Studi recenti hanno suggerito che diverse specie microbiche possano circolare nel sangue di persone sane. Una nuova analisi condotta su campioni di sangue di quasi 10.000 individui non supporta però l’ipotesi dell’esistenza di un vero e proprio microbiota sanguigno, ossia una popolazione microbica condivisa.
Lo studio, pubblicato su Nature Microbiology, ha identificato i microbi che possono essere occasionalmente osservati nel sangue di persone sane. Questi risultati potrebbero aiutare a sviluppare test microbici più affidabili nei donatori di sangue per ridurre il rischio di infezioni correlate alle trasfusioni.
Il sangue è sterile?
Sebbene i microbi possano occasionalmente entrare nel flusso sanguigno attraverso una ferita o dopo essersi lavati i denti, il sangue umano è generalmente considerato sterile.
La maggior parte degli studi che ha proposto l’esistenza di un microbiota nel sangue di persone sane era di piccole dimensioni o non includeva controlli rigorosi per escludere possibili contaminazioni.
Per testare l’ipotesi dell’esistenza di una comunità microbica nel sangue umano di persone sane, Cedric Tan del University College London, Niranjan Nagarajan della National University of Singapore e i loro colleghi hanno analizzato campioni di sangue di 9.770 persone sane.
Presenza rara e sporadica
Dopo aver tenuto conto delle possibili contaminazioni, i ricercatori hanno identificato 117 specie microbiche nei campioni di sangue, la maggior parte delle quali si trova tipicamente nel microbiota intestinale, orale o cutaneo.
Non sono stati invece rilevati patogeni tipici delle emocolture eseguite negli ospedali.
La specie microbica più comune nei campioni di sangue era Cutibacterium acnes, un patogeno correlato all’acne. Questo microbo era presente però solo nel 4,7% degli individui, il che smentisce l’ipotesi dell’esistenza di specie “core” comuni tra individui sani.
In oltre l’80% dei campioni non sono stati rilevati microbi dopo la decontaminazione, mentre nel resto dei campioni è stata identificata un’unica specie microbica per campione.
«I nostri risultati suggeriscono che la presenza di microbi nel sangue di individui sani è rara e sporadica», affermano i ricercatori.
Nessun microbiota del sangue
I ricercatori hanno anche trovato prove della replicazione dei batteri nel sangue di persone sane, ma non hanno rilevato alcuna associazione microbica osservata in altre comunità.
I risultati suggeriscono che i batteri vengono rilevati nel sangue solo in rare occasioni e non sono un componente regolare del sangue.
«Sulla base di questi risultati, riteniamo che non sia corretto utilizzare i termini “microbioma del sangue” o “microbioma circolante”, in quanto sono potenzialmente fuorvianti quando ci si riferisce al rilevamento di DNA microbico o di cellule microbiche nel sangue a causa di eventi di traslocazione transitoria» spiegano i ricercatori.
In futuro saranno necessari ulteriori studi per determinare l’eventuale presenza di batteri nel sangue di pazienti con condizioni croniche, come il tumore o il diabete, e la loro possibile associazione con la gravità e la progressione della malattia.
Questo approccio potrebbe infatti aiutare a sviluppare interventi basati sul microbiota per queste patologie.