Le complicazioni post-operatorie devono essere sempre messe in conto, soprattutto in caso di interventi complicati come quelli oncologici. Ma come fare per ridurne il rischio?
Camilla B. Polakowki e colleghi dell’Università di Paranà hanno dimostrato come l’utilizzo di simbiotici nei 7 giorni precedenti la resezione colon-rettale in pazienti tumorali sia in grado di ridurre non solo le complicazioni postoperatorie e lo stato infiammatorio, ma anche la durata dell’ospedalizzazione e l’uso di antibiotici. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nutrition.
Probiotici e prebiotici influenzano la risposta infiammatoria
L’idea di determinare l’impatto di un trattamento simbiotico in questo settore è supportato dal fatto che una parte delle complicazioni postoperatorie è di natura infettiva e riconducibile a una traslocazione di patogeni e relative tossine dall’intestino, fenomeno a sua volta legato a disbiosi intestinale.
Sia i probiotici sia i prebiotici hanno inoltre più volte dimostrato di influenzare l’immunità cellulare e la risposta infiammatoria, altri aspetti importanti nello sviluppo di problematiche dopo l’intervento. Agendo a monte sulla componente batterica si potrebbero perciò avere vantaggi a cascata.
Riduzione di ospedalizzazione e uso di antibiotici
Per verificarlo, 73 pazienti con tumore del colon-retto sono stati trattati con un prodotto simbiotico a base di 6 gr di fruttooligosaccaridi (per la componente fibrosa) e un mix di probiotici (L. acidophilus NCFM, L. rhamnosus HN001, L casei LPC-37, B. lactis HN019) o con placebo (maldodestrina) durante i sette giorni precedenti l’intervento chirurgico.
Nel dettaglio, il giorno prima dell’operazione e una settimana dopo sono stati monitorati i valori di proteina C reattiva (PCR), di IL-6 e di albumina sierica per valutare l’infiammazione. Nella fase postoperatoria è stata inoltre considerata la frequenza delle complicazioni infettive e non, la lunghezza dell’ospedalizzazione, l’uso di antibiotici, la funzionalità intestinale, l’introito di fibre, la diagnosi definitiva e la mortalità.
Di seguito i risultati.
- i due gruppi sono risultati comparabili in base alle caratteristiche generali (età, sesso, stadio tumorale ecc.)
- la somministrazione del simbiotico è stata ben tollerata con solo qualche caso di flatulenza
- BMI (indice di massa corporea) e percentuale di perdita di peso si sono mostrati comparabili nei due gruppi
- il valore medio di albumina sierica è risultato pari a 3.8 ±0.5 per il gruppo in trattamento vs 3.9 ±0.6 in quello con placebo
- si è osservata una riduzione marcata dei livelli di PCR e IL-6 dopo la somministrazione del simbiotico. Nessuna differenza rispetto al baseline nel gruppo di controllo
- la frequenza delle complicazioni infettive si è ridotta nel gruppo in trattamento rispetto alla controparte (2.8% vs 18.9%)
- i quattro casi di complicazioni non infettive sono stati registrati tutti nel gruppo di controllo
- la durata media dell’uso di antibiotico è risultata inferiore nel gruppo con simbiotico (1.42 ± 0.5 vs 3.74 ±4.3 giorni)
- l’ospedalizzazione media nel gruppo in trattamento si è dimostrata pari a 3-5 giorni vs 3-21 giorni nel controllo
- tre pazienti sono deceduti nel gruppo di controllo per complicazioni infettive intra-addominali, nessuno nel gruppo in trattamento
In conclusione dunque, l’uso di simbiotici nella fase pre-operatoria sembrerebbe ridurre il rischio di complicazioni successive oltre che lo stato infiammatorio, la durata dell’ospedalizzazione e l’uso di antibiotici.
È importante tuttavia considerare come siano molte le possibili combinazioni fibre-probiotici e probiotico-probiotico e di come quella ottimale sia ancora da determinare. Infine, come suggeriscono gli stessi autori, sono necessari ulteriori studi per valutare se l’associazione di più pre/probiotici dia reali vantaggi in questo ambito rispetto a una somministrazione singola.