hanno identificato 10 specie la cui abbondanza era correlata ai livelli ematici di TMAO, comprese 8 specie di Firmicutes, una specie di Bacteroidetes e una specie di Actinobacteria. Specie microbiche come Alistipes shahii, Eubacterium biforme e Roseburia hominis non erano mai state associate a TMAO.
TMAO contenute nel pesce
Dai dati ottenuti è emerso che un’elevata assunzione abituale di carne rossa e colina è risultata correlata a livelli elevati di TMAO soltanto nelle persone che presentano microbi intestinali produttori di questo metabolita, come per esempio Alistipes shahii.
Al contrario, il consumo abituale di pesce è risultato associato a livelli elevati di TMAO indipendentemente dal fatto che i partecipanti presentassero o meno microbi intestinali in grado di sintetizzarlo.
«A differenza della carne rossa, il pesce contiene naturalmente TMA/TMAO e la sua assunzione potrebbe aumentarne rapidamente i livelli senza il contributo del metabolismo microbico della colina/L-carnitina», affermano i ricercatori.
Conclusioni
I risultati suggeriscono che specifici microbi intestinali produttori di TMAO possono modificare l’associazione tra i suoi livelli ematici e l’assunzione di colina.
«Individuare le risposte funzionali del microbiota intestinale agli interventi dietetici può aiutarci nello lo sviluppo di strategie personalizzate per una prevenzione più efficace delle malattie cardiometaboliche», concludono i ricercatori.