La sepsi può portare a gravi complicazioni durante la gravidanza ed è una delle principali cause di mortalità materna nel Regno Unito. Uno studio condotto di recente sui topi rivela che la gravidanza altera il microbiota intestinale accelerando la disfunzione immunitaria associata alla sepsi.
I risultati, pubblicati su Immunity, suggeriscono dunque potenziali approcci terapeutici per questa condizione in gravidanza.
Aumenta il rischio di sepsi in gravidanza
Precedenti studi hanno dimostrato che la gravidanza può predisporre le donne alla sepsi, senza però spiegare i meccanismi che portano alle perturbazioni immunitarie alla base di questo fenomeno.
Inoltre, è noto che il microbiota intestinale modula la suscettibilità all’insufficienza multiorgano, il segno distintivo della sepsi. Poiché la composizione del microbiota intestinale viene rimodellata durante la gravidanza, i ricercatori guidati da Shenhai Gong della Southern Medical University hanno deciso di studiare in topi gravidi il ruolo dei microbi intestinali nel causare una disfunzione immunitaria.
A questo scopo hanno utilizzato un modello murino di sepsi, che consiste nel perforare il cieco per innescare il rilascio di materiale fecale nella cavità peritoneale, generando così un’infezione che si traduce in una risposta immunitaria esacerbata.
Così cambia il microbiota intestinale
Dopo la perforazione del cieco, nei topi gravidi è stato rilevato un tasso di mortalità più elevato rispetto agli animali non gravidi e una maggiore suscettibilità alla polmonite indotta da Pseudomonas aeruginosa.
Tuttavia, rispetto ai topi non gravidi che hanno ricevuto batteri intestinali da donatori non gravidi, quelli che hanno ricevuto batteri intestinali da topi gravidi hanno sviluppato lesioni d’organo più gravi in risposta alla sepsi.
Inoltre, è stato osservato che sia nei topi sia nelle donne la gravidanza ha causato cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale e nei livelli di metaboliti microbici. In particolare, i livelli di Parabacteroides merdae e formononetin (FMN), un potente agente antinfiammatorio, sono risultati diminuiti nelle donne in gravidanza.
Disfunzione immunitaria
Ulteriori analisi hanno mostrato che la diminuzione dell’abbondanza di P. merdae ha portato a una riduzione dei livelli di FMN, indicando che il microbo potrebbe essere coinvolto nella progressione della sepsi durante la gravidanza. In effetti, il trattamento dei topi con P. merdae o FMN ha ridotto l’infiammazione associata alla sepsi.
Nei topi settici, FMN ha inibito la morte dei macrofagi e ha potenziato la capacità di queste cellule di circondare e uccidere i microrganismi.
Conclusioni
Sebbene i meccanismi responsabili della riduzione di P. merdae associata alla gravidanza rimangano sconosciuti, i risultati rivelano l’esistenza di un asse microbico-immunitario che può essere sfruttato per prevenire o curare la sepsi durante la gravidanza.
«I nostri risultati illustrano dunque il dialogo incrociato tra la disbiosi del microbiota intestinale e la disfunzione immunitaria negli ospiti settici in gravidanza», concludono i ricercatori.