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Stress post traumatico: microbiota intestinale possibile target terapeutico

Uno studio pubblicato su Nature dimostra che il microbiota intestinale influenza lo sviluppo di ansia cronica e disturbo post-traumatico da stress.
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Stress post traumatico: microbiota intestinale possibile target terapeutico

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Stato dell’arte
I cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale potrebbero modulare comportamenti associati a disturbi neuropsichiatrici, come attività sociale, stress e ansia. Ma poco si sa sui meccanismi attraverso i quali i batteri intestinali influenzano il cervello.

Cosa aggiunge questo studio
I ricercatori hanno addestrato i topi a mettere in relazione un suono con una scossa elettrica e hanno misurato per quanto tempo i roditori hanno associato il rumore al dolore. I topi con microbiota normale hanno dimenticato l’associazione, mentre quelli con un microbiota alterato hanno mostrato paura persistente. Analizzando il cervello dei topi, i ricercatori hanno osservato differenze nelle regioni cerebrali associate alla paura e all’apprendimento. Queste differenze sembrano essere il risultato delle quantità di metaboliti prodotti dai microrganismi intestinali.

Conclusioni
I risultati dimostrano il ruolo del microbiota nella comunicazione intestino-cervello e fanno luce sui fattori di rischio di condizioni come l’ansia cronica e il disturbo post-traumatico da stress.


Il microbiota intestinale potrebbe aiutare i topi a “scrollarsi di dosso” i ricordi spaventosi. È quanto sostiene un recente studio, pubblicato su Nature, che dimostra l’importante ruolo dei batteri intestinali nei meccanismi che consentono sia di apprendere di sia dimenticare. I dati ottenuti potrebbero aiutare a comprendere condizioni come l’ansia cronica e il disturbo post-traumatico da stress.

Diversi comportamenti  associati a disturbi neuropsichiatrici, come l’attività sociale, lo stress e l’ansia, possono essere modulati dai batteri intestinali. Ma la modalità con cui il microbiota influenza il cervello è ancora poco chiara.

Per rispondere a questa domanda, un team di ricercatori guidato da Coco Chu alla Cornell University di New York ha addestrato i topi a mettere in relazione un suono con una scossa elettrica e ha misurato per quanto tempo i roditori hanno associato il rumore al dolore.

Ricordi spaventosi

Dopo diverse sessioni di ascolto del suono, senza alcuna scossa elettrica, i topi con un normale microbiota hanno dimenticato l’associazione tra i due eventi e non hanno mostrato paura.

Al contrario, i roditori con un microbiota intestinale alterato hanno continuato a mostrare paura in risposta al rumore. I ricercatori hanno osservato lo stesso comportamento nei topi senza alcun microbiota (topi germ-free).

Metaboliti microbici

Quando i ricercatori hanno esaminato il cervello dei topi, hanno scoperto differenze nell’attività genica delle regioni cerebrali associate alla paura e all’apprendimento. Queste differenze sembrano essere il risultato di livelli distinti di quattro metaboliti prodotti dai microrganismi intestinali.

Nei topi germ free sono stati infatti rilevati livelli più bassi di questi metaboliti rispetto ai roditori con un normale microbiota. Queste sostanze potrebbero quindi aiutare a dimenticare la paura; due di esse sono risultate associate a condizioni neuropsichiatriche come la schizofrenia e l’autismo.

I risultati suggeriscono che il microbiota può influenzare il cervello attraverso sostanze chimiche che vengono rilasciate nel flusso sanguigno. I batteri intestinali e i loro metaboliti potrebbero quindi rappresentare target terapeutici per aiutare i pazienti affetti da condizioni come il disturbo post-traumatico da stress.

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