Cerca
Close this search box.

Due ampi studi confermano: esiste una “firma microbica intestinale” della depressione

I risultati di un recente studio supportano il legame tra microbi intestinali e depressione e suggeriscono che il microbiota intestinale potrebbe rappresentare in futuro un bersaglio per nuove terapie.
CONDIVIDI →

Due ampi studi confermano: esiste una “firma microbica intestinale” della depressione

CONDIVIDI →

Stato dell’arte
Precedenti studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra il microbiota intestinale e i sintomi depressivi e che entrambi variano in base all’etnia. Tuttavia, i meccanismi biologici che legano microbiota e depressione sono ancora poco chiari.

Cosa aggiunge questa ricerca
I ricercatori hanno analizzato il microbiota di oltre 3.200 persone di sei gruppi etnici e hanno identificato una firma microbica associata a sintomi depressivi che non varia tra i gruppi. In un secondo studio, l’analisi del microbiota intestinale di circa 1.000 persone provenienti dai Paesi Bassi ha permesso di individuare 13 taxa microbici associati a sintomi depressivi, la maggior parte dei quali è coinvolta nella produzione di messaggeri chimici legati alla depressione. I risultati sono stati poi replicati nei partecipanti europei del primo studio.

Conclusioni
I risultati supportano il legame tra microbi intestinali e depressione e suggeriscono che il microbiota intestinale potrebbe rappresentare in futuro un bersaglio per nuove terapie.

La depressione colpisce più di 320 milioni di persone in tutto il mondo ed è una delle principali cause di morte.

Di recente, due studi hanno identificato specifici batteri intestinali coinvolti nella produzione di messaggeri chimici legati a questo disturbo.

I risultati, pubblicati su Nature Communications, suggeriscono che il microbiota intestinale potrebbe rappresentare in futuro un bersaglio terapeutico contro questa patologia.

Meccanismi biologici ancora da scoprire

Precedenti studi hanno dimostrato che esiste una correlazione tra il microbiota intestinale e i sintomi depressivi e che entrambi variano in base all’etnia

Tuttavia, le cause della depressione, così come i meccanismi biologici che collegano questa condizione al microbiota intestinale, sono ancora poco chiari. 

Per colmare questa lacuna di conoscenza, due team di ricercatori, guidati rispettivamente da Jos Bosch dell’Università di Amsterdam e da Robert Kraaij e Najaf Amin dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, hanno deciso di analizzare il microbiota intestinale di oltre 4.000 abitanti dei Paesi Bassi appartenenti a sei diversi gruppi etnici.

Lo studio su oltre 3000 pazienti

Nel primo studio, i ricercatori hanno analizzato il microbiota di 3.211 persone appartenenti a gruppi etnici olandesi, sud-asiatici, surinamesi africani, ghanesi, turchi e marocchini, scoprendo che la maggior parte dei taxa batterici associati a sintomi depressivi appartiene al phylum Firmicutes, in particolare Christensenellaceae, Lachnospiraceae e Ruminococcacee, mentre Bacteroidetes e Proteobacteria sono risultati tra i phyla meno frequenti.

Inoltre, è stato osservato che la firma microbica associata ai sintomi depressivi è in gran parte simile tra i diversi gruppi etnici analizzati.

«Questo studio ha permesso di identificare potenziali bersagli terapeutici per interventi psicobiotici che giustificano ulteriori indagini e che possono avere un impatto positivo sulla depressione e sul benessere a livello individuale o di popolazione», affermano gli autori.

Batteri che producono neurotrasmettitori

Nel secondo studio, i ricercatori hanno analizzato il microbiota intestinale di 1.054 persone appartenenti a un’altra coorte di abitanti dei Paesi Bassi

Il team ha individuato 13 taxa microbici correlati a sintomi depressivi, confermando l’associazione di Eggerthella, Subdoligranulum, Coprococcus e batteri della famiglia Ruminococcaceae e identificando nuove associazioni con batteri tra cui Sellimonas, Lachnoclostridium, Hungatella e Ruminococcus. I risultati sono stati poi replicati nei partecipanti europei del primo studio.

La maggior parte dei batteri identificati è nota per essere coinvolta nella produzione di messaggeri chimici come glutammato, serotonina e acido gamma ammino butirrico (GABA). La serotonina e il GABA sono entrambe molecole coinvolte nella depressione e i livelli di glutammato presenti nel sangue e nel tessuto cerebrale sono risultati associati a disturbi psicotici.

Conclusioni

Sebbene la rilevanza clinica dei risultati debba essere confermata, i due studi supportano il legame tra microbi intestinali e depressione. 

«I dati ottenuti confermano un’ipotesi già esplorata in passato, ovvero la possibilità che le persone con depressione possano presentare una composizione alterata del microbiota intestinale. Il microbiota intestinale dovrà quindi essere considerato come un altro fattore implicato nella patogenesi della depressione», commenta Rosa del Campo dell’ospedale Ramón y Cajal.

Potrebbe interessarti

Oppure effettua il login