È un ecosistema particolare, il microbiota vaginale. E il suo ruolo nella salute femminile è ormai confermato da centinaia di studi.
Sono state identificati 5 tipi distinti di comunità batteriche vaginali, indicate come “stati comunitari” (community state type, CST). Quattro di questi sono caratterizzati dalla predominanza di una singola specie di lattobacilli, in particolare: CST I da Lactobacillus crispatus; CST II da Lactobacillus gasseri; CST III da Lactobacillus iners; e CST V da Lactobacillus jensenii.
Il CST IV è, invece, caratterizzato da un gruppo eterogeneo di anaerobi facoltativi stretti, alcuni dei quali associati a vaginosi batterica. Il CST IV è, infatti, associato ad infezioni da Candida e Clamidia, persistenza del papillomavirus umano (HPV), infertilità, nascite spontanee pretermine e atrofia vulvovaginale in menopausa.
La valutazione della salute ginecologica non può prescindere dall’analisi anche del microbiota delle vie urinarie, questo è diversificato in otto diversi urotipi (urotypes, UT), tra i quali l’UT7, caratterizzato da Lactobacillus crispatus, è l’unico ad essere stato identificato solo nel sesso femminile.
Infezioni ginecologiche
Tradizionalmente, le infezioni ginecologiche vengono trattate con farmaci antimicotici, come il metronidazolo, acido lattico e acido borico.
Per garantire risultati positivi al trattamento e ridurre la colonizzazione da parte di microbi patogeni del tratto riproduttivo femminile, oltre alla terapia antibiotica standard, vengono presi in considerazione trattamenti aggiuntivi come i probiotici. La somministrazione orale o vaginale di probiotici contenenti Lactobacillus spp., al fine di mantenere l’omeostasi del microbiota vaginale, è stata poco studiata e i ceppi valutati hanno dato risultati contrastanti. Di recente è stata presa in considerazione anche un’altra opzione, il trapianto di microbiota. Sono in corso alcuni piccoli studi randomizzati e controllati (RCT).
A oggi, l’uso di probiotici caratterizzati da resistenza agli antibiotici non trasferibile, potrebbe rappresentare uno strumento utile nella gestione del benessere ginecologico della donna.
Caratteristiche probiotiche di Lactobacillus crispatus M247
Il Lactobacillus crispatus M247, uno dei ceppi di questa specie batterica più studiati al mondo, si distingue per le sue caratteristiche favorevoli dal punto di vista dell’aggregazione, della colonizzazione e della modulazione dei fenomeni infiammatori, inizialmente valutate a livello intestinale.
È un ceppo di notevole interesse in ambito ginecologico: possiede infatti una significativa capacità di colonizzazione dell’epitelio vaginale, una capacità di adesione superiore al 70% e una notevole versatilità di utilizzo, data la possibilità di essere somministrato sia per via locale che orale.
Inoltre, la sua documentata resistenza a sostanze quali metronidazolo, sulfametossazolo e acido borico ne consente l’uso simultaneo, favorendo una più efficace eradicazione di batteri e funghi patogeni vaginali.
Queste caratteristiche favoriscono l’uso di L. crispatus M247 per la gestione della condizione di disbiosi, aumentando le possibilità di orientare lo stato comunitario vaginale verso il CST I, ovvero il più favorevole per una salute ginecologica migliore nell’ambito di un’azione antinfiammatoria globale intestinale e vaginale.Alla luce di queste evidenze, L. crispatus M247 può essere considerato un interessante strumento probiotico di precisione per la salute ginecologica, in particolare ma non esclusivamente nella somministrazione simultanea con metronidazolo, sulfametossazolo e acido borico. Sono necessari futuri studi clinici per la definizione del margine di applicabilità, dell’impatto clinico e dell’eventuale definizione di protocolli terapeutici appropriati.
Fonte principale
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