La fecondazione in vitro è un approccio comune per il trattamento dell’infertilità, ma molte pazienti non riescono a rimanere incinta dopo ripetuti tentativi. Di recente un gruppo di ricercatori ha scoperto che le alterazioni del microbiota vaginale sono associate al successo della fecondazione in vitro.
I risultati, pubblicati su mBio, potrebbero aiutare a sviluppare approcci che utilizzano il microbiota e i metaboliti batterici come biomarcatori per prevedere la possibilità di una donna di rimanere incinta attraverso la fecondazione in vitro.
Fallimento ripetuto dell’impianto
Per fallimento ripetuto dell’impianto (Repeated Implantation Failure, RIF) si intende una serie di ripetuti tentativi falliti di rimanere incinta con la fecondazione in vitro dopo il trasferimento di embrioni con morfologia normale. La condizione è inspiegabile nella maggior parte delle donne e non ha un trattamento efficace.
Precedenti studi hanno collegato una serie di malattie riproduttive, tra cui il parto prematuro e la malattia infiammatoria pelvica, con alterazioni del microbiota vaginale, che sono risultate associate anche ad aborto spontaneo precoce nelle donne sottoposte a fecondazione in vitro.
Per indagare l’associazione tra microbiota vaginale e fallimento ripetuto di impianto, Weiping Qian e Shangrong Fane del Peking University Shenzhen Hospital, in Cina, hanno caratterizzato il microbiota vaginale di 27 donne che hanno avuto un fallimento ripetuto dell’impianto e 40 donne rimaste incinta dopo il primo ciclo di fecondazione in vitro.
Lattobacilli vaginali e fecondazione in vitro
Il microbiota vaginale di entrambi i gruppi di donne è risultato dominato da Firmicutes, Actinobacteria, Bacteroidetes, Proteobacteria e Tenericutes, ma l’abbondanza di Firmicutes e Bacteroidetes era sostanzialmente diversa.
I lattobacilli sono risultati infatti ridotti nelle donne che hanno avuto un fallimento ripetuto dell’impianto. I ricercatori hanno scoperto che il tasso di gravidanza delle donne nelle quali Lactobacillus rappresentava oltre il 90% dell’abbondanza relativa era di quasi il 73%. Al contrario, il tasso di gravidanza scendeva a circa il 35% se Lactobacillus rappresentava meno del 90% dell’abbondanza relativa.
«Questo dato non solo mostra il legame tra il Lactobacillus vaginale e gli esiti della gravidanza in caso di trasferimento dell’embrione congelato, ma indica anche che la composizione microbica vaginale, in particolare la diminuzione del Lactobacillus, svolge un ruolo importante nella patogenesi del fallimento ripetuto dell’impianto», spiegano i ricercatori.
Analisi metabolomica
Successivamente, i ricercatori hanno analizzato oltre 2.500 metaboliti prodotti dal microbiota vaginale di 10 donne che hanno avuto un fallimento ripetuto dell’impianto e 15 donne che sono rimaste incinte dopo il primo ciclo di fecondazione in vitro.
Sono stati identificati in particolare 37 metaboliti con abbondanze diverse tra i due gruppi di donne:
- 16 sono risultati sovraregolati nelle donne che hanno avuto un fallimento ripetuto dell’impianto (2′,3- UMP ciclico e inositolo fosfato sono aumentati di 4 o più volte)
- 21 sono risultati downregolati nel gruppo con fallimento ripetuto di impianto (benzopirano, alcoli grassi, nucleoside pirimidinico, glicerofosfolipide e naftopirano sono diminuiti di 4 o più volte).
I livelli di 4 metaboliti, tra cui benzopirani e glicerofosfolipidi, sono risultati associati a una riduzione significativa dell’abbondanza di lattobacilli nelle donne che hanno manifestato un fallimento ripetuto dell’impianto.
Conclusioni
I ricercatori sperano che i loro risultati spingano altri gruppi di studiosi e clinici a considerare le dinamiche del microbiota come un fattore critico per l’insuccesso ripetuto dell’impianto e per altre malattie riproduttive.
Traduzione dall’inglese a cura della redazione